Latina

Nicaragua: Raggiunti i primi accordi per il Nemagon

13 maggio 2005
Giorgio Trucchi

La giornata dell' 11 maggio si era conclusa con un nulla di fatto tra il Governo e i delegati dei settori in lotta, che da 71 giorni (81 da quando sono partiti a piedi da Chinandega) sono accampati nei pressi della Asamblea Nacional chiedendo risposte concrete alle loro richieste.
foto di G. Trucchi


La dura lotta portata avanti nonostante le malattie che hanno ulteriormente minato i loro corpi, ha provocato 186 morti negli ultimi 3 mesi, portando il tragico totale a 945 decessi tra los afectados per il Nemagòn e circa 1130 tra i cañeros ammalati di Insufficienza renale cronica.
La negoziazione si era interrotta nel momento in cui i settori in lotta hanno presentato una loro bozza di Accordi Preliminari, elaborata con la società civile nicaraguense ed internazionale (Associazione Italia-Nicaragua), che dettagliava nei minimi particolari i risultati raggiunti fino al momento e i punti che restavano ancora in sospeso.
La rappresentanza del governo era quindi rimasta molto sorpresa dalla proposta e dalla richiesta di analizzare insieme la minuta e scarna bozza di accordi che era già stata preparata dal governo stesso.
Tale bozza elencava in modo molto generico i risultati raggiunti e faceva soprattutto enfasi sulla "grande disponibilità" del Presidente Bolaños a risolvere la situazione, sul buon lavoro portato avanti dal governo e inserendo anche attacchi abbastanza chiari e diretti alle forze politiche contrarie al governo, cercando in un modo nemmeno tanto velato di far sì che i bananeros si schierassero con queste posizioni.
A seguito dei dubbi da parte della rappresentanza governativa e del rifiuto di considerare in quel momento la possibilità di analizzare, punto per punto, la proposta dei settori in lotta e della società civile, si è deciso di rinviare al giorno dopo, 12 maggio, la discussione.
In modo particolare il Vice ministro degli Interni, Avìl Ramirez, esprimeva un nervosismo smisurato di fronte alla possibilità che non si firmassero gli accordi nei giorni successivi.
La firma avrebbe voluto dire la smobilitazione parziale della gente presente nella Ciudadela del Nemagòn (come ormai è conosciuta in tutto il Nicaragua) e la permanenza di un gruppo di circa 300 persone che avrebbe continuato a sostenere la lotta e il proseguimento delle negoziazioni.
Tale misura, particolarmente voluta da Bolaños e richiesta espressamente dal governo, è da far risalire al fatto che nei prossimi giorni in Nicaragua dovrebbe cominciare la discussione in Parlamento sulla ratificazione del Trattato di libero commercio tra Stati Uniti e Centroamerica (CAFTA) e la presenza di migliaia di persone in protesta (negli ultimi giorni il numero aveva superato le 6 mila persone), con una negoziazione continua e la possibilità che si unissero alle proteste che sicuramente si svilupperanno su questa tematica, avrebbero fatto alterare ancora di più un ambiente politico e sociale già molto fragile per la profonda crisi istituzionale che coinvolge il Potere Esecutivo e gli altri poteri dello Stato.

Durante la giornata del 12 maggio, quindi, le istituzioni governativi e i vari ministeri coinvolti si sono ritrovati per studiare la proposta della società civile, cosa fatta anche dai settori in lotta e dalla società civile per poter prevenire le prossime mosse del governo.
Nel pomeriggio, a partire dalle 16, la Commissione Interistituzionale si è riunita nuovamente nel tentativo di riavvicinare le posizioni, limare le asprezze del giorno precedente e trovare quindi un accordo finale.
Fuori dalla ex Casa del Governo, luogo delle riunioni di negoziazione, migliaia di bananeros si riunivano sui marciapiedi e sulle aiuole che dividono le due corsie della Avenida Bolivar, in attesa dei risultati.
Una massa di gente in trepida attesa, instancabile, che ha visto passare le ore fino al calar della notte, fissando quella piccola porta da cui, prima o poi, sarebbero usciti i loro delegati.
All'interno della ex casa de Gobierno, intanto, il clima era più rilassato e si sono iniziati i lavori per comparare le due proposte e raggiungere un accordo sui 21 punti del documento presentato dai bananeros e dalla società civile.
Ci sono volute ben 6 ore per raggiungere un accordo che soddisfacesse le parti e il documento originale ha subìto delle variazioni che però non intaccano i punti cruciali che premevano maggiormente ai settori in lotta (nella giornata del 13 maggio invierò il documento definitivo degli Accordi Preliminari).
In questi Accordi, che ricordo essere preliminari in quanto restano da risolvere vari punti, si è già ottenuto molto e soprattutto, si sono introdotte tematiche che vanno oltre lo stato delle persone e che riguardano azioni per salvaguardare e sanare la drammatica situazione sanitaria e ambientale della regione occidentale del Nicaragua.

Sintesi degli accordi
- l'esecuzione del Censimento delle persone presenti nell'accampamento e che continuerà ora nei territori per stabilire, una volta per tutte, la portata del fenomeno delle persone ammalate per il Nemagòn e di Insufficienza renale cronica;
- l'esecuzione di visite mediche generiche e specialistiche per la gente presente nell'accampamento e che continuerà nei territori presso le strutture del Ministero della Sanità, (Minsa) grazie alla consegna ufficiale di un carnet di riconoscimento. A tutte queste persone si offrirà assistenza medica gratuita con carattere di priorità (accelerazione dei procedimenti e precedenza sulle altre persone) in base ad un Accordo firmato lo scorso anno con il Minsa che, ora, dovrà essere rispettato. Le persone con problemi fisici avranno diritto gratuitamente ad accessori come stampelle, sedie a rotelle, bastoni, etc.
Il Censimento e le cartelle cliniche elaborate dal Minsa attraverso le analisi effettuate e quelle che effettuerà, permetterà, entro il 25 maggio, l'elaborazione di un calcolo di costo per persona per la copertura sanitaria totale. Questo calcolo, moltiplicato per le persone ammalate, darà l'importo da richiedere al governo (e che quindi sostituirà con un dato concreto e riconosciuto dal governo, la somma iniziale richiesta che era di 227 milioni di cordobas).
Per quest'anno la copertura sanitaria verrà effettuata con i fondi già approvati dal Minsa e in base all'Accordo del 2004. Per il 2006 si includerà una somma apposita e si ricercheranno finanziamenti internazionali per lo stesso proposito.
- Il Presidente Bolaños s'impegna a non derogare né riformare la Legge speciale 364, legge apposita per i casi di persone ammalate a causa del Nemagòn;
- L'Istituto di Previdenza Sociale (Inss), continuerà nel dare seguito alla proposta di riforma della Legge 456 sull'Insufficienza renale cronica affinché tale malattia venga riconosciuta come malattia professionale, permettendo agli ex lavoratori della caña e alle vedove di ottenere una pensione vitalizia. Di fatto già centinaia di persone hanno iniziato a riceverla grazie alle negoziazioni in corso;
- Il settore de los afectados por el Nemagòn verranno inclusi in programmi per ottenere case e nel programma "Libra por Libra" in cui il governo consegnerà sementi migliorate (per il momento è stata accertata la non presenza di semi transgenici) a cambio di semi comuni;
- E' stato confermato il divieto assoluto d'importazione e utilizzo di 17 pesticidi altamente nocivi e si presenterà al Presidente della Repubblica la proposta di abolizione di altri 12 pesticidi altamente nocivi (anche se non inserito negli accordi è già stata garantita l'eliminazione di 6 pesticidi e la disponibilità a trattare sugli altri 6);
- E' stato approvato l'elaborazione di due manuali per il trattamento con metodi alternativi delle malattie nelle coltivazioni del banano, caña e altre coltivazioni e lo sviluppo di una campagna educativa per l'utilizzo di metodi di coltivazione senza l'uso di chimici;
- Si è formata una commissione che inizierà il monitoraggio periodico sulla qualità dell'acqua della zona occidentale del paese e si proseguirà con indagini sullo stato dell'aria e del suolo;
- Si eseguiranno studi di impatto ambientale e di qualità della vita nelle zone dove vivono los afectados del Nemagòn e l'incentivazione di produzioni organiche;
- Sono stati approvati progetti di riforestazione nella zona occidentale, nei quali si integreranno a lavorare anche persone afectadas;
- Sono stati concessi e finanziati gli 80 passaporti per il gruppo che dovrà andare negli Stati Uniti per l'udienza del processo contro le multinazionali. Il governo coprirà tutti i costi;
- Continueranno le negoziazioni sul discorso del 25% della canna da zucchero.

Per concludere, è importante rimarcare che quanto era possibile accordare con il Governo è stato fatto, anche se ovviamente restano ancora punti da discutere, affinare e portare ad esecuzione. Questo non vuol dire che tutto sia risolto, ma certamente è stato fatto un grosso passo in avanti.
Ora si tratterà, durante il prossimo mese, di terminare i punti ancora in sospeso, come quello del 25% del banano e vigilare attentamente sul rispetto di quanto verrà firmato oggi, 13 maggio.
Proprio per questo rimarranno 300 persone nell'accampamento e soprattutto si dovrà continuare a esercitare pressione sul governo e portare la nostra solidarietà ai settori in lotta.
E' importante capire che questa è solo una tappa della lotta e che il cammino è ancora lungo.
Concretamente l'arrivo dell'inverno avrebbe creato disastri inimmaginabili sulla salute delle persone e le morti sarebbe cresciute in modo vertiginoso.

Il vero problema resta ora il dialogo con il Parlamento.
Le tematiche fondamentali della Legge sulle Pensioni Vitalizie, la Riforma al Bilancio della Repubblica, la riforma della Legge 456 sulla Insufficienza renale cronica, passano obbligatoriamente dal parlamento e fino ad ora non ha dato segni d'interesse.
L'assessore legale del Presidente del Parlamento Renè Nuñez (Fsln), ha detto chiaramente che in queste settimane i deputati saranno molto occupati sul discorso della riforma all'Inss, sull'approvazione dell'Istituto della Proprietà e sul Cafta e che non avranno tempo per affrontare i punti dei bananeros e cañeros.
Questo quando, dopo 80 giorni, non si sono nemmeno degnati di riceverli e parlare con loro.
Oltre a mantenere alta la guardia con il Governo, bisognerà quindi intensificare l'azione verso il Parlamento che diventerà il principale obiettivo da far smuovere.
L'associazione Italia Nicaragua ha già promosso una raccolta di firme tra i senatori e nel Parlamento Europeo per far pressione sui deputati nicaraguensi.

Terminata la maratonica riunione, la delegazione è stata accolta con giubilo e applausi dalle migliaia di persone ancora in piedi davanti al locale dove si svolgevano le negoziazioni.
E' stata fatta immediatamente un'assemblea in cui si è comunicato che venerdì 13 maggio avverrà la firma ufficiale degli accordi preliminari nell'accampamento.
La gente partirà sabato mattina e immediatamente è iniziata la ricerca delle 300 persone che resteranno a presidiare e continuare la lotta, con la ferma intenzione che se gli accordi non verranno compiuti, la gente è disposta a ritornare immediatamente a Managua.
Durante al cerimonia verrà dato spazio alla lettura di un comunicato sulle azioni di solidarietà svolte a livello internazionale dall'Associazione Italia-Nicaragua e dalla UITA dell'Uruguay.

Termina così questa prima fase della lotta, che è solo una prima e importante tappa perché la strada è ancora lunga.

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