Passata la giornata, gabbato 'o martire

Retorica e memoria. Come si strumentalizza l'impegno contro le mafie

Oggi tutti celebrano il Giovanni Falcone martire dell'antimafia. Ma quanti lo difesero dalle infamanti accuse all'epoca? E chi si impegna quotidianamente nel far si che il suo sacrificio non sia stato vano tra i tromboni della retorica?
23 maggio 2007

Un altro anniversario è passato. Anche quest'anno pompe magne, navi della legalità, cerimonie su cerimonie, retoriche dai colli romani e tutto il cerimoniale che ben conosciamo è stato sfoggiato, da Napolitano in giù, per ricordare Giovanni Falcone, il magistrato coraggioso ucciso dalla mafia. Oggi tutti parlano di legalità, tutti hanno lanciato appelli e tra questi non poteva mancare quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai cittadini, appelli ormai diventati una costante di ogni occasione pubblica del suo settenato (e ancora passa un anno...). Legalità, memoria, impegno civile.

Bellissime parole, commoventi nel ricordare Giovanni Falcone. Ma purtroppo la mafia non la si combatte con le belle parole nè tantomeno con gli appelli ai cittadini. Falcone andrebbe ricordato 365 giorni l'anno, ricordandone soprattutto gli insegnamenti e l'impegno negli anni, portandolo avanti. La retorica nel giorno dell'anniversario è inutile quanto ipocrita se non associata ad un impegno serio, diffuso e costante. Proprio quello che manca nel nostro Paese.

Quanti si sono impegnati in questi 60 anni a chiedere giustizia per la strage di Portella della Ginestra? Qualcuno, nei palazzi romani, si è realmente battuto perché la richiesta di giustizia dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza della Loggia, del treno Italicus, della Banca dell'Agricoltura, di Ustica sia finalmente soddisfatta? Negli ultimi anni si ricorda solo un ministro accusare Bolognese, il presidente dell'Associazione delle Vittime, di essere un politico estremista...


Oggi le televisioni e i giornali parlano, parlano, ci inondano di fiumi di retorica. Ma quante parole sono state spese in solidarietà con Casablanca, il mensile catanese fondato da Graziella Proto e Riccardo Orioles, vittima di numerose intimidazioni negli ultimi mesi? Napolitano invita alla mobilitazione civile.  E quanto la politica si muoverà? Quanto lo Stato realmente darà vita ad un'attività seria e continuata nei territori dove la camorra, la 'ndrangheta e le varie mafie fioriscono sulle connivenze e sulle malgestioni pubbliche? Oggi ci parlano di Falcone come di un eroe, come di un uomo santo.

Oggi Falcone, fra non molte settimane Borsellino. E anche quel giorno non ci risparmieranno retorica su retorica, proclamazioni delle più roboanti parole. Qualcuno finalmente ci farà vedere in prima serata l'ultima intervista di Borsellino, quella in cui si parlò apertamente delle inchieste che il magistrato stava conducendo sul traffico di droga e che coinvolgevano esponenti del mondo politico ed economico? E magari il più importante telegiornale nazionale (pagato con i soldi dei contribuenti italiani), dopo 10 anni, riesumerà l'intervista a Rita Borsellino nella quale la sorella del magistrato ucciso rammenta proprio il contenuto di quell'intervista?

La nave della legalità. Oltre mille giovani questa mattina sono sbarcati dal natante sui moli palermitani, nell'ambito delle iniziative volte alla sensibilizzazione di bambini, adolescenti e giovani. Iniziativa più che lodevole della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. E quanti, tra gli adulti attuali, ricorderanno loro gli ideali e la sensibilizzazione di oggi? Quanti invece li inviteranno a coltivare i propri interessi egoistici, a non interrogarsi, a farsi i fatti loro davanti all'arroganza, al clientelismo, alla prepotenza illegale? Quanti li inviteranno ad essere cittadini onesti e responsabili e quanti che senza i favori del tal politico, senza la spintarella del partito non si va avanti? Ricordate le violenze di Catania di qualche mese fa durante e al termine di un incontro di calcio? Sono bastate due settimane e qualche calcolo economico dei presidenti di Serie A perché tutto passasse nel dimenticatoio, cancellato dall'ennesimo colpo di spugna dopo la retorica falsamente indignata del momento. Alcuni studenti di Catania chiesero ai loro professori di riflettere, di interrogarsi su come la violenza potesse degenerare così, quali le cause possibili e quale futuro costruire perché non ci siano altri episodi in futuro. Fu loro risposto che stavano avanzando pretese arroganti, che era solo presunzione la loro.

Giustizia. Oggi viene invocata,perché non fu invocata negli anni scorsi quando hanno consegnato migliaia, se non milioni di persone all'illegalità, al mancato riconoscimento dei loro diritti umani e civili, alla precarietà sociale, agli usurai e agli sfruttatori? Come può una ragazza sfruttata nell'orrido mercato della prostituzione denunciare i propri aguzzini se alla fine pagherà solo lei con le reclusione in un lager?

Legalità. Nel 2002 un ministro affermò testualmente che la mafia è sempre esistita e che bisogna farsene una ragione, anzi lo Stato deve imparare a convivere pacificamente con essa. 5 anni dopo nessuno lo ha ancora smentito.
Giustizia. Legalità. Termini di cui i nostri media ridondano. A intermittenza. Forche enormi sono state innalzate in questi anni. Un ministro affermò che è legittimo picchiare selvaggiamente e arrestare arbitrariamente una persona se immigrata. Un alto esponente di un partito politico di rilevanza nazionale ha affermato in Tv di essere protagonista, nella sua città di origine, di ronde notturne armate di spranghe e bastoni contro senzatetto e migranti. E' stato condannato, tra l'altro, ad un anno e mezzo per aver incendiato un dormitorio pubblico. Oggi è europarlamentare...

Quante forche, all'occorrenza, a seconda dello share, sono state innalzate in questi anni da giornali e Tv. Ricordate "gli albanesi di Novi Ligure"? E il "clandestino islamico" di Erba? Repressione, repressione, qualcuno ha invocato anche la pena di morte senza processo. In entrambi i casi le accuse erano infondate, pretestuose e ingiuste. Poche settimane fa i giornali strabordavano articoli sulla vicenda di Vanessa, la ragazza uccisa in un metrò. Oggi si è scoperto che la ragazza stava seguendo un percorso per uscire dalla tossicodipendenza. Ieri Vanessa era una povera vittima dei clandestini criminali, ora è diventata una tossica esaltata. A Novi Ligure non c'erano prove del coinvolgimento di albanesi, ad Erba Azuz non poteva mai essere colpevole. Eppure tutti giustizialisti e forcaioli. Oggi è coinvolta la gente bene e quindi nessun organo di stampa ci commuove con servizi sui poveri bimbi abusati, nessun servizio lacrimevole in nessun telegiornale. Anzi tutti con gli accusati, tutti convinti dell'innocenza delle "povere maestre". E dell'autore televisivo... Eppure il quadro accusatorio è ogni giorno più pesante e gli indizi sempre più gravi.

Giustizia. Di quanta spazzatura di provenienza dai paesi più diversi ci inonda la Tv? Eppure c'è voluta un'aspra battaglia perché fosse trasmessa (e, diciamoci la franca verità, siamo sicuri accadrà?) l'ultima puntata di un'inchiesta della BBC. Inchiesta che soffre di pesanti errori e imprecisioni ma che documenta una situazione gravissima e terribile, che dovrebbe interrogare tutte le coscienze ed indignare oltremodo.

Legalità. Quella violata in nome degli interessi più diversi. Ci hanno informato sulla prima condanna per le violenze di stato al G8 di Genova del 2001? I nostri alti politici, sempre pronti a diluvi retorici, hanno speso anche solo una parola? La Rai trasmetterà mai Bella Ciao, il film documentario da Lei prodotto su quei giorni? O Mare Nostrum, il film del suo regista Stefano Mencherini sui Lager di Illegalità Totale(i cosiddetti Cpt) e sugli abusi che i migranti subiscono in Italia? I palinsesti sono pieni di canzonissime, quiz show, eredità, domeniche in e out e lo spazio manca sempre...

Legalità e giustizia. Un uomo dello Stato è stato ucciso in un attentato terroristico di Stato. Non soltanto nessun politico si è mai impegnato perché il colpevole venga condannato, ma nessuno ha difeso una delle vittime(salva solo per miracolo) di quell'attentato dagli attacchi più spregevoli e violenti. Qualcuno ha invocato per lei uno stupro di gruppo in una caserma militare. Chi si è sollevato indignato? Chi ha condannato quelle volgari e disumane parole? Nessuno!

Nessuna giustizia per Rahmatullah Hanefi, persona prima strumentalizzata e poi abbandonata dal governo italiano. I 15 giorni promessi da Karzai sono terminati, quando si muoverà il signor D'Alema? I diritti umani e la giustizia non valgono per il direttore di Emergency...

Tanti, tantissimi, sono i fatti, gli avvenimenti e le strumentalizzazioni ad intermittenza ancora da documentare. Il conto è già pesantissimo, ma anche parzialissimo. Legalità, giustizia sono oggi vendute e svendute sul mercato della retorica mass mediatica e politica. Proclami buoni all'occorrenza e buttati nella spazzatura quando coinvolgono alti papaveri, interessi militari(do you remember i crimini di guerra del 1999 in Serbia?), economici, politici e mediatici. Oggi hanno sbattuto in prima pagina il ricordo di Falcone, l'hanno strumentalizzato nel concorso di Mister retorica più roboante. Ma nei fatti le mafie prosperano, l'impegno di Falcone è stato perseguitato e neutralizzato. Domani tutti torneranno ai loro impegni quotidiani. E alle loro connivenze, clientelismi e malaffari illegali e criminali. Legalità e giustizia non serviranno più. Se non per altra retorica...

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