Kimbau

Mamma Africa, la rubrica del martedì sul quotidiano Avvenire

La forza di una donna contro il destino di una nazione

Mahata Tsanga è madre di cinque figli, con un marito a carico Eppure studia e lavora senza mai perdere la speranza di farcela

20 settembre 2005
Chiara Castellani
Fonte: Avvenire, 20 settembre 2005

Mahata Tsanga, muyaka di 39 anni, è un'energica, vivace e intelligente madre di 5 figli (uno purtroppo lo ha perso), di cui il più piccolo prende ancora il seno materno e, grazie all'allattamento materno esclusivo fino ai sei mesi (e combinato fino ad oltre due anni), è l'unico a non essere malnutrito.

Maman Mahata l'avevo conosciuta proprio perché mi portava troppo spesso i suoi bambini in consultazione, e tutti avevano i capelli sottili e fragili come i miei, scoloriti, quasi rossicci. «È il loro colore naturale - mi diceva -, tutti i miei figli li hanno così», e io allora stentavo a farle capire che per un africano avere capelli scoloriti, lisci, fragili è un segno di malnutrizione, e che del resto c'era la curva di crescita piatta e talora in discesa a dimostrarlo.

In realtà Maman Mahata sa bene che i suoi figli non sono biondastri, ma la verità è che stenta a trovare i soldi per nutrirli adeguatamente: la conosco meglio nel 1999, quando mi familiarizzo con lei chiedendole di aiutarmi a tener pulito il mio studio di consultazione. Allora apprendo che ha cominciato a fare le pulizie nell'ospedale di Kimbau da quando suo padre Mahata Makila Mabé (nome curioso che significa «sangue cattivo»), che quando era sobrio lavorava come sentinella all'ospedale, è morto in servizio di tubercolosi polmonare: è morto non perché si fosse contagiato sul posto di lavoro, ma perché fumava e (soprattutto) beveva come una spugna.

Lei era ancora una ragazzina piena di sogni e di speranze quando, rimasta orfana maggiore di dieci figli, ha dovuto interrompere la scuola secondaria per mantenere la famiglia. Ha dovuto lasciare gli studi suo malgrado quando era già in quarto anno all'Istituto tecnico di Agronomia, ha dovuto rinunciare alla sua passione per le materie scientifiche e ha dovuto prendere il posto di lavoro di suo padre, guadagnando il salario dello Stato, lavorando dapprima come lavandaia e poi come cuoca in ospedale. Adesso lo Stato ha tagliato la paga a tutti coloro che hanno sostituito lavoratori deceduti, anche se morti in servizio e per causa di servizio. E Maman Mahata si è ritrovata disoccupata con 5 figli piccoli e il marito a carico: sì, anche suo marito!

Negli ultimi due anni suo marito, l'ex professor Mulandu, è quasi sempre ubriaco. So che anche lui è un intellettuale, e che era stato in passato un insegnante di scuola secondaria, malpagato come tutti gli insegnanti ma almeno non dipendente economicamente da sua moglie. Però un brutto giorno il preside dell'Istituto Agrario lo ha sorpreso incapace di intendere e di volere sdraiato per terra in mezzo alla strada sterrata che sale per cinque chilometri dalla scuola della missione, dove lui insegnava, fino all'ospedale accanto al quale abita con la moglie. Il preside gli avrebbe volentieri evitato quella vergogna e forse anche il licenziamento, ma purtroppo insieme con il preside c'erano anche gli allievi dell'Istituto, che si sono presi gioco del Professore Ubriaco, senza avere neanche la pietà di portargli soccorso e di toglierlo dalla strada.

Dopo che il professor Mulandu era rimasto sdraiato per terra dalle 3 del pomeriggio alle 9 di sera sua moglie Mahata, finalmente avvisata, è scesa fino alla missione a piedi per trasportarlo a casa a spalle, per cinque chilometri. Il giorno dopo la scuola lo ha licenziato. Allora Mahata mi ha chiesto se poteva aiutarmi il pomeriggio a mettere i guanti e a prelevare la pressione e la frequenza cardiaca durante la consultazione nel mio studio. Si è dimostrata subito bravissima. E nel 2003 si è iscritta ai corsi dell'Itm per infermiere. Al mattino studia e il pomeriggio lavora. Con me nel mio studio, assistendomi nella consultazione. Dicono che è debole nella teoria, ma con me è bravissima nella pratica professionale. Comunque è già stata promossa in seconda e forse anche quest'anno ce la farà. Mancano la terza e la quarta. Coraggio, Maman Mahata, non mollare!

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