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Analisi della situazione attuale sul Litorale Domitio e prospettive per il futuro

Guardando il futuro

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E' in progetto la "ricostruzione" del Litorale Domitio, zona costiera che va da Pozzuoli, a Mondragone, nel Comune di Castel Volturno. Zona che in passato è stata violentata dal'abusivismo edilizio e dalla distruzione ambientale. Zona inquinata dai rifiuti tossici . Ora si parla di ricostruzione, ma su quale progetto? Ancora una volta coloro che hanno distrutto si propongono come i nuovi costruttori.
20 dicembre 2003
Padre Giorgio Poletti
Fonte: Missionari Comboniani di Castel Volturno

Guardando il Futuro

Quale sarà il futuro di questo territorio? Dopo le devastazioni del passato possiamo sperare in un progetto che rispetti l’ambiente e migliori la qualità della vita per le persone che vivono su questo territorio? Sono domande che le persone perbene, alle quali sta a cuore questo pezzo di Litorale si pongono quotidianamente.
La prima constatazione è che il territorio è strangolato dalla camorra e da altre forze che si contendono il futuro sviluppo del territorio. Interessi nascosti, impossessarsi del denaro che arriverà, tentativi da parte delle varie istituzioni di impossessarsi del denaro in arrivo, ritagliarsi una fetta, anche piccola, dell’Accordo di Programma, è una corsa al proprio interesse. Il connubio tra economia, politica e religione fa si che il cittadino si senta impotente. Ciò che si vive a livello locale trova il suo corrispondente a livello nazionale e produce nelle persone per bene un senso di smarrimento e di impotenza e ancora una volta la certezza che non è l’onestà che premia ma l’intrallazzo e il potere che viene dal denaro. I problemi del Litorale Domitio non si risolvono a Castel Volturno, ma a Roma. L’avallo agli intrallazzi di Castel Volturno trova sostegno più in alto.
Le varie forze in campo si dividono la futura ricostruzione del Litorale accaparrandosi i vari servizi pubblici: sanità nel progetto che prevede l’utilizzo del denaro pubblico per la costruzione di servizi medici privati, i trasporti con il progetto megagalattico del porto S.Bartolomeo ingrandendolo da 250 posti barca a 1200 posti barca in un progetto pazzesco, non sostenuto da un entroterra capace di integrarlo. Già ora l’entroterra non integra la cittadina di Pineta Mare. La gestione della nettezza urbana…, dei vari servizi urbani come l’acqua le fognature…
Ancora una volta i vari progetti prevedono gettate di cemento… come se questo territorio non fosse stato violentato abbastanza dal cemento versato in passato. Si invoca l’abbattimento delle otto torri come segno che esprime la volontà delle famiglie Coppola di un cambiamento, purtroppo però “il lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Ho passato anni in cantiere quand’ero giovane, non sono nato in seminario e mi sono bastate alcune osservazioni ai lavori sulla Domitiana (subito all’inizio) a Destra Volturno per capire che ancora una volta ci stavano prendendo in giro…
Ho ascoltato la giovane Coppola e con lei abbiamo parlato di cultura, di un progetto culturale, di una biblioteca e altre cose e la ho ascoltata con simpatia, disponibile, poi vado per caso alla Scuola S.Rocco, alle Medie e alla Materna e rimango sbalordito dalla situazione ambientale e dallo sfacelo nel quale vengono educate le nuove generazioni: una palestra, un bene inestimabile, nell’abbandono totale, muri coperti da scritte oscene, il laghetto davanti alla Chiesa pieno di m…. Non so bene il perché di questo abbandono colpevole, probabilmente la scuola si situa nel contenzioso tra i Coppola e lo Stato, cioè non è di nessuno, ma intanto i bambini/e crescono in un immondezzaio. Dove sono le autorità competenti? Altroché i grandi progetti…
La lista delle inadempienze, dell’assenza delle autorità è ormai conosciuta da chi vive su questo territorio, non vogliamo ripeterla.
Qui ognuno “tira l’acqua al suo mulino” nella speranza di mettere le mani su qualcosa o sul denaro che arriverà. Provate solo ad immaginare cosa si sta scatenando nella previsione della costruzione del nuovo aeroporto di Napoli a Grazzanise… Chi sono i proprietari dei terreni, senz’altro parecchi sono gente di Casal di Principe…
Ho scoperto in questi anni che la mentalità che corre è quella che il denaro non ha padrone, che appartiene al più furbo, a quello che con progetti fasulli o con “ammanigliamenti” riesce a metterci le mani sopra, sia pure denaro dello Stato come l’8 per mille gestito dalla chiesa.
Sogno qualche volta che si riesca a trasformare gli abitanti di questo territorio in autentici cittadini e non solo fruitori del territorio. Sarebbe una grande opera culturale un progetto volto a creare una mentalità cittadina, a formare una comunità autentica. Ma, come abbiamo detto altre volte, Castel Volturno non esiste, non basta mettere i nomi alle vie… siamo un quartiere di Villa Literno, Casal di Principe…, siamo il versatoio e lo scarico delle città che stanno attorno a noi, perché da lontano vengono organizzati il crimine e lo sfruttamento del territorio, i padroni non vivono a Castel Volturno. Qui si ricevono ordini.
Mi chiedo spesso chi dà le disposizioni, chi dirige la partita, perché tutti noi siamo parte di un grande scacchiere, siamo delle pedine e spesso non ci accorgiamo di far parte di un progetto che non conosciamo. A qualcuno viene dato un po’ di denaro, un po’ di importanza e costui finisce per diventare uno strumento… all’altro gli si approva un progetto…
Rido quando il giornale dà la notizia di molti chilometri quadrati di Ischitella di cui lo Stato è tornato ad esserne il proprietario e questo fatto viene sbandierato come una grande conquista. L’onestà e il diritto diventano nel nostro mondo un’eccezione e un fatto straordinario.

Padre Giorgio

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