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Un'odissea che ha segnato le nostre vite

Parlano le famiglie dei due militari morti

«Vogliamo sapere la verità»
5 giugno 2004
Giancarlo Bulla
Fonte: La Nuova Sardegna - 25 maggio 2004

Due mamme affrante dal dolore chiedono di sapere se la morte dei loro figli possa essere in qualche modo messa in correlazione con l'attività da essi svolta durante il servizio militare. Entrambe sono accomunate da questa sete di verità, per impedire, dicono, che altri ragazzi facciano la fine dei nostri figli. Due storie simili a tante altre, dapprima accettate con rassegnazione, oggi con ottica diversa. «Per i nostri figli non possiamo fare più niente - dicono - ma vogliamo impedire che altre famiglie vivano la nostra tragedia».

Giovanna Antonia Baduena di Castelsardo e Mariangela Nonna, di Campenedda, sono oggi rose dal dubbio, vogliono solo sapere la verità.

Maurizio Serra di Castelsardo è partito nel 1997 per svolgere il servizio militare nell'Aeronautica. Dopo aver fatto il periodo di addestramento al Centro addestramento reclute di Taranto, è stato trasferito a Capo Frasca. Nonostante lavorasse in cucina veniva impiegato per raccogliere le munizioni durante le esercitazioni. Si è congedato nel mese di febbraio del 1998.

«Nel maggio del 1999 - racconta la madre Giovanna Antonia Baduena - Maurizio si è sentito male, ha avuto un attacco epilettico. E' stato ricoverato dapprima nel reparto di Neurologia dell'ospedale di Sassari, poi nell'ospedale di Ozieri dove i medici gli hanno diagnosticato un rarissimo tumore al cervello. Diagnosi confermata alcuni giorni all'ospedale San Raffaele di Milano, dove io e mio marito Antonio lo abbiamo accompagnato. Un tumore rarissimo un astrocitoma fibrillare per il quale non era possibile alcuna cura. I medici del San Raffaele gli hanno prescritto delle cure. Maurizio si è poi sottoposto presso l'ospedale Oncologico di Cagliari ad alcuni cicli di radioterapia. Le condizioni di salute sono peggiorate nel gennaio del 2001. Siamo nuovamente andati al San Raffaele dove gli è stato effettuato un drenaggio al cranio. Rientrato in Sardegna e si è sottoposto a un nuovo ciclo di radioterapia. Facevamo la spola tra il capoluogo sardo, dove alloggiavamo nella casa di accoglienza vicino all'ospedale oncologico e Castelsardo. Durante questo periodo abbiamo conosciuto Gianni Faedda, un ragazzo di Campanedda una frazione di Sassari e i suoi familiari. Maurizio è morto dopo cinque anni di sofferenza il 16 maggio scorso».

Simile a quella di Maurizio è la storia di Gianni Faedda. Gianni - dice la madre Mariangela Nonna - è partito per fare il servizio militare nel 1996; aveva 20 anni. Si era appena diplomato all'istituto tecnico industriale. Dopo aver effettuato il Car a Viterbo è stato trasferito a Capo Frasca. Si è congedato nel 1977. Ha cominciato a sentirsi male nell'agosto del 1999. I primi sintomi sono stati febbre altissima. Nel mese di settembre è stato ricoverato all'ospedale di Sassari. I medici gli hanno diagnosticato un'infiammazione al cervello. Lo abbiamo quindi accompagnato al San Raffaele poi al Carlo Besta di Milano. Nel gennaio del 2000 le condizioni di Gianni si sono aggravate. Mio figlio è stato ricoverato a Sassari, nel reparto di neurologia e poi nuovamente al San Raffaele e al Carlo Besta di Milano. Per lui non c'è stato niente da fare. E' morto l'8 settembre del 2002».

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