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I mercenari e le Nazioni Unite

Gli eserciti a pagamento si offrono all'ONU per adempiere alle dispendiose "missioni di pace"
Francesco Iannuzzelli12 settembre 2000

Sono tre gli eserciti "privati" piu' noti: Executive Outcomes, di origine sudafricana e particolarmente attivo in Africa su commissione delle multinazionali dei diamanti e del petrolio, l'MPRI e la Sandline International.

EO = Executive Outcomes e' un'esercito mercenario privato fondato nel 1989 da Eben Barlow insieme ad altri soldati in gran parte provenienti come lui dalla legione straniera del Sud Africa, soldati cresciuti applicando le leggi dell'apartheid e ritenuti tra i piu' crudeli ed "efficaci". Sono in breve diventati il piu' grande e sofisticato esercito privato del mondo; tanto per dare un'idea, hanno 3 Boeing 727, almeno due elicotteri MI17, caccia, jet e armi di ogni tipo. Tra le loro "missioni": Sierra Leone nel 1995 (per riprendere il controllo della miniera di diamanti di Kono), Angola (petrolio e diamanti), Uganda, Etiopia e altri stati africani, sempre su commissione di multinazionali del settore minerario o di governi a loro volta al servizio delle multinazionali...
Executive Outcomes hai poi creato tutta una serie di societa' che offrono servizi in questo ambito e la Falconer Systems e' stata costituita appositamente per fornire "supporto logistico" (cosi' lo chiamano loro) a organizzazioni collegate all'ONU.

MPRI (Militar Professional Resources Inc.) ha la sua base nella Virginia ed e' composto da ex-militari dell'esercito USA.
Diversamente dagli altri, non offre soldati per combattimenti (cosi' dice) ma consulenze, training, organizzazione strategica e si muove solo dopo l'approvazione da parte del Dipartimento di Stato statunitense. Di recente e' stato particolarmente attivo in Croazia e Bosnia. L'aspetto piu' inquietante del MPRI e' che in realta', siccome agisce senza bisogno dell'approvazione del Congresso, rappresenta uno strumento rapido, economico e soprattutto nascosto di operare militarmente da parte degli USA, senza dover scomodare le proprie truppe (militari e mediatiche...).

La britannica Sandline International invece dichiara di lavorare solo per governi, movimenti di liberazione internazionalmente riconosciuti e istituzioni come le Nazioni Unite. Fondata da Tim Spicer (ex peace-keeper in Bosnia...) afferma di rifiutare di lavorare con regimi accusati di violazioni di diritti umani, commercio di droga, terrorismo e commercio illegale di armi. Visto che se applicasse questi criteri resterebbe disoccupata, credo che abbia un modo abbastanza flessibile di interpretare i suddetti vincoli. E' pero' particolarmente significativo il fatto che si offra esplicitamente per l'utilizzo da parte dell'ONU e che proponga una specie di regolamentazione, fatta anche di trasparenza, per convincere stati, organizzazioni internazionali e ONG a usufruire dei suoi servizi di intelligence, training, organizzazione strategica e intervento militare.

Per avere un'idea della situazione, basta farsi un giro sul sito della Sandline http://www.sandline.com

Questa tendenza da parte degli eserciti privati a presentarsi come societa' di servizi dall'immagine "pulita" e' correlata al crescente interesse verso di loro da parte di governi e delle Nazioni Unite stesse.

E' evidente che per governanti senza scrupoli rappresentano un metodo veloce ed economico per ristabilire l'ordine; garantiscono segretezza e poi una volta pagati si levano di torno. I committenti non sono solo dittatori o golpisti. Ad esempio gli USA si sono largamente serviti del MPRI, l'esercito mercenaio americano che lavora in stretta collaborazione con il DoD, in Bosnia e in Croazia.

Ma e' nel contesto delle missioni delle Nazioni Unite che per la prima volta si comincia a prendere in considerazione il loro utilizzo. Come scritto in alcuni recenti rapporti dell'ONU sui conflitti armati in Africa, le truppe mercenarie sono ormai una costante di cui bisogna tenere conto, non solo nelle trattative. Insospettisce pero' che si accenni, da parte degli stessi ispettori dell'ONU, alla ridefinizione del concetto di "mercenario" e che si citino spesso i validi risultati ottenuti dagli eserciti privati nel "ristabilire" la pace. Non viene specificato a che prezzo, non economico, ma di vite umane e di violenza indotta, questi risultati siano stati conseguiti. E quanto siano durati.

Eppure senza scomodare convinzioni morali, e basandosi solo sull'esperienza, la storia passata e presente mostra come le truppe mercenarie non costruiscano niente di buono, tantomeno la pace. Gli eserciti privati sono in realta' particolarmente adatti a destabilizzare una regione, non a stabilizzarla, sebbene nel breve termine puo' sembrare cosi'.

E infatti il loro utilizzo attuale non ha come scopo interessi comuni di lungo termine, ma particolari e immediati: quella miniera di diamanti, quel complesso petrolifero, ecc ecc Viene quindi il dubbio che se l'ONU sta considerando il loro utilizzo, allora anche le Nazioni Unite si stanno sempre piu' preoccupando di interessi particolari e non globali.

D'altronde basta rileggersi quanto detto in mezzo a tanta retorica da Kofi Annan al recente "Millennium Summit", con il palese appoggio di USA e UK, a riguardo del cambiamento delle strategie del peace-keeping in peace-building, con l'ONU piu' forte e determinato ad intervenire, anche con l' "obbligo morale" dell'uso della forza.

Per concludere, gli eserciti privati non hanno nessuna efficacia, neanche per chi crede nella forza armata come strumento del peacekeeping.
Il loro unico possibile utilizzo e' in difesa di interessi locali da parte di multinazionali in qualche modo legate al territorio (es. estrazione di metalli preziosi o petrolio). Il fatto che le Nazioni Unite e i governi stiano progressivamente valutando il loro utilizzo, e' indicativo del fatto che gli stessi governi e istituzioni abbiano l'obiettivo principale di difendere gli interessi delle multinazionali e dei gruppi economici che assicurano la continuita' del loro potere politico.

Al momento non risulta che le Nazioni Unite abbiano mai impiegato mercenari, ma l'insistenza con cui si parla di questo tema e alcune situazioni "calde" attuali, come la Sierra Leone, fanno pensare che questo momento non sia cosi' lontano.

Note: http://web.tuttopmi.it/unponteperbagh/index.htm

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