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IO MI RIFIUTO!

Lettera di un rifiuto urbano al commissario Bertolaso
16 maggio 2007
Gianluca Ferrara

Caro dottor Bertolaso,
le scrivo questa lettera perché ultimamente non si fa altro che parlare di “gente” come me. Sento da tutte le parti, in TV, sui giornali, alla radio, parlare di rifiuti solidi urbani (anche se io sono della provincia), umidi, ecc…
Io sono un semplice rifiuto misto di periferia, precisamente della zona occidentale di Napoli, e sono diversi giorni che giaccio qui circondato da tanti miei colleghi. Devo dire che, a parte il rischio di essere schiacciato dalla ruota di qualche macchina o sventrato dai denti di qualche mostruoso roditore o essere bruciato da qualche incosciente, devo dire che qui non me la passo male.
Però, e qui esprimo il motivo per cui le scrivo, di recente ho sentito che volete cacciarci, spostarci… Ieri mattina, un mio collega, tutto orgoglioso, mi ha detto che lei vuole trasferirci in un’oasi, addirittura protetta dal WWF! Io ovviamente non gli ho creduto, a chi verrebbe in mente un’idea simile! Ho concluso che il mio vicino è il solito pazzo megalomane che circola in certi ambienti, però questo pomeriggio, ho sentito un altro sacchetto dire la stesa cosa...
Vede, caro dottor Bertolaso, qualora dovesse essere vera questa balzana notizia, io la ringrazio di cuore per questo pensiero, per questo suo “riconoscimento”, ma io non posso assolutamente accettare; io mi rifiuto di dimorare in un’oasi!
Lei leggendo, a questo punto penserà: <<Ma guarda che ingrato!>>. No, la mia non è ingratitudine, ma se lei veramente decidesse di portare “gente” come me in un posto così incantevole come ho sentito dire sia Serre, ci metterebbe in imbarazzo. Ci metterebbe in difficoltà! Lei salirebbe al Quirinale vestito di stracci e maleodorante ad un ricevimento organizzato dal Presidente della Repubblica? Io proverei un disagio simile! Cosa direi se la sera a venire a punzecchiare la mia ruvida pellaccia ci fosse un uccello raro o un simpatico scoiattolo, invece che una “zoccola” di dieci chili? Immagino che gli adorabili animaletti si ammalerebbero e questo non lo posso accettare, come non posso accettare che il nostro “aroma” si propagherebbe nell’aria coprendo quello dei fiori.
Io mi rifiuto di andare a Serre, ma mi rifiuto di andare anche a Terzigno, nel Parco Nazionale del Vesuvio, e se poi quello si dovesse arrabbiare ed iniziare a sputare fuoco? Lo sa che poi la “monnezza” bruciata fa male da respirare? Questo lo dovrebbe spiegare pure a quelli che ci vogliono gettare nell’incerenitore che in realtà temo che fino ad oggi stia bruciando solo i soldi di chi paga le tasse.

Caro dottor Bertolaso, un consiglio che mi permetto di darle, visto che in queste settimane avete sentito la versione di tutti tranne che quella dei diretti interessati, è quello di imitare ciò che stanno facendo in altri paesi, cioè di non creare proprio rifiuti ibridi come lo sono io, ma quello di differenziare in modo da poter poi riciclare. Dicono che creerebbe pure occupazione, e da queste parti non farebbe male. Per noi, invece, sarebbe un modo per non morire e anche per non uccidere…

Quindi, seppur ringraziandola per il suo “pensiero”, la prego di registrare il mio categorico rifiuto.
Saluti cordiali.
Un rifiuto solido urbano

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