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In Nigeria schiacciamo gli indigeni, in Italia scavalchiamo i cittadini. E' partito un appello per denunciare le violazioni dei diritti

Sangue sui rigassificatori

Le multinazionali del gas (le stesse del petrolio) devastano l'ambiente con roghi ininterrotti, 24 ore su 24. La popolazione è costretta ad inalare esalazioni continue. Queste multinazionali, per difendersi dalle popolazioni che protestano, godono della protezione dell'esercito nigeriano che reprime gli insorti e brucia le baraccopoli per punire i ribelli. E l'Italia è dentro fino al collo per via dei rigassificatori e di un megacontratto firmato con la Nigeria. Per aderire all'appello si può scrivere a: a.marescotti@peacelink.it

3 settembre 2006
Alessandro Marescotti

E' venuto il momento di svelare il retroscena tutto italiano della scelta dei rigassificatori.

Essi sono collegati ad una fornitura di metano dalla Nigeria che l'Italia ha sottoscritto tramite l'ENI subito dopo l'impiccagione di un gruppo di attivisti ecologisti.

Fu firmato un contratto per la fornitura di gas liquefatto senza che fossero stati approntati i rigassificatori in Italia. E questo contratto di fatto "rende necessaria" la loro realizzazione in quanto la rigassificazione attualmente sta avvenendo in Francia in attesa che vengano costruiti i rigassificatori italiani.

Mentre i sostenitori di questi impianti dicono che essi offrono maggiori garanzie di approvvigionamento, va detto che è a rischio proprio il gas della Nigeria destinato ai rigassificatori italiani.

Infatti in quella nazione è in corso una sollevanzione popolare contro le multinazionali del gas. Un tecnico italiano è stato rapito il 25 agosto scorso e poi rilasciato il 29.

Le multinazionali del gas (le stesse del petrolio) devastano l'ambiente con roghi ininterrotti, 24 ore su 24. La popolazione è costretta ad inalare esalazioni continue. E' in atto un profondo e incessante inquinamento del delta del Niger non solo per estrarre petrolio ma anche per il metano, che viene sondato con metodologie assolutamente dannose per l'ambiente.

Le multinazionali dell'energia, per difendersi dalle popolazioni che protestano, godono della protezione dell'esercito nigeriano che reprime gli insorti e brucia le baraccopoli per punire i ribelli.

Leggiamo su www.repubblica.it del 25/8/2206: "La baraccopoli che circonda il complesso della Saipem a Port Harcourt è stata data alle fiamme da soldati dell'esercito nigeriano, poche ore dopo il sequestro di tre subcontrattisti della societa', tra cui un italiano. "Sono arrivati, hanno gettato benzina sulle case e hanno dato fuoco: volevano ucciderci" ha raccontato un testimone, "sono stupito che siano i nostri stessi soldati a farci una cosa simile: che cosa abbiamo fatto di male?" Alcune famiglie tornate sui resti carbonizzati della baraccopoli per raccogliere quello che si era salvato sono state allontanate a sassate dai soldati rimasti di guardia".

Questo solleva una vera e propria "questione morale" che rivela di che lacrime e sangue grondi l'affare che si cela dietro la scelta politica dei rigassificatori.

E' attraverso questo saccheggio che il gas della Nigeria destinato ai rigassificatori è "concorrenziale" con il gas della Russia e dell'Algeria che in Italia arriva tramite i gasdotti.

Chiediamo a tutti i sostenitori del "gas pulito" dei rigassificatori se questo è accettabile e se per ricattare l'Algeria (e pagare un po' di meno il gas metano) sia lecito inquinare l'Africa e saccheggiarla ancora di più.

Chiediamo se per garantire questo saccheggio sia anche morale tollerare la repressione, assistere a pestaggi e violenze di ogni genere.

Chiediamo a quelle associazioni che sostengono i rigassificatori, come Legambiente e Wwf, di riflettere sull'enorme inquinamento prodotto in Africa da chi ci procura il "metano pulito" - sottraendolo tra l'altro all'uso locale e allo sviluppo africano - per rendere ancora più bassi i costi energetici di un Nord del mondo opulento che spreca l'energia e che non vuole pagare alle popolazioni locali i diritti di indennizzo sulle loro risorse naturali.

E' in atto una campagna informativa pro-rigassificatori che li presenta come indispensabili per non passare "l'inverno al freddo". E' falso. In realtà il metano può giungere tramite i metanodotti in quantità più che sufficiente. Recentemente l'Italia ha infatti concluso accordi per l'incremento dei metanodotti con l'Algeria e il contenzioso Russia Ucraina si è risolto con un nuovo accordo commerciale. Il vero obiettivo dei rigassificatori non è quindi quello di "portare il metano" ,a di abbasserne il prezzo, ossia di mettere in competizione i paesi produttori con dinamiche che incrementeranno non solo la concorrenza ma la repressione politica e l'inquinamento in una logica di globalizzazione e di corsa verso il basso nell'abbattimento di tutti gli standard di sicurezza e di compatibilità ambientale.

Lì dove è arrivata in Africa l'industria dei rigassificatori c'è ora il deserto, lo sviluppo si è bloccato, l'agricoltura è stata devastata, l'acqua è imbevibile, l'aria è irrespirabile.

E' accettabile tutto questo?

Riteniamo che su questo retroscena non si possa più tacere.

Se in Italia la logica dei rigassificatori scavalca i cittadini, in Nigeria li schiaccia ed è nostro dovere denunciare quanto sta accadendo.

Ci ritorna alla memoria lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa e altri otto attivisti ogoni condannati
a morte da un tribunale militare. Furono uccisi il 10 novembre 1995 perché si opponevano con la nonviolenza all'inquinamento e alla repressione delle multinazionali del petrolio e del gas. Ken Saro-Wiwa disse prima di morire: "Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra". Quella lotta oggi continua ancora e noi non possiamo far finta di nulla. L'affare RIGASSIFICATORI ci genera più di qualche dubbio etico. Oggi altri Ken Saro-Wiwa, sconosciuti e indifesi, vengono schiacciati, picchiati, uccisi: perché quest'inverno dobbiamo risparmiare sulla bolletta.

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CHI VUOLE FIRMARE QUESTO APPELLO SCRIVA ALL'ESTENSORE:

Alessandro Marescotti
a.marescotti@peacelink.it

Verrà pubblicato il suo nome e cognome, l'eventuale professione o gruppo organizzato di appartenenza, nonché la città da cui scrive. Può aggiungere anche una breve frase di commento.

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ADESIONI ALL'APPELLO

Giovanna Antonia
Docente di economia aziendale, Messina
Voglio unirmi all'appello. Insegno in un istituto superiore statale, faccio parte di "bilanci di giustizia" e della Rete Lilliput (nodo di Messina). Mi occupo della difesa dell'acqua pubblica e di economia sostenibile. Informateci se ci sono campagne per fermare tutti gli scempi che l'Africa e la terra subisce ad opera di biechi individui. Io da parte mia cerco di consumare il meno gas possibile e di usare fonti il più possibile pulite ma non è molto semplice perchè nella mia città non è facile fare scelte solidali e rispettose della dignità delle persone in particolare per l'energia. Tanti saluti ed un augurio di successo per tutte le campagne in difesa della nostra madre terra.

Elena Arcenni
Pisa

Fabrizia Arduini
Ortona
Ad Ortona vogliono installarne uno. Nell'era della globalizzazione chi amministra deve sapere che un gesto può portare tanto dolore, e se questo è lontano da casa nostra non significa che prima o poi non ci investirà in prima persona. Invece di essere aiutati, saremo ripagati con la stessa moneta. No al rigassificatore, impariamo a non sprecare energia e a rispettare e difendere i popoli immolati al dio denaro; vivremmo tutti molto meglio.

Beatrice Bardelli
Giornalista free lance, Pisa

Davide Bertok
Partito Umanista - Trieste
Sono in prima linea per bloccare questi "mostri marini", nella mia città e non solo.

Franco Borghi
OK, aderisco all' appello.

Sergio Borghi
fotografo, Ferrara

Marco Bresci
Ingegnere, Pistoia
Secondo un recente studio i deserti potrebbero produrre tutta l'energia di cui l'umanità ha bisogno con impianti fotovoltaici. La svolta sostanziale potrebbe essere nel produrre idrogeno con l'energia fotovoltaica prodotta nei deserti (tramite idrolisi dell'acqua). Altra opzione è la free-energy, della quale parlo nel sito www.marcobresci.it

Antonio Bruno
Professore, Genova
Ovviamente sottoscrivo.

Ernesto Burgio
Scienza-e-pace
Aderisco all'appello.

Chiara Castellani
Dottoressa, missionaria laica nella Repubblica Democratica del Congo
Sottoscrivo l'appello e voglio farlo soprattutto in memoria dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa e degli altri otto attivisti ogoni uccisi il 10 novembre 1995 martiri della lotta nonviolenta di un popolo contro le multinazionali del petrolio e del gas. La Chiesa vuole che questo mese di settembre sia dedicato al tema della SALVAGUARDIA DEL CREATO. Era la battaglia di Ken Saro-Wiwa e non possiamo perderne la memoria.

Vito Correddu
Associazione Umanista Help To Change (www.helptochange.org)
L'associazione aderisce all'appello contro i rigassificatori e in merito si rende disponibile per ulteriori iniziative comuni.

Gualtiero Crovesio
PRC - Torino
Aderisco all'appello che avete lanciato, sperando in iniziative collettive rapide cui poter dare un contributo politico. Per ora, l'ignoranza sull'argomento da parte mia è stata pressoché assoluta, anche se, purtroppo, le informazioni che avete diffuso non mi sorprendono granché, visti i trascorsi delle multinazionali europee dell'energia, in Africa.

Teresa D'Assisi
Docente di scienze, Wwf Taranto
Sottoscrivo l'appello "sangue sui rigassificatori": dobbiamo fermare questo scempio! Ho inoltrato al WWF Italia l'appello. Spero che rivedano la loro posizione. Vorrei una versione in inglese dell'appello, posso spedirla anche al WWF Internazionale che in Africa è molto attivo.

Massimo De Santi
Fisico, ex-responsabile del settore Energia della Regione Toscana
Sottoscrivo pienamente l'appello. Non più guerre, non più lacrime e sangue per petrolio, metano e risorse a basso costo per l'occidente sprecone. L'alternativa c'è: risparmio, efficienza dell'energia e sviluppo delle energie rinnovabili.

Cecilia De Toma
Partito Umanista di Roma
Sono davvero indignata per quanto succede a danno dei nostri fratelli africani a beneficio del solito occidente opulento, per questo oggi sarò come partito umanista alla manifestazione alle 12.00 a Palazzo Chigi in appoggio ai nostri amici di Trieste dal momento che lì siamo attivi con il comitato umanisti contro i rigassificatori. Grazie per il bell'articolo di approfondimento, molto utile. Pace forza e allegria!

Paola Di Salvatore
Sottoscrivo l'appello anche a nome dell'AIFO dell'Aquila.

Claudio Felicioli
Dottorando in informatica presso l'universita' di Pisa, residenza a Brescia
Grazie per il vostro impegno.

Antonio Fiorentino
Comitati dei Cittadini di Firenze
Sottoscrivo il giusto appello contro i rigassificatori e contro la nefasta politica energetica italiana.

Eligio Galdi
Avezzano (AQ), operaio, Ass. Enpa Marsica
Sento il dovere di aderire.

Stefano Garroni
Ricercatore CNR

Verbena Giambastiani e Giovanni Mori
Empoli
Facciamo parte del Gas (Gruppo Acquisto Solidale) di Pisa e diciamo anche noi no ai rigassificatori.

Patrizia Giordano
Segnalo che la proposta di pubblico appello sui rigassificatori è stato divulgato sulla mailing list tendadellapace@tendadellapace.net
Con i migliori saluti

Enrico Giovannetti
Consigliere comunale prc Agliana (PT)
Esprimo tutta la mia rabbia per quanto sta accadendo in Nigeria e in Italia. A quando la vergogna?

Giuseppe Giuffrè
Insegnante Cobas Roma

Fulvia Guerri
Laureanda in Lettere, Taranto.

Il Pane e le Rose
Il comunicato è stato pubblicato all'indirizzo:
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o7365

Andrea Maggi
Partito Umanista - Roma
Comunico la mia adesione al giusto appello contro i rigassificatori.

Elena Mei
Ovviamente non ci sono parole per esprimere disprezzo per il nostro sistema economico basato sullo sfruttamento, nel quale, comunque dobbiamo viverci... Se un piccolo gesto come una firma può essere utile... ecco la mia adesione.

Gianni Miucci
Firenze.
Nessun essere umano può fissare il suo benessere sul sangue e sulle sofferenze dei suoi simili, chi lo fa commette un crimine.

Nicola Momentè
Stagista ad ACRA, Managua, Nicaragua

Silvia Moresi
Bari
Sottoscrivo l'appello contro i rigassificatori

Franco Mori
Contadino, Gruppo F. Jagerstatter per la nonviolenza, Pisa

Giuseppe Nano,
Chimico, L’Aquila
Prima le politiche per il risparmio dell’energia, lo sviluppo delle risorse alternative, poi un responsabile e consapevole approvvigionamento. Aggiungo volentieri il mio nome alle lista dei firmatari.

Giovanni Notarangelo
Teramo (Abruzzo), 29 anni, di professione Ingegnere.
Aderisco contro questo modello di sviluppo e da tarantino di nascita. Un grosso abbraccio e un grosso augurio di buon lavoro!

Valentina Orlandi
Studentessa, Turi (Bari)

Vittoria Pagliuca
Roma
Sono un’attivista di una Ong molto nota che si occupa della difesa dei diritti umani ed aderisco all’appello.

Fausto Paladini
Pensionato, Avignon ( France)
Sono perfettamente d'accordo con quanto evidenziato e denunciato. Petrolio e gas stanno diventando una vera piaga biblica, a livello mondiale.

Stefania Pavese
Ronco Scrivia (GE), impiegata
Grazie di cuore per il costante esempio di serietà e coerenza.

Gabriele Pellegrini
Circolo Legambiente bassa bresciana
Condivido e sottoscrivo totalmente. Sono impegnato da cinque anni contro le megacentrali turbogas nella bassa bresciana.QUATTRO VITTORIE FINO AD ORA. Rimane la centrale di Offlaga da 800 mw, insulso monumento allo spreco energetico dell'occidente imborghesito e cialtrone. Ma non molliamo assolutamente. Un abbraccio.

Roberto Pirani
Riano (Roma)
Piena adesione e condivisione di questa denuncia. L'ipocrisia di noi occidentali è sconvolgente.

Luigia Rita Prevato
Accompagnatore turistico Marino Roma
Appello per i rigassificatori etici

Fabio Ragaini
Gruppo solidarietà, Ancona

Clara Reina
Pisa, ex-insegnante ed ex-attivista Lilliput e dintorni
Sono d'accordo e voglio sottoscrivere. L'appiattimento e l'egoismo stanno caratterizzando le nostre politiche, energetiche e non, e il dopo berlusconi non è molto meglio del prima.

Marco Rizzinelli
Marcheno (BS), studente

Luca Rizzo
Roma, studente Liceo Classico

Marianna Russo
Lequile (Le)
Voglio sottoscrivere l'appello "sangue sui rigassificatori".

Yukari Saito
Insegnante, Pisa

Michele Stragapede
Chicago (Usa)
E' triste constatare la nostra arroganza, quella di un 'primo mondo' che si chiude sempre più a riccio e si distrae con l'alimentare il mito della sicurezza e dello scontro di civiltà. E' la nostra sete insaziabile di risorse a renderci incivili, incapaci di accogliere l'altro, il diverso. La nostra vita costa, costa, costa tante altre vite. Usurpiamo! Incapaci di cambiare, di donare. Intorno a noi... solo una cortina di deserto e di fuoco. E' un inferno.

Paolo Teobaldelli
Sottoscrivo l'appello contro i gassificatori.

Barbara Uccheddu, Capoterra (CA)
Disoccupata, laurea in ingegneria
Grazie, per la possibilità datami d'esservi d'aiuto in un qualche modo.

Nicola Vaccari
Modena

Paola Vallatta
Parigi

Nadia Vatalaro
Salerno

Lino Vergara
Insegnante
Firmo volentieri: ma ho scarsissime speranze, purtroppo, che questo governo ecc.ecc.

Note: Abbiamo intervistato Edoardo Zanchini, responsabile nazionale energia di Legambiente.


Zanchini, che cosa ne pensa di questo appello? Ne era a conoscenza?
«Sinceramente non ne ero a conoscenza, ma la questione è importante ed è giusto approfondirla. Va premesso che la gestione di tutte le fonti fossili, in questo senso, è un problema enorme. Non ci sarebbe stata la guerra in Iraq, tanto per fare un esempio, se non fosse appunto un problema. Così accade in Nigeria e in generale nel terzo mondo, ed è anche per questo che bisogna uscire il prima possibile dall’uso delle fonti fossili. Quello che non capisco è cosa ci combini l’Eni».

In che senso?
«L’Eni i rigassificatori non li può proprio fare. Lo ha stabilito l’Autority. Quello che sta accadendo in Nigeria, quindi, mi sembra strano sia collegato ai rigassificatori che saranno costruiti in Italia. Ammesso che tutto quello che viene detto corrisponda a verità. Inoltre le stesse cose accadano anche per il petrolio, ma non si capisce come mai si parla solo dei rigassificatori. C’è poi un’altra importante questione».

Quale?
«I pericoli per la sicurezza non sono tanto legati al rigassificatore, ma alla fonte. Ovvero gli impianti dove il gas viene trasformato in liquido. Qui servono delle leggi e dei controlli precisi perché la sicurezza delle persone in questo caso è veramente a rischio».

Nel dibattito sui rigassificatori ci si dovrebbe interrogare anche su come e da dove arriva il gas, se eticamente e ambientalmente sia una cosa sostenibile.
«Sono assolutamente d’accordo».

Fonte: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=3642

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