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Il decreto del governo e la linea dura di Bertolaso

Emergenza rifiuti, sì a quattro nuovi impianti
12 maggio 2007
Francesca Pilla
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Dopo il via libera al decreto legge che approva l'apertura di quattro discariche, in particolare quella di Serre e quella di Terzigno, situate rispettivamente in due parchi nazionali sottoposti a vincoli paesaggistici e dichiarate zone protette, quale sarà il prossimo passo? Il bosco di Capodimonte o il giardino del palazzo Reale di piazza Plebiscito? Non si tratta di facile ironia, se si considera che due grandi buchi saranno aperti nel parco nazionale del Vesuvio e nell'oasi naturale di Persano e riempiti con migliaia di tonnellate di rifiuti.
Il decreto approvato ieri mattina dal consiglio dei ministri è un atto necessario: la situazione è «fuori controllo», hanno detto dal governo. Il dl serve per superare l'emergenza visto che da alcune settimane in Campania i rifiuti «sostano» nuovamente in strada andando a formare le ormai caratteristiche collinette di sacchetti che abbelliscono le città ogni primavera-estate da 14 anni. Ma si tratta, appunto, di una circostanza critica che ha superato la pubertà. Anni in cui si è continuato a sbandierare la crisi smaltimento e la situazione emergenziale che ha visto uno stato di commissariamento permanente alla monnezza, con tanto di fondi e poteri speciali. Ma ai rinnovati pieni poteri applaude Guido Bertolaso, che assicura: «Risolveremo entro la fine del 2007». La sua linea è sempre stata quella di volere operare senza resistenze popolari. Alla fine è stato accontentato. A sua disposizione ci sarà perfino l'esercito, anche se Marco Minniti, sottosegretario all'interno, ridimensiona: «Sarà esclusivamente per le questioni logistiche dell'attrezzatura delle discariche».
Nel frattempo Bassolino e i Ds esultano. «Solo facendoci carico del problema con responsabilità e civile solidarietà possiamo uscire dall'emergenza - ha detto il governatore - dialogo aperto, dunque, confronto democratico, ma è giusto e doveroso andare avanti». Anche senza essere troppo responsabili.
Il programma prevede l'apertura di 4 discariche in ogni provincia: Savignano Irpino (Av), Terzigno (Na), Sant'Arcangelo Trimonte (Bn), Serre (Sa). Due termovalorizzatori, di cui uno pronto entro ottobre 2007 ad Acerra - dove verrà costruito dalla Fibe in barba alle 27 prescrizioni della commissione ambiente e alle decisioni della magistratura. Quindi l'aumento della raccolta differenziata (ferma al 10%, media regionale), il ruolo di sub-commissari ai presidenti di provincia, il coinvolgimento diretto dei prefetti. Poche sembrano le possibilità di mediazione con gli amministratori locali, completamente esautorati dal loro potere di veto.
Così appaiono vane le contestazioni del commissario straordinario all'Ente parco, Amilcare Toriano, che ricorda come sul Vesuvio si debba ancora terminare la bonifica e che esiste una legge che vieta di aprire discariche nei parchi. Inutili le prese di posizione del sindaco di Serre Palmiro Cornetta: «Non si assumono decisioni senza ascoltare le ragioni della gente. E non lo fa soprattutto un governo di sinistra». Anche il ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio è stato scalzato: «E' un decreto che non porta la firma del ministro dell'ambiente. Io ho il dovere di dire che se qualcuno volesse mettere una discarica nel parco d'Abruzzo o del Circeo sarei ugualmente contrario». Protesta il Prc. Il ministro Ferrero è uscito dalla stanza quando si è trattato di firmare il dl, mentre il senatore Tommaso Sodano della commissione sottolinea il rischio di un'infrazione comunitaria ma anche la sua incostituzionalità, visto che per Serre la magistratura ha dato ragione al ricorso presentato dalle amministrazioni locali.

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