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Che fine ha fatto Eolo la vettura ad aria compressa che avrebbe messo in crisi il sistema dominato dalle multinazionali del petrolio?

Eolo è volato via!

28 ottobre 2006
Orazio Fergnani

Eolo Nulla di strano…. direte voi, ma io non sto parlando del dio dei venti, sto parlando dell’auto ad aria compressa annunciata cinque anni fa.

Che fine ha fatto Eolo la vettura ad aria compressa che avrebbe messo in crisi il sistema dominato dalle multinazionali del petrolio?

Ne sapete qualcosa? Qualcuno l'ha mai presentata in Tv? Soltanto qualche giornale ne ha tiepidamente accennato.

Viviamo in un contesto dove il petrolio, non a caso anche chiamato “ORO NERO” determina le politiche degli Stati e le regole che questi devono dettare ai loro cittadini, meglio sarebbe dire “Sudditi”.

L’ ingegnere Guy Negre, progettista meccanico in Formula 1, e collaboratore per anni della Williams, nel 2001 al Motor show di Bologna ha presentato una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), è un’auto con un particolare motore che funziona sul principio dell dilatazione dei gas, nello specifico aria. Costruita con un telaio di alluminio tubolare e con una carrozzeria in fibra di canapa e resina è particolarmente leggera e, compatibilmente con le prestazioni, sufficientemente resistente.

Prestazioni di tutto rispetto : 100 Km con circa 1 Euro di spesa in corrente elettrica necessaria al rifornimento di energia, raggiunge una velocità di110 Km/h e funziona per circa 10 ore consecutive in uso urbano.Nessun tipo di inquinamento : gas allo scarico solo aria, ad una temperatura di circa – 20°, che caratteristica utilizzabile d'estate per il condizionamento dell’abitacolo.

La carica di energia avviene tramite il collegamento di Eolo ad una normale presa di corrente; in circa 6 – 8 ore il compressore installato nell'auto riempie le bombole di aria compressa.Esente da camera di scoppio e quindi da estreme sollecitazioni termiche, una meccanica piuttosto semplificata, la manutenzione è praticamente nulla, poco più della gestione di una bicicletta.

Costo attorno ai 20 milioni di lire.

Esposta al Motor show creò subito scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it fu preso d’assalto dai potenziali acquirenti : io ero interessato ad una collaborazione. La società iniziò la costruzione di uno stabilimento in abbruzzo, la produzione doveva partire all'inizio del 2002.

Ancora qualche mese e l’alternativa alla benzina, al gasolio, al gas, alle multinazionali, all’inquinamento delle città, alla costosa manutenzione, a tutto un sistema socio – economico – finanziario – politico di controllo interamente basato sulla devastazione dell’ambiente, dell’usurpazione dei diritti dei cittadini (come gruppo sociale) e dei singoli di tutti per il profitto di pochi, sarebbe finalmente incominciato a decadere.

Il grande momento era arrivato, l’attesa era grande, ma ad un certo punto tutto svanisce, tutto si eclissa, tutto annichilito, anche il sito scompare, infatti oggi l'indirizzo www.eoloauto.it è in vendita.

Era una bufala? L’ingegnere aveva tentato di truffarci? Secondo me (da tecnico) tutto regolare, il motore funziona.

Sembrava la panacea di molti mali e avrebbe risolto parecchi problemi, ed invece scompare senza lasciare traccia. Il progettista di questo motore rivoluzionario è in circolazione, ma se gli si chiede il perché di questi ritardi continui non risponde. Furono pure assunti 90 dipendenti per lo stabilimento produttivo e attualmente sono in cassa integrazione senza aver mai costruito una sola auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia procrastinano di anno in anno, si parla forse del 2006... le multinazionali del petrolio ostacolano l’iniziativa?.

La benzina, il gasolio, il gas oggi; e l'idrogeno, il bioetanolo, il biodiesel in futuro, sono dei cappi al collo per soggiogare a piacimento qualunque volontà di emancipazione. La corrente elettrica molto meno. La corrente elettrica oggi si può produrre anche autonomamente, e a costi molto più bassi di ogni altra energia.

Un motore come quello della “EOLO” non necessita di tagliandi, batterie, marmitte catalitiche, consuma soltanto energia elettrica…. non fa guadagnare abbastanza. Quindi se ne deve eliminare anche il ricordo, per permettere alla multinazionali ed ai costruttori di continuare a gozzovigliare perversamente ed ottusamente a spese degli automobilisti – cittadini – contribuenti tutti.

Vogliamo reclamare, magari parlarne a “Mi manda RAI tre”? Firmare un interrogazione in Parlamento?

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