Latina

Dal sito

  • Pace
    Intervista a Maoz Inon, uno degli organizzatori

    Verso il People’s Peace Summit di Gerusalemme, 8 e 9 maggio

    Fra un mese avrà luogo a Gerusalemme un evento dal titolo brevissimo e impellente, "It’s now", come la domanda di pace che lo motiva. Nelle intenzioni degli organizzatori sarà infatti la più grande convention di pace mai tentata prima d’ora in Medio Oriente.
    8 aprile 2025 - Daniela Bezzi
  • Pace
    Storia di un percorso e di un approdo per un viaggio appena cominciato

    “Una panchina per la Pace" a Foggia

    Le panchine nei pressi delle scuole sono il luogo in cui i ragazzi e le ragazze amano sostare, incontrarsi, chiacchierare, raccontarsi. Quella esperienza di pace può essere coltivata con amore e può prendere il posto dell'atteggiamento guerresco per diventare una bussola dell’agire umano.
    8 aprile 2025 - Antonietta Lelario e Donata Glori (Circolo la Merlettaia di Foggia e coordinamento Capitanata per la Pace)
  • Disarmo
    "Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta"

    Le "Eurobombe" renderebbero il mondo un luogo molto più instabile e pericoloso

    Le armi nucleari sono terrificanti armi di distruzione di massa che prendono di mira i centri abitati. Non distinguono tra civili e obiettivi militari. Anche le armi nucleari non strategiche di oggi sono 5-10 volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
    7 aprile 2025 - Kati Juva e Arja Alho (Finlandesi, rispettivamente co-presidente di IPPNW e caporedattore della rivista Ydin.)
  • Disarmo
    PeaceLink aderisce alla mobilitazione

    No alla prima fabbrica di armi per ReArm Europe

    Appello lanciato dalla rete "Mamme da Nord a Sud". In Lazio l’impianto “ex Winchester” di Anagni produrrà esplosivi
    7 aprile 2025
  • Disarmo
    Mappe di un ecosistema regionale

    I distretti aerospaziali nazionali: Sardegna

    Il settore dell’aerospazio è testimoniato dal recente rinnovo dell’accordo di collaborazione siglato tra il Ministero della Difesa e il Distretto AeroSpaziale della Sardegna
    7 aprile 2025 - Rossana De Simone

A trent’anni dal colpo di stato in Argentina

Il colpo di stato in Argentina e la dittatura criminale dei trentamila desaparecidos, fu il cuore e il centro di una storia dannata del paese sudamericano e forse del continente.
24 marzo 2006
Gennaro Carotenuto

Ma è una storia che non inizia il 24 di marzo del 1976, con il colpo di stato di Videla. Inizia nel 1955, con il primo colpo di stato contro Juan Domingo Perón. E non finisce con la sconfitta nella guerra contro la Gran Bretagna per le isole Malvine, voluta da Galtieri. Finisce invece con la cacciata di Fernando de la Rúa nel dicembre 2001, quando si chiude il ciclo di distruzione neoliberale del paese. È mezzo secolo di storia nel quale l’Argentina passa dall’essere tra i primi dieci paesi più ricchi al mondo ai morti per fame, dalla piena occupazione al 42% di disoccupazione reale, dall’essere paese di immigrazione all’esodo dei suoi abitanti, dall’essere un paese sovrano e tecnologicamente avanzato, all’essere un paese completamente svenduto alle multinazionali straniere.

In questi trent’anni, la generazione dei desaparecidos è mancata molto all’Argentina. I desaparecidos non sono mancati soltanto ai loro familiari, ma sono mancati al paese. L’Argentina si vide privata di una generazione pensante, di intellettuali, sindacalisti, professionisti, avvocati, tecnici, operai, non necessariamente militanti della sinistra radicale e solo in minima parte guerriglieri. Fu un genocidio selettivo che privò il paese degli anticorpi per difendersi da quella che sarebbe stata l’epoca menemista, nella quale il processo iniziato dai militari fu completato.

Quell’Argentina era l’allievo prediletto del Fondo Monetario Internazionale. Questo la incoraggiò a svendere tutto senza guardare alle conseguenze sociali, che portarono al tetro paradosso dei morti per fame in un paese che è una grande pianura fertile e continua ad esportarealimenti per dieci volte i suoi abitanti. Il Fondo difese ad oltranza l’Argentina fino a dopo che il presidente Fernando de la Rúa fu costretto a scappare dopo aver fatto sparare sulla folla nella Plaza de Mayo, il cuore della vita e della morte del paese. Dopo la caduta il Fondo non fece autocritica, ma semplicemente cambiò versione. Gli anni di Menem e del Fondo furono anni di vergogna dopo quelli dell’orrore. Il sacco dell’Argentina, benedetto dalle istituzioni internazionali e dalle multinazionali che facevano guadagni colossali, si accompagnava alla mortificazione del paese. Così, all’esilio politico si aggiunse quello economico, mentre il sistema giudiziario era sopraffatto dalla corruzione dilagante.

Oggi, le Madri di Plaza de Mayo, una delle istituzioni più rispettabili e degne che l’Argentina abbia dato al mondo, affermano che per la prima volta il nemico non siede più alla Casa Rosada, il palazzo della Presidenza della Repubblica. L’Argentina è parte integrante di un nuovo progetto di America Latina, che si sta lentamente mettendo in cammino. Con luci ed ombre, il governo di Nestor Kirchner ha rimesso in piedi la dignità del sistema giudiziario del paese, chiudendo pagine di impunità come quelle legate alla dittatura militare ed alcuni tra i più clamorosi casi di corruzione. Lo scorso gennaio ha saldato il debito con il Fondo Monetario Internazionale e fatto chiudere la sede di Buenos Aires: dopo mezzo secolo l’Argentina non ha più bisogno dei suoi consigli interessati. Forse non tornerà più ad essere tra i dieci paesi più sviluppati al mondo ma per l’Argentina questa tappa rappresenta davvero un nuovo inizio.

Articoli correlati

  • Argentina: Milei censura l'agroecologia
    Latina
    Il presidente argentino ha tolto i sussidi destinati all’agricoltura familiare, indigena e contadina

    Argentina: Milei censura l'agroecologia

    All’interno dell’Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria, i cui vertici sono di nomina politica, è vietato utilizzare nei documenti interni i termini agroecologia, cambiamento climatico e biodiversità.
    16 agosto 2024 - David Lifodi
  • Argentina, uno scenario ad alto rischio
    Latina

    Argentina, uno scenario ad alto rischio

    Accelera lo smantellamento dei passi in avanti fatti in termini di memoria, verità e giustizia
    12 luglio 2024 - Giorgio Trucchi
  • Argentina: repressione alla salvadoregna
    Latina
    Incontro tra Patricia Bullrich, ministra della Sicurezza di Milei, e Bukele, presidente salvadoregno

    Argentina: repressione alla salvadoregna

    Per esportare nel suo paese il modello di sicurezza caratterizzato da arresti indiscriminati e costruzione di nuove carceri.
    10 luglio 2024 - David Lifodi
  • Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio
    Latina
    Grazie alla costante mobilitazione dei movimenti sociali

    Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio

    Lo scorso 25 marzo il Tribunale provinciale catamarqueño ha proibito al governo della regione di concedere di nuovi permessi alle multinazionali per l’estrazione del litio
    22 aprile 2024 - David Lifodi

Sociale.network

loading...

Dal sito

  • Pace
    Intervista a Maoz Inon, uno degli organizzatori

    Verso il People’s Peace Summit di Gerusalemme, 8 e 9 maggio

    Fra un mese avrà luogo a Gerusalemme un evento dal titolo brevissimo e impellente, "It’s now", come la domanda di pace che lo motiva. Nelle intenzioni degli organizzatori sarà infatti la più grande convention di pace mai tentata prima d’ora in Medio Oriente.
    8 aprile 2025 - Daniela Bezzi
  • Pace
    Storia di un percorso e di un approdo per un viaggio appena cominciato

    “Una panchina per la Pace" a Foggia

    Le panchine nei pressi delle scuole sono il luogo in cui i ragazzi e le ragazze amano sostare, incontrarsi, chiacchierare, raccontarsi. Quella esperienza di pace può essere coltivata con amore e può prendere il posto dell'atteggiamento guerresco per diventare una bussola dell’agire umano.
    8 aprile 2025 - Antonietta Lelario e Donata Glori (Circolo la Merlettaia di Foggia e coordinamento Capitanata per la Pace)
  • Disarmo
    "Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta"

    Le "Eurobombe" renderebbero il mondo un luogo molto più instabile e pericoloso

    Le armi nucleari sono terrificanti armi di distruzione di massa che prendono di mira i centri abitati. Non distinguono tra civili e obiettivi militari. Anche le armi nucleari non strategiche di oggi sono 5-10 volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
    7 aprile 2025 - Kati Juva e Arja Alho (Finlandesi, rispettivamente co-presidente di IPPNW e caporedattore della rivista Ydin.)
  • Disarmo
    PeaceLink aderisce alla mobilitazione

    No alla prima fabbrica di armi per ReArm Europe

    Appello lanciato dalla rete "Mamme da Nord a Sud". In Lazio l’impianto “ex Winchester” di Anagni produrrà esplosivi
    7 aprile 2025
  • Disarmo
    Mappe di un ecosistema regionale

    I distretti aerospaziali nazionali: Sardegna

    Il settore dell’aerospazio è testimoniato dal recente rinnovo dell’accordo di collaborazione siglato tra il Ministero della Difesa e il Distretto AeroSpaziale della Sardegna
    7 aprile 2025 - Rossana De Simone

Preferirei vivere in un Paese che abbia giornali e non abbia governo, anziché in un Paese che non abbia giornali e abbia governo.

Thomas Jefferson - presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.31 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)
Caricamento...