Monitoraggi radioattivi "faidate" in Basilicata
Le recenti dichiarazioni di un pentito della 'ndrangheta secondo cui nel 1987 sarebbero state sepolte scorie radioattive e rifiuti tossici in Basilicata hanno trovato immediata risposta da parte delle istituzioni ma anche degli stessi cittadini lucani. Le associazioni ambientaliste NIM, Allelammie e Mp3 di Pisticci si sono recate immediatamente nel posto indicato dal dossier de L'Espresso per effettuare i primi monitoraggi radioattivi non professionali sul posto. La notizia è stata trasmessa dal Tgr Basilicata (edizione 19:30 del 5 giugno 2005) ed è, probabilmente, il primo monitoraggio "fai da te" messo in pratica dalla stessa cittadinanza, allarmata per le possibili conseguenze di tale tipo di inquinamento e in attesa che Regione, Cnr e autorità competenti effettuino le analisi professionali sul posto. Come documenta il filmato del Tgr, il monitoraggio è stato realizzato in vari punti della presunta discarica radioattiva, utilizzando un semplice RadAlert50 di cui si è dotata la NIM (costo 250 euro) a seguito degli eventi di Scanzano Jonico, distante soltanto pochi chilometri dal comune di Pisticci. I monitoraggi puntuali consentono di rilevare la radioattività locale in un raggio di 50 metri e forniscono una prima risposta ai dubbi e alle paure dei cittadini, in attesa di più autorevoli conferme.
Perché è importante questa notizia? Semplicemente perché dimostra che, con un pò di buona volontà, qualsiasi cittadino può realizzare monitoraggi ambientali di primo livello spendendo pochi euro. I monitoraggi fai da te rappresentano un'anticipazione del lavoro professionale di società specializzate e permettono di avvicinare i cittadini alla tutela del proprio ambiente. Spesso gran parte dei problemi ambientali o pseudo tali nascono dall'asincronia tra rischio e percezione del rischio da parte dei cittadini, ossia non sul rischio oggettivo e scientifico, creando una spaccatura tra scienziati e cittadini.
Gli apparecchi di monitoraggio radioattivo e di rilevamento dell’elettrosmog sono acquistabili online per poche centinaia di euro. Volendo, tutti possono monitorare il proprio territorio.
Come dichiarato nel servizio del Tgr la zona citata nel dossier de L'Espresso è ancora accessibile a tutti. Ci auguriamo che la coraggiosa iniziativa privata intrapresa dalle associazioni pisticcesi a proprie spese, sia seguita con sollecitudine dai doverosi rilevamenti tecnico-scientifici delle autorità pubbliche competenti. I cittadini hanno il diritto di sapere le condizioni dell'ambiente in cui vivono ma spetta allo Stato assicurare salute pubblica e legalità.
Si spera che l'esempio delle associazioni lucane venga seguito da altre associazioni in tutto il territorio nazionale. Ancora una volta, dopo Scanzano Jonico, la Basilicata è costretta ad esser presa come esempio di cittadinanza attiva.
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