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I lettori mp3 inquinano?

Scaricare i brani da internet non è un'operazione così ecologica come potrebbe sembrare
10 novembre 2006
Leo Hickman (Ha 31 anni ed è un giornalista del quotidiano britannico The Guardian. Nella sua rubrica Ethical living dà suggerimenti ai lettori sulle scelte migliori per rispettare il pianeta. Il suo ultimo libro è A life stripped bare, my year trying to live ethicall)

. Crazy di Gnarls Barkley ha raggiunto ad aprile il primo posto della hit-parade britannica dei singoli. È la prima volta che un brano raggiunge questo risultato solo attraverso il suo formato mp3 venduto su internet. I singoli scaricati dalla rete rappresentano il 78 per cento delle vendite del settore.

Nel 2004 erano il 23 per cento. Ogni settimana in Gran Bretagna si acquistano legalmente su internet un milione di brani digitali. E molti di più sono quelli scaricati illegalmente. A prima vista può sembrare una grande notizia per l'ambiente: invece dei cd – sottili dischi di policarbonato, alluminio, oro, lacca e coloranti trasportati per mezzo mondo – compriamo dei brani virtuali che occupano solo qualche megabyte nel disco rigido e viaggiano sui fili del telefono. È il modo più ecologico di ascoltare musica. O almeno così pare.

Le poche ricerche sull'argomento indicano chiaramente che scaricare brani da internet non è un'operazione così ecologica come potrebbe sembrare. Tutto dipende da come usiamo i lettori mp3. Nel 2003 sono stati pubblicati i risultati di Digital europe, uno studio condotto in Germania, Italia e Gran Bretagna per valutare la sostenibilità del mondo connesso alla rete.

Lo studio eseguito in collaborazione con la casa discografica Emi ha esaminato l'impatto ambientale della musica in formato digitale, analizzando tre diversi metodi per comprare 56 minuti di canzoni (la durata media di un album).

La ricerca ha calcolato il "fardello ecologico": la quantità di risorse (carburante, minerali, acqua) usate durante l'intero ciclo di produzione. Per esempio, una fede nuziale di 10 grammi ha un fardello ecologico di 5 tonnellate, mentre un computer portatile di tre chili ne ha uno di 400 chili.

La ricerca ha analizzato tre modi di acquistare un cd: al supermercato, online e scaricandolo attraverso internet. La prima opzione produce un fardello di 1,6 chili, mentre l'acquisto del cd online riduce l'impatto a 1,3 chili. Scaricando l'album il fardello scende a 0,7 chili.

Il vantaggio è evidente, ma l'uso degli mp3 non è a impatto zero. La necessità di avere un computer e un lettore mp3 aumenta molto il peso del fardello. Lo studio ha calcolato anche il fardello prodotto dal download, con una connessione a banda larga, senza contare la copia su un cd (copiando i brani su un compact disc il fardello sale a 5,5 chili).

In questo caso, non solo si perde qualsiasi vantaggio in termini ambientali, ma si produce un fardello tre volte più pesante di quello causato dall'acquisto del cd originale.

La soluzione ideale sarebbe non comprare più cd, limitandosi a scaricare i brani dalla rete (un mondo triste in cui molti rockettari non intendono entrare). Ancora più difficile, ovviamente, è non lasciarsi condizionare dal rapido invecchiamento, dopo un anno dall'acquisto, degli apparecchi elettronici. Gli iPod, per esempio, hanno una durata paragonabile a quella di una boyband.

Proprio quando pensate di avere abbastanza gigabyte a disposizione, esce un modello "migliore". La Apple, il primo produttore mondiale di lettori mp3 (fino a oggi ha prodotto oltre 70 milioni di iPod), è orgogliosa del suo pedigree ambientale. Al Gore è nel consiglio di amministrazione dell'azienda e il Sierra club, uno dei più importanti gruppi ambientalisti degli Stati Uniti, ha inserito la Apple nell'elenco delle "dieci società più all'avanguardia sotto il profilo ambientale".

Alla Apple va riconosciuto di aver eliminato gli enormi imballaggi usati per i primi iPod e di offrire oggi un servizio gratuito per il ritiro dei prodotti usati, riciclabili presso i punti vendita in gran parte del mondo.

Ma questi sforzi non bastano a chi accusa l'azienda di incoraggiare l'acquisto di nuovi iPod più spesso di quanto sia ecologicamente sostenibile. Di recente Giles Shade, autore di Made to break: technology and obsolescence in America (Fatto per rompersi: tecnologia e obsolescenza in America) ha dichiarato in un'intervista che gli iPod contengono sostanze tossiche come cadmio, berillio e piombo.

"Il servizio di ritiro dei prodotti Apple si basa sull'iniziativa dei clienti, ma quanti di loro se ne servono? Purtroppo l'azienda non lo dice. Sono molto arrabbiato con il fondatore della Apple, Steve Jobs: credo si sia trasformato in una specie di Dart Fener, il protagonista di Guerre stellari", ha dichiarato Shade. Ma se esistesse un lettore mp3 che durasse dieci anni, lo compreremmo? Se riuscissimo a resistere alla tentazione delle novità saremmo già a metà dell'opera.

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