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Dagli Usa riso transgenico per le tavole europee

Su 162 campioni del cereale importati dagli Stati Uniti, 33 sono positivi alle analisi dell’Ue per la presenza di Ogm. Attivati controlli anche sui prodotti già presenti sul mercato
14 settembre 2006
Matteo Lener (Consiglio dei Diritti Genetici)
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Sta acquistando dimensioni importanti la contaminazione di alcune varietà di riso geneticamente modificato negli Stati Uniti. L’Unione Europea ha infatti comunicato che in base ai controlli effettuati dalla Federazione europea dei distributori di riso (European Federation of Rice Millers) 33 campioni su 162 analizzati sono già risultati positivi per la presenza del riso geneticamente modificato LL601.
Riguardo i controlli ufficiali da parte degli Stati Membri, la stessa Commissione Europea ha reso noto che entro poche settimane il sistema entrerà a regime e sarà in grado di effettuare analisi a campione su prodotti già importati e su quelli in arrivo dagli USA senza la necessaria certificazione. Resta preoccupante anche la situazione nel porto di Rotterdam, dove nelle scorse settimane è stata bloccata una partita di riso americano di 20mila tonnellate. Il rappresentante olandese nel Comitato Ue sulla catena alimentare ha riferito che dei 23 lotti di riso finora analizzati 3 sono risultati positivi, ovvero contaminati con l'OGM LL601.

Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo la storia dall’inizio, anche se molti particolari restano oscuri. Le prime notizie ufficiali risalgono al luglio scorso, quando la Bayer CropScience informa il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e la Food and Drug Administration (FDA) che si è verificato un caso di contaminazione della filiera del riso con un OGM sperimentale non autorizzato alla commercializzazione, individuato in diversi siti di stoccaggio. Si trattava di una varietà di riso transgenico a chicco lungo, il LL RICE 601, sviluppato dalla Aventis CropScience (in seguito acquistata dalla Bayer) geneticamente modificato per tollerare gli erbicidi a base di glufosinato. Tuttora non sono state chiarite ufficialmente le cause di questa diffusione. I primi sospetti risalgono all’inizio dell’anno, ma solo a fine luglio, dopo le conferme analitiche, arriva la comunicazione ufficiale. Bisogna sottolineare che nel caso del riso, che è prevalentemente autoimpollinante, è difficile immaginare che una contaminazione così importante sia avvenuta tramite impollinazione del riso convenzionale coltivato in campi adiacenti a quelli sperimentali. E’ più facile ipotizzare una contaminazione “accidentale” delle sementi convenzionali con quelle OGM.

La Commissione Europea, avvertita dalle autorità USA soltanto il 18 agosto, ha attivato immediatamente la procedura di allerta rapida degli Stati Membri e il 23 agosto ha imposto il divieto di importazione di riso dagli USA se non accompagnato da una certificazione che garantisse l'assenza del riso GM. La UE ha inoltre attivato i controlli analitici sulle partite prive di certificato e sui prodotti già presenti sul mercato, i cui costi saranno a carico dell’operatore commerciale. La decisione ufficiale rivista dagli Stati Membri è stata pubblicata sulla Gazzetta UE il 7 settembre. L’obbligo di certificare l’assenza di OGM non autorizzati ricalca l’analoga disposizione adottata lo scorso anno in Europa nel caso del mais Bt10, quando, sempre negli USA, si prese atto che fra il 2001 e il 2004 era avvenuta la commercializzazione di partite di sementi di un OGM non autorizzato.

A destare ora il sospetto che si tratti di un incidente più grande rispetto a quello del mais Bt10, è il comportamento della Ditta produttrice e delle autorità statunitensi, che si sono affrettate ad adottare in extremis una nuova strategia autorizzativa “ex post”. Visto che il riso GM è già in circolazione, tanto vale autorizzarlo. Questo, in sostanza, l’accordo tra le parti risalente al mese di luglio. Stupisce il fatto che quello stesso riso, sperimentato negli USA tra il 1996 ed il 1998, non era stato ritenuto interessante dai primi produttori, e quindi abbandonato, a differenza dei suoi fratelli contenenti gli stessi transgeni (LL RICE 62 e LL RICE 06), autorizzati negli USA già dal 1999.

La richiesta di autorizzazione della Bayer è appena stata resa disponibile per la visione pubblica sul sito del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, dove è possibile intervenire con commenti sulla valutazione dei rischi ambientali redatta dall’organo competente. E’ bene però ricordare che paradossalmente per l’autorizzazione di un OGM negli USA solo la fase di valutazione di rischi ambientali è obbligatoria, mentre quella dei rischi per la salute umana e animale, come alimenti, da presentare alla FDA, è solo su base volontaria.

Al momento in Europa nessun riso GM è autorizzato alla commercializzazione, ma è in corso di valutazione la richiesta presentata dalla stessa Bayer CropScience per l’impiego nell’alimentazione umana ed animale del riso GM LL RICE 62, mentre l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) sta ora esaminando la documentazione tecnico-scientifica relativa all’evento LL RICE 601, inviata dalle autorità statunitensi, per valutarne i rischi.

Per l’Italia il pericolo di contaminazione sembra ridotto. In effetti, negli ultimi anni, sono state importate solo piccole quantità di riso americano a grano lungo.

A questo quadro già piuttosto preoccupante sulla capacità di gestione dell’innovazione tecnologica da parte dei produttori, si aggiunge la recente scoperta di Greenpeace, che ha denunciato la contaminazione di prodotti alimentari in Francia, Germania e Gran Bretagna, con un altro riso transgenico, questa volta di provenienza cinese.

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