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Commento

Da Torino a Lione in vagone merci

24 dicembre 2006
Guglielmo Ragozzino
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Va preso per buono il sondaggio sulle grandi opere realizzato dall'Osservatorio del Nord Ovest, anche se rimane una curiosità su cosa volessero effettivamente i sette committenti, « il Dipartimento di Scienze Sociali, il Comune di Torino, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Crt e l'Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Piemontesi». I committenti volevano sapere o volevano suggerire?
In entrambi i casi, si possono indicare due argomenti significativi. Uno, cui si fa riferimento anche qui a fianco, è la conoscenza dei fatti, cioè della Tav, o del Tav, se si usa la dizione più pertinente (treno ad alta velocità e quindi maschile) che è abituale in Valdisusa. Le domande sono tre: cosa dovrebbe passare sulla nuova linea, passeggeri o merci o entrambi? A che punto sono i lavori: non iniziati, in corso, finiti? Quanto costa l'opera: migliaia di euro o milioni o miliardi? Gli autori notano che un quinto dei valsusini che hanno risposto non ha capito che la linea servirebbe per merci e passeggeri, ma ha indicato le merci soltanto. Così essi sono meno informati di tutti gli altri gruppi intervistati. Però i valsusini mostrano di saperne più degli altri sugli altri due punti. Il risultato è che - fatta la media delle conoscenze - essi risultano alla pari con i torinesi e poco al disopra di altri gruppi.
Dall'insieme del sondaggio emerge però che tutti i valsusini si dicono informati sulla linea ferroviaria che deve attraversare la loro valle. Non hanno utilizzato solo la copertura offerta dai media, ma anche colloqui diretti con gli esperti e letture specifiche. Ora avviene che la linea progettata, dal versante italiano e pertanto in Valdisusa, sia adatta al trasporto di merci, mentre le persone potrebbero viaggiare anche su una linea più simile a quella del versante francese, per caratteristiche, pendenze e andamento. Viene riportata l'osservazione di Mario Virano, il presidente dell'Osservatorio tecnico Torino-Lione, nominato dal ministro delle infrastrutture: una linea con quelle caratteristiche di velocità, raggio di curvatura e pendenze non è propriamente ad alta velocità. Viene da pensare che gli intervistati della Valle che indicano una linea-merci abbiano inteso male la domanda (rectius: la domanda sia mal formulata) o abbiano elaborato una risposta eccessiva, più complessa della domanda ricevuta. A cosa serve la linea nuova? A muovere le merci, mentre per i passeggeri non ce n'era bisogno. Notoriamente, le merci trasmigrano dall'Atlantico al Pacifico, via Lisbona-Valdisusa-Kiev-Vladivostok. Al contrario i passeggeri fanno tragitti più brevi e li fanno in aereo. Dunque il treno è merci, dicono gli espertissimi, con un pizzico di malizia.
L'altra risposta un po' inattesa riguarda la legge e l'ordine. L'intero Nord Ovest è messo di fronte a un discorso generale, a proposito del diritto di protestare. Ci si aspetta una maggiore severità; che si dica: discutere è giusto ma poi si deve decidere e accettare le decisioni. Invece viene fuori che tutti coloro che sono favorevoli alla nuova Torino-Lione, per una serie di motivi ben descritti dal sondaggio, affermino con forza il diritto di tutti, Valsusini in particolare, a non essere d'accordo. Rivendicando così anche il diritto proprio a fare lo stesso, quando si presenti il caso.

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