Fausto Bertinotti, Altiero Spinelli e la costituzione europea
L'intervento di Fausto Bertinotti nella conferenza stampa (26/10) di presentazione della posizione della Sinistra europea nei confronti del trattato costituzionale e la sua affermazione che Altiero Spinelli "non l'avrebbe firmata" mi hanno colpito. Io credo, al contrario, che Spinelli, se fosse ancora vivo, avrebbe firmato questo trattato seppur turandosi il naso.
La differenza tra Altiero Spinelli e Fausto Bertinotti è molto semplice: il primo ha fatto della battaglia per una Europa democratica, federalista e sociale la scelta della propria vita sin da quando ha lasciato il confino politico di Ventotene nel 1943. Il secondo ha accettato l'Europa come soggetto attivo e come spazio di azione politica e sociale solo da poco tempo. Il partito della sinistra europea, di cui Bertinotti è il leader, è un progetto nato solo a maggio del 2004. Sessantatre anni dopo il Manifesto di Ventotene!
Se Spinelli fosse ancora vivo, durante i lavori della Convenzione europea per la stesura della bozza costituzionale, avrebbe fatto una battaglia politica al fine di ottenere un progetto più avanzato e più vicino alle esigenze dei cittadini e delle cittadine europei. Come aveva fatto, peraltro, nel 1984 con il Trattato UE approvato dal Parlamento europeo e rigettato, in seguito, dai governi.
In una prima stesura redatta dalla Convenzione l'articolo 1 prevedeva il modello federale come prospettiva finale del processo di integrazione europea. In seguito il governo italiano, tramite il suo rappresentante Gianfranco Fini, ha presentato un emendamento (vedi http://italy.peacelink.org/europace/docs/404-6570_emendamenti_fini1-16.rtf) volto a cancellare il termine federale (e ogni riferimento alla pace negli articoli 2 e 3). Non mi risulta che la sinistra abbia fatto una battaglia politica per opporsi a questa proposta e, soprattutto, che abbia saputo trasmettere ai suoi elettori e ai movimenti di cui si vuole far interprete l'importanza del lavoro svolto dalla Convenzione europea.
In tale consesso erano rappresentati non solo i governi ma anche i parlamenti nazionali e il parlamento europeo. Mi chiedo perchè gli esponenti dell'attuale sinistra europea non hanno portato avanti la battaglia per l'altra Europa dentro le istituzioni di cui fanno legittimamente parte? E perchè non hanno coinvolto i cittadini e le cittadine? Perchè non si sono fatti interpreti delle richieste provenienti dai movimenti? Perchè al primo forum sociale europeo non ci hanno detto che potevamo fare qualcosa tramite i rappresentanti dei parlamenti in convenzione per opporsi alla deriva governativa? Perchè non hanno proposto un metodo di revisione del trattato che non sia lasciato in mano ai governi?
Ora ci troviamo davanti a un trattato che non ci piace. Ognuno di noi ha qualcosa da proporre o modificare: dal ripudio della guerra, alla cittadinanza di residenza fino all'abolizione del potere di veto nel processo decisionale e nel metodo di revisione. La domanda che porgo a Bertinotti è la seguente: sei sicuro che rigettando questo trattato non fai un favore alla forze nazionaliste ed antieuropee? Sei sicuro che tornando al trattato di Nizza la situazione non peggiori? E della Carta dei diritti non te ne frega niente?
Da parte di uno che crede nel "sogno europeo" di una Europa unita e libera come un primo passo necessario per la costruzione di un'altro mondo possibile chiedo ai militanti che fanno riferimento alla sinistra europea di riflettere in modo costruttivo sulla posizione da assumere nei confronti di questo trattato e di impegnarsi da subito, e indipendentemente da ciò, in una campagna europea per l'altra Europa democratica, federalista, pacifista e sociale.
Nicola Vallinoto
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