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Allarme oceani: la liberalizzazione dei mercati rischia di svuotarli

Venerdì scorso Greenpeace ha pubblicato un nuovo rapporto, Trading Away Our Oceans, su un aspetto della liberalizzazione dei mercati che non viene spesso preso in considerazione. Con le sue 74 pagine, il rapporto può risultare un po' pesante, ma il messaggio è semplice e chiaro: la liberalizzazione del commercio del pescato porta gravissimi danni all'ecosistema marino e alle comunità dipendenti dalla pesca.
23 gennaio 2007
Salvatore Barbera

Da Nairobi, dove e' in corso il Forum Sociale Mondiale, Greenpeace lancia un grido di allarme: ulteriori liberalizzazioni commerciali nel settore della pesca possono risultare disastrose sia per l'ambiente marino che per le comunità locali che vivono da generazioni con la pesca sostenibile.
La cosa interessante è che Greenpeace è arrivata a queste conclusioni prendendo in esame i dati ufficiali forniti da fonti governative e da istituzione internazionali, come l'OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) e la Comunità' Europea. Vengono, tra gli altri, portati i casi di paesi quali Senegal, Mauritania e Argentina, che da alcuni anni si sono lanciati nel mercato del libero commercio. In tutti i casi si sono evidenziati danni ingenti all'ambiente marino ed una diminuzione delle risorse ittiche a disposizione delle popolazioni locali. Nel caso dell'Argentina è stata stimata una perdita di 3.5 milioni di dollari l'anno per l'industria del pesce, dimostrando che nemmeno dal solo punto di vista economico tali scelte portano effettivi benefici.
In generale i paesi in via di sviluppo, che non possono competere con le grosse industrie del pesce Giapponesi e Occidentali, sarebbero quelli a subire più danni e. L'Africa sarebbe il continente che rischia di farne maggiormente le spese.

Evidente l'intento di Greenpeace di far arrivare il proprio messaggio ai Ministri del Commercio che si riuniranno mercoledì prossimo a Davos (Svizzera) per il Word Economic Forum.
«Il messaggio da Nairobi a Davos è chiaro: piani per la liberalizzazione incontrollata del commercio mondiale del pescato devono essere abbandonati subito alla luce del forte impatto negativo, sociale ed ambientale, che il sovrasfruttamento delle risorse comporterebbe» dichiara Daniel Mittler di Greenpeace International. "Se a Davos verrà deciso di perseguire la liberalizzazione dei mercati globali, a farne le spese saranno i nostri oceani e la sicurezza alimentare di miliardi di persone.

Per saperne di più si può leggere il sito di Greenpeace, o scaricare il rapporto «Trading Away Our Oceans» in pdf.

Note: http://oceans.greenpeace.org/en/the-expedition/news/trading-away-oceans

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Brusca accelerazione dell’avanzata russa nelle regioni di , e .

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: " in cambio di : quella di è la prima di euroatlantica"

"Missili, bombe e cannoni non fanno , la , la e le sì. Si deve rispettare il 3% nel deficit pubblico per poter spendere il 5% per la ".

ilfattoquotidiano.it/2025/11/1

@peacelink - 17/11/2025 9:22

"Nel nome di un presunto aumento della competitività delle attività economiche nel brevissimo periodo, si rinuncia a contrastare il cambiamento climatico. E’ una scelta miope che ignora evidenze scientifiche e trascura il fatto che tutte le analisi mettono in evidenza come proprio i rappresentino un rischio nel medio-lungo periodo per le imprese stesse, per la sicurezza di cittadine e cittadini dell’Unione europea e del pianeta”.
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Pietra tombale su . Cassa depositi e prestiti () non può investire su una fabbrica in perdita.

@peacelink - 15/11/2025 18:04

Si prevede che la Commissione presenterà un rapporto esaustivo al Consiglio per i diritti umani nella sua sessantunesima sessione, seguito da un dialogo interattivo (febbraio-aprile 2026).

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I tre commissari Eric Møse (Presidente), Pablo de Greiff e Vrinda Grover, sono determinati a promuovere la responsabilità per questi crimini e violazioni, al fine di ripristinare la giustizia, proteggere i diritti delle vittime, porre fine all'impunità e rafforzare il rispetto del diritto internazionale.

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La Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sull', istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 2022 per indagare su tutte le presunte violazioni dei diritti umani, violazioni del diritto umanitario internazionale e crimini connessi durante la guerra, ha visitato l'Ucraina nel novembre 2025 per incontrare diversi funzionari, vittime di e attivisti della società civile.

@peacelink - 15/11/2025 17:51

Continua la nota di Acciaierie d’Italia sull’esplosione nel convertitore denunciata dai sindacati:

“Tuttavia, il contenuto in silicio della colata “ha favorito lo sviluppo di temperature nel convertitore, tali da richiedere aggiunte di materiale raffreddante (calce e minerale) in misura superiore ai normali standard e che hanno provocato l’anomalo evento emissivo”.
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Arrivano le precisazioni di Acciaierie d’Italia in merito ad un evento emissivo di natura non convogliata, verificatosi ieri pomeriggio di venerdì 14 novembre.

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Un ottimo esempio di giornalismo indipendente e onesto di una testata giornalistica ucraina. Estremamente minuzioso e documentato sotto il profilo tecnico. Il taglio è pro-Ucraina ma la verità viene anteposta alla propaganda.

@peacelink - 15/11/2025 15:32


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Per le truppe di Kiev diventa sempre più difficile soccorrere ed evacuare i feriti. Ecco il video.
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Ho una figlia piccola e sono preoccupato per il suo rapporto con Internet, anche se non ha mai avuto occasione di connettersi, per ora. Ciò di cui ho paura è che mia figlia venga da me tra 10 o 15 anni e mi dica: -Papà, ma dov’eri tu quando hanno rimosso la libertà di stampa da Internet?-

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