Artide: più mercurio che ghiaccio
23.07.05
Alba artica (Arctic Sunrise) si chiama il rompighiaccio di Greenpeace che sta effettuando il tour della Groenlandia per monitorare gli effetti del cambiamento climatico; a bordo alcuni scienziati statunitensi dell'Istituto per i cambiamenti climatici dell'Università del Maine. I quali questa settimana hanno compiuto una scoperta agghiacciante. O meglio sghiacciante: il ghiacciaio di Kangerludssuaq sarebbe uno di quelli si sta ritirando più velocemente sulla Terra, al ritmo di 14 chilometri l'anno; 40 metri al giorno. Il fatto è che, come spiega lo scienziato Gordon Hamilton, a una velocità superiore ai 6 chilometri all'anno la neve che cade non è in grado di sostituire il ghiaccio che si scioglie; ecco perché la massa della Groenlandia diminuisce. Il Kangerdlussuaq Glacier sottrae il 4% di ghiaccio dalla massa del paese e lo trasporta in mare.
Questa situazione, secondo Greenpeace, è foriera di conseguenze drammatiche in termini di innalzamento del livello dei mari. Rispetto al 2001, data degli ultimi rilevamenti, il ghiacciaio si è inaspettatamente ritirato di 5 chilometri, dopo che per oltre 40 anni era rimasto intatto. Gli ambientalisti non fanno che sottolineare la drammatica urgenza di un passaggio deciso alle fonti energetiche rinnovabili e al risparmio energetico per contrastare i cambiamenti climatici. «Quanto ancora bisognerà aspettare prima che l'amministrazione Bush adotti delle contromisure per fermare il surriscaldamento del pianeta?», ha detto la capospedizione Martina Krueger. Ripetitivi questi ecologisti! Non si indignino poi se l'Fbi ha raccolto un lungo dossier anche su Greenpeace inserendola nell'elenco delle potenziali minacce al presidente insieme - guardacaso - ad altre pacifiche organizzazioni che criticano la politica ambientale e sociale dell'amministrazione Usa.
Tornando alla regione artica, la rivista Science ha pubblicato lo studio di un gruppo canadese che sembrerebbe spiegare meglio l'elevato livello di sostanze chimiche nocive presso le popolazioni artiche, che pure vivono molto lontano dal luoghi in cui esse sono prodotte, usate o consumate. Un altro recente studio aveva appurato che i livelli di policlorobifenili (Ocb), della famiglia dei temibili Pop (Persistent Organic Pollutants), sostanze inquinanti organiche persistenti che si accumulano nell'organismo, si sono appunto accumulate negli inuit canadesi, e a livelli trenta volte più alti rispetto a quelli delle persone residenti nel temperato Quebec.
Si pensava che l'inquinamento di zone vergini come quelle fosse affidato ai venti, ma lo studio dell'Università di Ottawa ha confermato la «responsabilità» di uccelli migratori della specie Fulmarus glacialis. I ricercatori hanno cercato la presenza di Pcb, mercurio e Ddt nelle aree vicine a una delle colonie di Fulmarus più isolate e settentrionali, nell'isola Devon, Artico canadese. Ebbene, oltre all'azoto del guano, le aree frequentate dagli uccelli sono ricche di mercurio, Ddt, Hcb (esaclorobenzene: un altro Pop) in quantità 60 volte maggiori ispetto ad aree vicine prive di guano. Sembra abbastanza evidente che queste sostanze siano depositate lì insieme agli escrementi. Ma i pennuti da dove le prendono? Dagli animali marini che pescano anche molto lontano: pesci, seppie, carogne, plancton. I pesci, si sa, sono un concentrato di sostanze tossiche man-made. Sostanze che non si limitano a giacere nei luoghi di nidificazione dei migratori, dato che questi luoghi sono oasi di vita biologica in una regione così arida. C'è là un'elevata presenza di insetti che sostengono una popolazione locale di uccelli. Inoltre molto guano cade anche in mare vicino alla costa e lo contamina, con i pesci che contiene. Dal momento che le popolazioni indigene mangiano uova di quegli uccelli locali e pesci, il conto torna.

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Il governo italiano aveva tempo fino a oggi per fermare un accordo che dal 2017 provoca sofferenze e violazioni dei #dirittiumani. Non lo ha fatto e, dunque, il 2 febbraio 2026 verrà automaticamente prorogato per altri tre anni il “Memorandum d’intesa” comunemente conosciuto come Memorandum Italia-Libia.
#Ucraina
"#Pokrovsk è una bomba ad ologeria"
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#Ucraina
Forze speciali ucraine hanno avviato una complessa operazione di infiltrazione a #Pokrovsk, per tentare di rompere la morsa dell'assedio russo alla città del #Donetsk, in #Donbass. Lo riporta l'emittente pubblica Suspilne. Squadre d'assalto dell'intelligence militare sono entrate in aree della città considerate sotto controllo dal comando russo.
Il presidente ucraino #Zelensky ha riferito che le truppe russe sono circa 170.000 soldati nei pressi di Pokrovsk.
La Stampa
#Ucraina
I soldati ucraini circondati dalle forze russe a #Pokrovsk hanno iniziato ad arrendersi, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa russo. «Mi sono reso conto che il comandante ci aveva abbandonato molto tempo fa. Io e il mio compagno abbiamo cercato di organizzare una difesa in una casa privata. Ma poi abbiamo deciso che era meglio arrendersi. Perché non aveva senso resistere», ha detto il soldato ucraino Vyacheslav #Krevenko, catturato nei pressi di Pokrovsk.
La Stampa
La battaglia intorno alla città dell'#Ucraina orientale di #Pokrovsk infuria. I russi hanno comunicato di aver "neutralizzato" il commando delle forze ucraine e di aver sventato ulteriori "sette attacchi nemici intrapresi per sfuggire all'#accerchiamento".
Ansa
Nelle ultime ore le forze di #Zelensky hanno provato a sfondare e rompere l’assedio, ma i russi hanno bloccato la controffensiva ucraina.
Perché la battaglia di #Pokrovsk è così importante nella guerra fra #Ucraina e #Russia https://share.google/1kka0CgQo9ePXhKPO
Assedio a #Pokrovsk
#Ucraina tenta di resistere alla #Russia: cosa sta succedendo
https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/battaglia-a-pokrovsk-kiev-risponde-con-le-forze-speciali-allassedio-di-mosca_11MLMEDnroEJosG0hO2QLH
#UE #Libia #migranti
L’alert di #Frontex, poi i guardacoste libici. «Ennesimo indizio della loro collaborazione»
«Ma l’Italia e l’Unione europea continuano a riconoscere le autorità libiche come partner strategici e come una guardia costiera a tutti gli effetti – dice Castiglione – e oggi purtroppo abbiamo visto l’ennesima violazione dei diritti umani e l’ennesima sospetta collaborazione di Frontex con le autorità libiche».
https://www.editorialedomani.it/fatti/diario-bordo-mediterranea-alert-frontex-guardiacoste-libici-collaborazione-h636162u
#Taranto al collasso: demografia, lavoro e welfare ai minimi storici
Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria a Taranto rappresenta quasi il 60% della Puglia, con le ore di cassa ordinaria cresciute da 506.357 nel 2023 a 1.250.538 nel 2024, e quelle di Fondo Integrazione salariale da 36.902 a 85.088.
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https://www.tarantotoday.it/attualita/taranto-crisi-demografica-lavoro-pensioni-politica-ignora-dati-inps-2024-31-10-2025.html
#ILVA
#Russia
https://youtu.be/0V-V6IvOcLg
Nei giorni scorsi, a poco meno di un anno di distanza dall’impiego del missile Orešnik contro un impianto produttivo ucraino a Dnipro, il presidente Putin ha annunciato che la Russia aveva testato con successo il vettore #Burevestnik, nome in codice Nato Ssc-X-9 Skyfall. Si tratta di un missile da crociera a propulsione nucleare, lanciabile da vari tipi di piattaforme e in grado di trasportare testate nucleari operando a una quota compresa tra i 25 e i 100 metri.
#AFO4 #Taranto
Ex #Ilva, Scarpa (#Cgil): Rischiamo fermo Altoforno 4 e stop produzione
“Questo è un grido d’allarme: stiamo rischiando nelle prossime settimane il fermo dell’Altoforno 4 con dirette conseguenze sulla fermata della produzione. Quindi stiamo rischiando che per i problemi di liquidità dell’indotto si paghi un prezzo salatissimo”. Così Loris Scarpa, coordinatore siderurgia Cgil.
Geagency