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Argentina: i Mapuche dicono no a Benetton

La famiglia Curiñanco rifiuta la proposta degli italiani
3 agosto 2005
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: Azkintuwe Noticias

Da Chubut, Argentina

Un conflitto di vecchia data è quello che vede come protagonisti la famiglia mapuche Curiñanco-Nahuelquir e il gruppo italiano Benetton, per la proprietà delle terre situate nella Cordigliera di Chubut. Questa settimana, il gruppo italiano ha acquistato nella zona di Gualjaina, frazione di Piedra Parada, 11.000 ettari da cedere alla famiglia, come risarcimento dell'occupazione delle loro terre da parte dell’azienda agricola e zootecnica di Leleque e rivendicate dai mapuche come proprietà ancestrale.

E' necessario ricordare che l'anno scorso, rappresentanti dell'Organizzazione Mapuche-Tehuelche "11 de Octubre", alla quale appartengono i Curiñanco-Nahuelquir, sono venuti in Italia assieme al premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, con la speranza che gli imprenditori potessero accettare di riconsegnare alla famiglia Curiñanco le terre nelle quali vivono da centinaia d’anni e che erano state acquistate negli ultimi anni dal Gruppo Benetton da proprietari privati.

Dopo uno scandalo che ebbe ripercussione internazionale, l'azienda dichiarò che l'intenzione di Luciano Benetton era "donare delle terre ai mapuche" in un'altra zona della Patagonia.

Venerdì scorso, la "Compañia de Tierras Sud Argentino" - proprietà dei Benetton - fece un comunicato ufficiale dove dichiara che hanno acquistato delle terre nella zona di Piedra Parada, in Gualjaina.

Inoltre, fu ratificata l'intenzione di Benetton di "donare un appezzamento di terreni produttivi come gesto concreto e simbolico a favore della comunità mapuche della Patagonia".

Concretamente si tratterebbe di 11.000 ettari.
Ciò nonostante Mauro Millàn, portavoce dell'Organizzazione "11 de Octubre", dalla città di Esquel ha dichiarato che "quando c’incontrammo con Luciano Benetton, lui non assunse nessun impegno concreto, e se fosse vera la sua intenzione di donare delle terre, noi l'abbiamo rifiutato categoricamente: non può fare una donazione alla famiglia Curiñanco dopo aver usurpato le loro terre Inoltre non sappiamo neppure a chi darà le terre di cui parla".

La comunità mapuche chiede che i fratelli Carlo e Luciano Benetton liberino 300 ettari situati a pochi chilometri dalla fattoria Leleque, una minima parte dei 900.000 ettari che costituiscono il loro vasto impero sul territorio mapuche in Argentina.
"Noi abbiamo una comunità a Leleque da molto tempo, che possiede le attrezzature per insediare un centro sanitario ma il governo non si occupa della sua costruzione", dichiara Mauro Millàn.

Nel comunicato ufficiale emesso dalla compagnia, proprietà dei fratelli italiani nella città di Treviso, si spiega che l'azienda tessile non è interessata a realizzare un’attività turistica nelle terre acquistate recentemente nella zona di Gualjaina, né di utilizzarle per le proprie produzioni, "ma di metterle a disposizione della provincia di Chubut come d'accordo con la proposta fatta mesi addietro".

In ogni modo, la famiglia Curiñanco-Nahuelquir non ha accettato l'offerta, affermando che intendono mantenere la richiesta già esistente sulle loro terre storiche in Leleque.

Per adesso è un segreto custodito "sotto sette chiavi". Ma ci sono sempre delle indiscrezioni.
Il gruppo italiano sarebbe in procinto di fare un grosso investimento nella provincia patagonica (nella città di Trelew), dove già possiede un impianto per la pettinatura della lana, recentemente visitata da Carlo Benetton e sua moglie. Questa settimana il sindaco di Trelew, pur mantenendo il mistero, dichiarò ai giornalisti che c'è un grosso investimento in ballo e che ci sarà una comunicazione ufficiale da parte sua e dal governatore Mario Das Neves.

Fonti della sede centrale della compagnia, nella città di Buenos Aires, confermarono a "Jornada" che per il momento non hanno comunicazioni ufficiali da fare. Non hanno smentito però che dirigenti della "Compañia Tierras del Sud" - proprietà di Benetton - si siano incontrati con funzionari provinciali, per portare avanti il vecchio progetto di potenziare le proprie attività nella Provincia di Chubut, e più precisamente nella città di Trelew.

Secondo alcune informazioni, l'anno scorso Benetton avrebbe preso dei contatti per rimanere con la proprietà di alcuni degli impianti tessili del Parco Industriale, ma a causa dei prezzi elevati richiesti, il gruppo italiano decise di imbarcarsi con i propri mezzi nell'avventura di un nuovo investimento nella provincia. Alcune voci affermano che gli italiani avrebbero già fatto dei contatti con le autorità di CORFO, per avere garantita una considerevole fornitura d'acqua, per il loro futuro impianto di Trelew. Jorge Pitto, titolare di detta impresa, ha smentito queste voci.

Benetton aveva picchiato forte l'anno scorso, quando annunciò un investimento di 15 milioni di dollari nella città di Comodoro Rivadavia per costruire un impianto di congelamento carni per ovini.
In una sua recente visita a questa città, il vicepresidente della compagnia, Diego Perazzo - che si occupa dal 1991 gli investimenti agricoli e zootecnici dei Benetton in Argentina - disse: "Non acquisteremo più terre in Patagonia. Quello che faremo sarà approfondire l'integrazione verticale dell'ovino per l'esportazione, e continuare a lavorare nella forestazione".
Si dice, quindi, che i possibili investimenti in Trelew sarebbero in questo senso.

L'azienda produce 270.000 ovini l’anno nei suoi quattro grandi centri di produzione - El Còndor, in Rio Gallegos; Coronel, a San Juliàn; Estancias Pilcañeu, Leleque ed El Maitén o Estancias Cordillera e Balcarce, dove allevano anche Hereford e Angus -. Ed è proprietaria dell'impianto di lavaggio Cosu-Lan, che si occupa del lavaggio, della cardatura e della pettinatura di 8 milioni di tonnellate di lana l'anno a Trelew, questa produzione fornisce materia prima all’impero tessile e finanziario di Benetton.

La "Compañia Tierras del Sud Argentino è un'azienda che dal 1889 si è dedicata alla produzione agricola e zootecnica in diverse zone del paese. Fino al 1975 ha operato come azienda straniera con capitali inglesi, in quella data fu venduta ad un gruppo d’investitori argentini. La nazionalizzazione della società avviene nel 1982, costituendosi da allora come società anonima argentina.

Nel 1991 "Compañia Tierras del Sud Argentino S.A." fu acquistata dalle "Edizion Real Estate" - azienda appartenente alla famiglia Benetton - ed a quest’investimento si sono aggiunte altri acquisti di terre nella Patagonia.

Nella zona di Gualjaina, dove Benetton ha appena comperato 11.000 ettari, è stato denunciato un grave caso di persecuzione politica contro Eduardo Ramìrez, membro della comunità mapuche "Aguada del Overo" di Neuquén. Ramìrez, il quale abita in Gualjaina assieme a sua moglie Ester Lequimàn, originaria della comunità "Futa Huau" (Cañadòn Grande) nella zona ovest di Chubut, una settimana fa ha sporto denuncia per essere stato vittima di persecuzione da parte del Sindaco della località, José Carlos Duscher, a causa della sua partecipazione a manifestazioni di protesta contro un’azienda mineraria.

Ramìrez denuncia: "Nella primavera del 2004, durante la manifestazione popolare effettuata dalla comunità di Gualjaina ho partecipato attivamente. Questa manifestazione aveva come obiettivo difendere la fornitura d'acqua rappresentata dai fiumi Lepà, Gualjaina e Chubut, che garantisce la salute della popolazione, l'agricoltura e il futuro dei nostri figli. Da quel momento è incominciata una vera persecuzione da parte del Sindaco di Gualjaina verso tutte le persone che avevano partecipato alla manifestazione. Siamo rimasti "segnati", e questa situazione ha provocato gravi ripercussioni nelle nostre famiglie".

Secondo Ramìrez, nei primi giorni di luglio questi atti di vessazione sono arrivati fino a ricevere minacce di morte con lo scopo di farlo allontanare dal suo villaggio. "I fatti si sono svolti all'interno del palazzo del Comune di Gualjanina, mentre stavo svolgendo delle pratiche per la mia famiglia. Questi atti di vessazione comprendono anche la detenzione e l’intimidazione da parte della polizia locale e il Tribunale di Pace, i quali agiscono sotto le direttive del Sindaco. Entrambe le istituzioni mi hanno fatto pressione perché farmi allontanare da Gualjaina, argomentando che "Duscher non mi vuole più vedere da quelle parti".

L'ingiustizia di questa situazione portò Ramìrez ad un'insolita azione di protesta. Di fronte allo sguardo attonito dei passanti, si arrampicò sulla torre di un’azienda telefonica, rimanendo ad un’altezza considerevole per circa due ore, con l'obiettivo di richiamare l'attenzione della cittadinanza e dei mezzi di comunicazione.

Ciò nonostante, rende noto che il Sindaco non permise alle persone di avvicinarsi, e lui decise di scendere soltanto di fronte alle richieste disperate di sua moglie.

"Quando sono sceso fui arrestato dalla polizia e trasferito ad Esquel. Lì rimasi in stato di fermo per diverse ore, e in seguito mi ricoverarono nel padiglione di Salute Mentale dell'Ospedale Zonale d’Esquel, dove mi sedarono senza nessuna ragione né spiegazione.
Fui dimesso soltanto il giorno dopo senza ricevere ancora nessun tipo di spiegazione.

Finora non sono riuscito a parlare con il Sindaco. Sono nuovamente ricoverato nell'ospedale insieme a mia moglie, ricoverata anche lei per danni a livello psicofisico provocati dalla realtà che stiamo vivendo".

"La mia situazione è un esempio del regime di controllo e abuso di potere che esercita il sindaco José Carlos Duscher nel Comune di Gualjanina e nelle 17 frazioni che dipendono da questo Comune. E questo quadro si completa con un evidente e costante atteggiamento razzista verso il popolo Mapuche.

Chiedo un rapido intervento delle organizzazioni dei Diritti Umani su questo problema e la solidarietà dei pu peñi ka pu lamuen e di tutti i compagni in lotta".

Note: Tradotto da Alejandra Bariviera per www.peacelink.it

Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte, l'autore e il traduttore.


* (*) Azkintuwe Noticias è un periodico Mapuche che condivide informazioni con APM (Agencia Periodistica del Mercosur)
http://www.nodo50.org/azkintuwe/julio27_2.htm








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