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Per l'ecologia della medicina

La vicenda della medicina biologica rappresenta la punta dell’iceberg di un fenomeno ecologico-culturale universale. Stiamo assistendo infatti all’estremizzazione di atteggiamenti appartenenti all’epoca moderna che  percorrono le strade del pensiero pionieristico  della conquista e del consumo.
12 luglio 2004
Maurizio Pierpaolo

La questione ecologica  nel mondo Occidentale, dopo un periodo di preoccupazione generale per la crisi energetica e  i danni all’ambiente durante gli anni Settanta, si è trasformata in  una delle tante mode. Le automobili hanno raggiunto una diffusione quasi capillare ed i consumi, compresi quelli del petrolio, sono aumentati a dismisura con la popolazione terrestre che, attualmente, corre verso i dieci miliardi di individui. Il mondo è dominato da una cultura post-industriale di matrice moderna-consumistica che abusando dell’ambiente naturale estende sempre più le zone urbanizzate con scarsa considerazione per i danni arrecati alle generazioni future. Tutti ci domandiamo però se tale sistema sarà sostenibile ancora per molto e se la regola di consumo sfrenato, derivata “dall’istantaneismo” moderno che abbiamo deciso di accogliere  in passato, sia ancora valida.

Saremo capaci di darci un po’ di autodisciplina o ci faremo soverchiare dall’azione di forze cieche?

Purtroppo gli obiettivi economici dei paesi avanzati non aiutano modificare la considerazione ecologica e tale aspetto condiziona radicalmente ogni altro atteggiamento generando una schiavitù che ci ha imprigionato all’interno di un sistema che credevamo al nostro servizio. La popolazione non riesce ad agire per cambiare la propria  condizione in quanto anestetizzata dai ”regali” del consumismo ottenibili per mezzo della “moneta dogmatica” in corso.

Il Prodotto Nazionale Lordo(PNL), uno degli elementi  fondamentali che promuove l’incremento dei consumi nei paesi avanzati, ha assunto un valore esagerato nella visione dell’economia dei paesi occidentali  per la valutazione del benessere statale. Esso rappresenta la misura di tutte le attività svolte all’interno di uno stato, anziché la valutazione positiva o negativa delle attività. In altri termini il PNL non ha nessun legame con la qualità della vita(intesa come contenuti di vita) e tende ad escludere i valori negativi della scala di valutazione complessiva non ritenendo rilevante, ai fini del calcolo del tenore di vita, la distribuzione della ricchezza fra i diversi ceti sociali.

Questo modello ci ricorda  come veniva calcolata la durata media della vita nel passato, condizionata nel calcolo dall’alto tasso di mortalità infantile e pertanto molto bassa. Il PNL proprio perché lordo, induce gli investitori  a comportamenti indiscriminati nei confronti della sostenibilità dello sviluppo, anzi spesso è inteso come ostacolo. Il PNL così concepito non soddisfa i bisogni, ma crea soltanto desideri seguendo le regole dell’edonismo ed allargando il divario fra le aspirazioni degli uomini e la possibilità di realizzazione. Il concetto di benessere in base a questi precetti, viene alterato trasformandosi in “soddisfazione dei desideri” che, come passo successivo modifica anche il concetto di realizzazione del Sé per cui la seconda casa, la potente automobile, una professione”gratificante”o  meglio di “potere” diventano simboli per esprimere la propria realizzazione. Questo modo di vivere non è però alla portata di tutti gli individui viventi sulla Terra dato che le risorse disponibili sono limitate, così i governi fanno leva su “scienziati di parte” per giustificare le proprie decisioni proprio come avviene in tema di sanità in cui gli scienziati istituzionali ricoprono di una “patina scientifica”le attività della medicina ufficiale, orientando la scelta terapeutica della popolazione verso la medicina istituzionale che “gode di scientificità”  e supporto economico da parte dello Stato. Il PNL passa anche attraverso la gestione in materia di sanità dello Stato  e le aziende farmaceutiche hanno grande interesse ad orientare le decisioni politiche, in virtù della loro potenza economica, contribuendo in maniera sempre più imponente  alla trasformazione del farmaco in bene di consumo  secondo la logica capitalistica dell’investimento finalizzato al profitto.

In questo contesto diventa regolare l’asservimento scientifico-culturale all’industria ed al commercio e pertanto l’idea di scientifica tende a “vicariare”(spostarsi), trasformandosi  secondo un percorso definito dalle grandi organizzazioni industriali e commerciali attraverso :

1) distribuzione sempre più capillare della merce con finalità di trasformazione della mentalità e delle abitudini dei consumatori.

2) profitti e utili aziendali sempre maggiori che possano ampliare l’influenza sul governo e sulle sue decisioni inerenti il PNL.

3)incremento  dei  consumi grazie alla sinergia politica-mediatica-scientifica che mira ad educare le giovani generazioni al consumo.

La vicenda della medicina biologica rappresenta la punta dell’iceberg di un fenomeno ecologico-culturale universale. Stiamo assistendo infatti all’estremizzazione di atteggiamenti appartenenti all’epoca moderna che  percorrono le strade del pensiero pionieristico  della conquista e del consumo. Oggi la Terra non è più  da conquistare, o meglio non vi sono territori da colonizzare, ma soltanto da abitare. Lo sfruttamento delle risorse del pianeta, come il petrolio non consente previsioni di consumo  a  lungo termine, come pure l’elevato tasso demografico e il crescente livello di urbanizzazione, non  consentono l’affermazione degli ordini naturali, gli unici ad essere nonostante tutto, ancora validi.

L’approccio al nuovo produce disordine perché corrompe l’ordine già costituito.

Il viaggio che stenta ad essere intrapreso è portatore di nuove esperienze, di nuovi ordinamenti, del piacere della trasgressione e di espressione di potenzialità. L’uomo però mantiene vivo il richiamo all’ignoranza che pone al di fuori della nostra visione il vantaggio derivabile per la conoscenza.

Sono forme di decadenza  che annientano il presente e neutralizzano il futuro, creando  un sistema di pensiero definibile come “amministrativo”. Questa modalità di pensiero è dominata dall’unilateralità, dalla conservazione e dalla  rivoluzione, dal sintomo e dal farmaco innescando una successione continua di parole in serie che non producono significato effettivo, cioè che producano effetti, piuttosto producono un automatismo  ripetitivo che si riassume in slogan propagandistici.

Uscire da questo meccanismo significa pertanto agire al di là  di ogni dualismo di causa – effetto, per poter anticipare il senso di fuga dal presente e di assenza di futuro: acquisire coscienza ecologica.

 

 

 

Note: *Maurizio Pierpaolo

Consegue la laurea in Filosofia – indirizzo teoretico morale, con una tesi sul disagio della civiltà secondo Freud – presso l’Università degli Studi di  Bologna.

Titolare dello studio di filosofia applicata e counseling di Bologna, nonché responsabile per le attività didattiche e  d’informazione  scientifica della Guna s.r.l. Milano, azienda leader in Italia nel settore della divulgazione e lo sviluppo della medicina biologica.

Responsabile della sezione di filosofia applicata dell’Associazione Armonia di Ferrara.

Tiene seminari da diversi anni sulla materia con particolare riferimento alle tematiche comuni fra filosofia e medicina biologica.



contatto: pierpaolo.maurizio@libero.it

www.naturaebenessere.it

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