Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

Usa: asciugare la biancheria diventa uno spreco di energia

Se gli americani usassero gli stendi biancheria verrebbero risparmiati consumi di energia per un totale di 30 milioni di tonnellate di carbone all’anno, oppure si potrebbero spegnere 15 centrali nucleari.
3 settembre 2004
Arnolfo Spezzachini

immagini google In un articolo dal titolo: “Warming the world to dry out our socks” (Scaldare il mondo per asciugare i nostri calzini), l’autore invita i cittadini americani a provvedere all’acquisto di 15 metri di cavo e procedere all’operazione di asciugatura della biancheria mediante la loro esposizione al sole ed al vento.

Secondo l’autore la famiglia media americana dedica alla asciuga biancheria una percentuale compresa tra il 5 ed il 6 per cento dei propri consumi elettrici totali, una vera enormità. Significativo il passaggio in cui l’autore sottolinea che gli americani dovrebbero superare i loro tabù ed asciugare la biancheria in modo naturale perché tanto l’underwear si vede anche per strada o su MTV.

Voi lettori potreste chiedervi dove sia il punto inquietante in questo discorsetto, eccolo: se gli americani usassero gli stendi biancheria verrebbero risparmiati consumi di energia per un totale di 30 milioni di tonnellate di carbone all’anno, oppure si potrebbero spegnere 15 centrali nucleari, e sottolineo l’enormità di questa cifra.

15 centrali nucleari.

Allo scopo di creare un confronto vi ricordo che le centrali nucleari della Francia, paese che dipende in misura sostanziosa dal nucleare, sono appena 23, incluso il celebre Phenix, come dire che se gli americani non si vergognassero di stendersi le mutande ad asciugare si potrebbero spegnere centrali nucleari per un totale quasi pari al complesso delle centrali esistenti in Francia.

L’autore di questo articolo sottolinea, inoltre, come sia vietata tale incivile pratica in molti quartieri delle astute città americane, dove, evidentemente, il disturbo di vedere una tovaglia stesa al sole nel giardinetto posteriore è maggiore di quello di avere una bella fornace nucleare sullo sfondo della Main Street.

Articoli correlati

  • La nostra solidarietà ai giovani americani
    Editoriale
    Protestano pacificamente contro il sostegno militare Usa all'esercito israeliano

    La nostra solidarietà ai giovani americani

    Chiedono un cambiamento significativo nella politica di Biden verso Israele ma ottengono pallottole e arresti. Catherine Elias - leader della protesta - dice: "Siamo nel Paese che non solo finanzia, ma produce e crea anche la maggior parte delle bombe che vengono lanciate su Gaza".
    26 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"
    Economia
    Intervista a Jeffrey Sachs sulla guerra in Ucraina, la Nato, l'Europa, gli USA e la Cina

    "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"

    "Gli Stati Uniti hanno chiamato il primo ministro Meloni e hanno detto di uscire dalla Via della Seta. Pensate che abbia avuto da sola quell’idea? L'idea statunitense è che nessuno debba rivaleggiare con la potenza degli USA. Dovremmo invece puntare a costruire un mondo multipolare e cooperativo".
    6 febbraio 2024 - Jeffrey Sachs
  • Schede
    Il 26 maggio 2004 il New York Times riconobbe i propri errori pubblicando un articolo

    Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq

    Giornali come il New York Times, fino al 2003 ostili alla guerra, finirono per accettare come veritiere le affermazioni di Powell e per considerare ineluttabile l'intervento armato. A guerra terminata non fu trovata alcuna traccia di quelle fantomatiche armi.
    16 novembre 2023
  • L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
    Latina
    Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina

    L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba

    Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
    L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
    3 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)