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    8 settembre 2025 - Alessandro Marescotti

220 mila tonnellate di scorie dalle centrali nucleari

Quelle italiane più pericolose sono state parcheggiate in Francia e Inghilterra, ma potrebbero finire in Russia
17 novembre 2004
Giorgio Salvetti
Fonte: www.ilmanifesto.it
9.11.04

Con il petrolio a 50 dollari al barile, si torna a parlare con insistenza dei pregi dell'energia nucleare: sarebbero stati elevati i parametri di sicurezza e i costi, si dice, sarebbero convenienti. Proprio la Francia sta per costruire un nuovo reattore di terza generazione e aumentare quindi la produzione di energia elettrica di origine nucleare che già ammonta al 78%. Non va però dimenticato che ai costi per la costruzione e il funzionamento dei reattori vanno aggiunti i costi per lo smaltimento delle scorie. Una montagna di rifiuti radioattivi altamente pericolosi e con periodi di decadimento molto elevati: perché la radioattività degli scarti si riduca sotto i livelli di rischio occorrono fino a 1000 anni.

Centrali elettronucleari e impianti di arricchimento e ritrattamento del combustibile nucleare hanno finora prodotto in tutto il mondo circa 220mila tonnellate di scorie: nel 2005 si stima aumenteranno a 270mila. A queste cifre vanno aggiunte le scorie che rimangono nel caso in cui una centrale vada smantellata, in questo caso si tratta di materiale meno radioattivo ma più abbondante: due volte e mezzo superiore alle scorie prodotte in 40 anni di funzionamento dell'impianto stesso. Alle scorie va poi aggiunto il plutonio che deriva dalla lavorazione del combustibile nucleare: i paesi dell'Ocse ne producono circa 50 tonnellate all'anno, senza contare le 250 tonnellate di plutonio per uso militare. Il periodo di decadimento del plutonio arriva addirittura a 250mila anni.
In Italia, nel 2005, secondo un rapporto di Greenpeace, si raggiungeranno le 90 mila tonnellate di scorie: 55 mila metri cubi sono già stati prodotti dalle centrali ormai chiuse, di cui 35mila sono stoccate proprio nei vecchi impianti. A queste vanno sommati i rifiuti radioattivi di ospedali e impianti industriali e altre 60 mila tonnellate derivanti dallo smaltimento delle vecchie centrali.

Fortunatamente, il 98% di queste scorie è di bassa attività e può essere stoccato in depositi di superficie. Ma ci sono 1500 tonnellate di materiale irraggiato proveniente dai vecchi impianti di Latina e Garigliano altamente radioattivo stoccato in Inghilterra, a Sellafield, per essere trattato e ricavarne uranio e plutonio. Secondo gli accordi con gli inglesi, dovrebbero già essere rispediti al mittente anche se l'Italia sta trattando per prolungare i tempi di stoccaggio, probabilmente in attesa di poter trasferire lo scomodo carico in Russia. Altre 62 tonnellate di materiale irraggiato non inviato al riprocessamento in Gran Bretagna sono invece immagazzinate nel reattore disattivato Superphenix a Creys Malville, in Francia, ma anche queste dovrebbero rientrare entro il 2007; già dal prossimo anno potrebbero iniziare le operazioni di trasporto a meno di ottenere una proroga e mandare il tutto in Russia.

Anche di questo avrebbero parlato Berlusconi e Putin nei giorni scorsi. L'ipotesi è che si stia studiando un piano per inviare i rifiuti radioattivi italiani a Mayak, la celebre discarica nucleare negli Urali dove negli anni `50 vennero gettate le scorie nel fiume contaminando 250 mila persone e dove nel 1957 un'esplosione pari alla metà di Chernobyl contaminò altre 272 mila persone. Ora Putin ha deciso di riaprire l'area per importare scorie fino a 20mila tonnellate in cambio di 20 miliardi di dollari.

Sociale.network

@peacelink - 11/9/2025 10:36


Verso il rinvio del bando di cessione. Lo riferisce il Quotidiano di Puglia.

La scadenza é attualmente fissata al 15 settembre stando al nuovo bando di vendita lanciato lo scorso 7 agosto e con il rinvio si andrebbe probabilmente alla fine del mese. La notizia dello slittamento dei termini della gara è riportata oggi da “Il Messaggero”

@peacelink - 11/9/2025 10:34


Venuto meno il fabbisogno di grandi quantità di , gli azeri avrebbero perso interesse, decidendo di spostare gli investimenti previsti su altri importanti asset italiani. Con il primo bando di gara per la vendita dell'ex Ilva, quello lanciato a luglio 2024, la proposta degli azeri era stata giudicata la migliore fra quelle tre pervenute per l'intero gruppo. Le altre due erano quelle di e . rainews.it/tgr/puglia/articoli

@peacelink - 11/9/2025 10:28

CALL4INNOVIT 2025: CANDIDATURE APERTE FINO AL 1° OTTOBRE PER LE PMI DEL CLEAN TECH, AGRIFOOD TECH E BLUE ECONOMY

L’iniziativa è promossa da INNOVIT, hub strategico nel cuore della Silicon Valley che sostiene la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Info: call4innovitsf.com

@peacelink - 11/9/2025 9:07

Ex Ilva, sfida a due ma solo con "massime garanzie dello Stato". Chi resta in corsa per l'acciaieria di - Affaritaliani.it

Oltre a , resta in corsa anche il fondo statunitense Industries. Si va quindi verso una sfida a due per l'intero pacchetto, con gli azeri di Steel ormai fuori dai giochi.

affaritaliani.it/economia/ex-i

@peacelink - 11/9/2025 7:31

, discorso di Ursula von der sullo stato dell'Unione: il sondaggio Ipsos EuroPulse | Ipsos

Secondo l'ultimo sondaggio EuroPulse (realizzato da KnowledgePanel) di Ipsos, nell'agosto 2025 solo il 23% dei cittadini (22% in Italia) ha espresso un parere positivo sulla Commissione europea sotto la sua presidenza, mentre il 36% ha espresso un parere negativo. Il gruppo più numeroso, più di quattro su dieci, resta neutrale o indeciso.
ipsos.com/it-it/soteu-2025-dis

@peacelink - 11/9/2025 7:25


, i tre diversi no di --

In ordine sparso, con 5 mozioni diverse, ma con alcuni punti di convergenza: così si presentano le opposizioni oggi alla , per il dibattito sull’aumento delle deciso a giugno nel vertice Nato.
ilmanifesto.it/riarmo-nato-i-t

@peacelink - 11/9/2025 7:18


Global Sumud , giovedì da la partenza italiana

Il termine è una parola araba che significa "resilienza" o "ferma perseveranza".

siracusaoggi.it/global-sumud-f

@peacelink - 10/9/2025 15:22


Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, alcuni droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco, spingendo Varsavia a invocare l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico. Questo meccanismo prevede la consultazione immediata tra i Paesi membri ogni volta che uno Stato ritenga minacciata la propria sicurezza o integrità territoriale. Diverso dall’articolo 5, che obbliga alla difesa collettiva, l’articolo 4 non implica interventi militari automatici
fanpage.it/live/guerra-russia-

@peacelink - 10/9/2025 15:14


Il ministero della Difesa russo afferma di essere "pronto" a "consultazioni" con il ministero della Difesa polacco e sostiene che le forze armate del Cremlino non avessero obiettivi in territorio polacco. Lo riporta la Tass.

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Per recitare le guerre nel teatro della Storia, gli attori hanno indossato, di volta in volta, la maschera del Patriottismo, dell’Orgoglio, della Necessità o della Fede. Ma sotto ognuna di esse si cela sempre lo stesso volto: l’Interesse.

Stellario Panarello (star@nwabz.com)

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