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I nuovi malati di mente

8 settembre 2003
Padre Giorgio Poletti

Mi sdraio sul letto 5 minuti, sono le 16.00 cercando di riposare un poco, non ho la pretesa di dormire. Oggi come quasi tutti i giorni è una giornata terribile, un problema dietro l’altro. Non riesco a riposare, sento il continuo lamento e il pianto della ragazza che i medici ci hanno condotto ieri pomeriggio. Questa donna con il suo bambino è in depressione e crisi psicotica.

E’ una delle tante ragazze con bambino alla deriva in questa nostra Italia. Nigeriana, il suo compagno ha perso il lavoro, il padrone di casa li ha messi sulla strada, sono due dei tanti disperati. Lui è alla ricerca di qualche lavoro mal pagato, lei presa in custodia dal dottor Gianni e dai volontari. Ieri pomeriggio ho visto che la donna è in crisi psicotica, da diversi giorni non mangia perché ha paura di essere avvelenata, e pur troppo non da mangiare al bambino che sentendo la madre piangere piange anche lui. E’ denutrito…

Le nostre ragazze si sono subito prodigate ed è bello vedere questa gara di solidarietà per convincere la donna a mangiare, qualcuna di loro ci è passata attraverso questa esperienza e ne è uscita… So che è difficile. E’ un problema complesso che coinvolge la psicologia e la religione. Quando queste ragazze entrano in uno stato di debolezza perché mangiano poco e male, quando si spengono le speranze che le ha portate qui dalla lontana Nigeria incominciano le crisi psico-religiose.

E’ questo un problema che aumenterà notevolmente nei prossimi anni. Ho interrotto…sono stato con lei per qualche tempo cercando di confortarla, è anche una depressione puerperale. Una somma di tutti mali del corpo e dell’anima. E’ straziante sentirla gridare e poter fare molto poco. In questo mondo di discriminati Dio c’è ma non può essere che dalla parte di questi dannati destinati ad aumentare.

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Quando istituiremo, in Europa, un Pinochet Day, nel quale celebrare le vittime delle violenze perpetrate in un intero continente, da dittatori creati e sostenuti non dalla barbarie di questi popoli ancora così «primitivi» e bisognosi di educazione democratica, ma dai pretesi educatori di cui noi siamo stati, e siamo ancora, fedeli e sottomessi alleati?

Gianni Vattimo - Il sangue dei cileni L'Unità 20.01.2004 http://www.unita.it

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