Lo stato dell'arte sulla Direttiva Bolkestein

14 aprile 2005
Marco Bersani

Care/i, mi sembra utile fornire a tutte/i un aggiornamento sullo stato dell'arte
della Direttiva e della mobilitazione contro la stessa.

La Proposta di Direttiva è stata approvata dalla Commissione Europea il 13 gennaio 2004 ed è da allora sottoposta al vaglio del Consiglio Europeo (ovvero i Governi nazionali) e del Parlamento Europeo.

I tempi previsti di approvazione sono slittati in seguito alle mobilitazioni che hanno aperto contraddizioni ai diversi livelli, anche nei Governi stessi.

Attualmente la Direttiva è all'esame delle Commissioni Ambiente, Lavoro e Affari Sociali. Queste Commissioni devono esprimere un parere che verrà assunto, con discrezionalità, dalla Commissione Mercato Interno, la quale a sua volta dovrà emettere un parere complessivo. Da quest'ultima passerà in prima lettura al Parlamento Europeo - data ipotizzata 8 giugno- il quale potrà produrre e votare emendamenti. Gli emendamenti del PE, i pareri del Consiglio Europeo e i pareri delle Commissioni saranno oggetto di una rivisitazione complessiva della Direttiva, che infine verrà ripresentata al Parlamento Europeo in seconda e definitiva lettura, durante la quale il PE potrà solo approvare o respingere la Direttiva (data prevista 29 settembre).

E' importante sottolineare come, per le procedure dell'UE, gli emendamenti e i pareri, anche se votati, non modificano automaticamente la Direttiva, ma vengono considerati "opinioni" di cui tenere conto nella ridefinizione complessiva del testo. Ad oggi, si è pronunciata solo la Commissione Ambiente, la quale ha chiesto l'eliminazione dei servizi di interesse generale dal campo di applicazione della Direttiva; il ritiro del principio del Paese d'origine e la non operatività della Direttiva -se approvata- sino a quando non sia approvata una Direttiva quadro sui servizi di interesse generale. Quindi, anche se non è stato chiesto il ritiro, questa Commissione ha prodotto un risultato fortemente critico sull'impianto della Direttiva stessa.

Per quanto riguarda i Governi, la situazione è decisamente in movimento: ad una presa di posizione iniziale in cui tutti i Governi si erano espressi positivamente, con richieste leggere di deroga per questo o quel servizio, si è passati ad una posizione fortemente dialettica, nella quale si trovano oggi schierati per la Direttiva il governo inglese e quelli dei paesi dell'est; su posizioni fortemente critiche sono invece posizionati il governo tedesco, e soprattutto il governo francese, il cui Presidente Chirac ha chiesto addirittura l'azzeramento della Direttiva.

Queste posizioni, se pur delineano contraddizioni aperte dalla mobilitazione sociale, vanno tuttavia considerate "tattiche".

Per quanto riguarda il Governo
tedesco, le critiche alla Bolkestein fanno parte di un progetto di scambio che coinvolge anche la Direttiva Reach (autorizzazione unica europea su tutte le sostanze chimiche prodotte). Il Governo tedesco sta cercando di mercanteggiare con il Presidente della Commissione Europea un ammorbidimento della Direttiva Bolkestein con un analogo ammorbidimento della Direttiva Reach, che essendo molto restrittiva, non piace all'industria tedesca (e neppure a Barroso, che se l'è trovata, come le altre, dalla Commissione precedente).

Per quanto riguarda il Governo francese, tutto è legato al sacro terrore di perdere il referendum sul Trattato Costituzionale europeo che in Francia si terrà il 29 maggio e che vede, nei sondaggi, il NO in testa con uno stabile 55%.

Il Governo italiano, favorevole alla Direttiva, non sembra tuttavia aver assunto un particolare ruolo politico in questa fase.

Per quanto riguarda le forze politiche presenti al Parlamento Europeo il gruppo GUE/NGL (sinistra radicale) è schierato per il ritiro; su posizioni fortemente critiche, anche se non chiedono il ritiro, sono posizionati i Verdi e il Gruppo Socialista. Gli europarlamentari italiani che fanno riferimento all'Unione hanno approvato un documento unitario contro la Direttiva Bolkestein, a cui per ora non ha fatto seguito analoga posizione nelle votazioni concrete : ad oggi gli
europarlamentari della Margherita, quando si trovano di fronte al voto su
mozioni e ordini del giorno sull'argomento, votano a favore della Bolkestein.

Per quanto riguarda la mobilitazione sociale e sindacale, è molto forte in Belgio, in Danimarca, in Francia e in Germania. In Italia sta crescendo e sono ormai diverse decine le iniziative in corso in tutti i territori.
Il punto alto della mobilitazione europea è stato il 19 marzo, quando una manifestazione di 120000 persone ha invaso Bruxelles. Significativa la partecipazione dei lavoratori dei paesi dell'est. Le reti di movimento sono tutte schierate per il ritiro della Direttiva, così come i sindacati di base, mentre la Confederazione Europea dei Sindacati (Ces), pur essendo partita con un'opposizione a dir poco timida, ha visto crescere al proprio interno la pressione di diverse categorie europee schierate per il ritiro (Funzione Pubblica, Fiom, Edili, Scuola, Trasporti etc.) ed è ora approdata ad una posizione fortemente critica, anche se ancora immersa nell'ambiguità della richiesta di "forti emendamenti" alla Bolkestein.

Le roboanti dichiarazioni di stampa su un "congelamento" della Direttiva o su una sua "riscrittura" vanno lette come cortina fumogena, volta ad abbassare
l'attenzione e la mobilitazione sociale. E' vero che il Consiglio Europeo di Bruxelles ha per la prima volta scritto nero su bianco che la Direttiva ha suscitato contestazioni a 360 gradi. Tuttavia, non bisogna farsi ingannare: l'iter continua e l'abbassamento dei toni vuol solo cercare di favorire l'esito per il SI al referendum francese. Così come, si attende il cambiamento del Presidente di turno dell'UE (dal 1 luglio sarà inglese) per dare una definitiva accelerazione alla Bolkestein.

Molto importante è stata la giornata di studio europea che si è svolta a
Bruxelles il 18 marzo, organizzata dal Gue/Ngl e dalla rete europea di Attac, con la partecipazione di tutte le forze politche, sindacali e di movimento.

Si è deciso di dar vita ad un coordinamento stabile della campagna europea, di promuovere un'altra giornata di studio verso l'8 giugno, in corrispondenza del primo passaggio della Bolkestein al Parlamento Europeo, e infine di studiare la costruzione di un'altra giornata di lotta europea. Inoltre si è proposto di caratterizzare tutte le manifestazioni del 1 maggio con la parola d'ordine del ritiro della Direttiva e di promuovere iniziative di sensibilizzazione rivolte specificamente ai movimenti dell'est europeo.

Questo è il quadro generale, mentre nei territori continua l'organizzazione di iniziative, la raccolta di firme sulla petizione popolare e l'iniziativa sugli Enti Locali perchè si pronuncino contro la Direttiva. Un ulteriore passaggio avverrà al Forum Sociale del Mediterraneo che si terrà a Barcellona dal 16 al 19 giugno, dove la Campagna Nazionale Stop Bolkestein promuoverà un seminario su "servizi pubblici, bolkestein,gats ed euromed" insieme alla Federazione Mediterranea dei Sindacati della Funzione Pubblica.
Infine, la campagna Bolkestein cercherà di saldarsi con le lotte contro
il Gats, ovvero l'Accordo Generale sul Commercio dei Servizi, promosso dal
WTO e che in questo 2005 avrà due importanti tappe -luglio ed ottobre- a
Ginevra, fino all'approdo di dicembre 2005, quando ad Honk Kong si terrà
il nuovo round del WTO (dopo Seattle, Doha e Cancun).

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