Disarmo

Lista Disarmo

Archivio pubblico

PACE

«Mettiamo al bando le cluster bomb»

Campagna mondiale di una coalizione di ottanta Ong contro la «morte a grappolo». Le nuove mine Dai jet Usa (Reuters) su ex Jugoslavia, Afghanistan e Iraq
16 novembre 2003
Emanuele Giordana (Lettera 22)
Fonte: Il Manifesto - 15 Novembre 2003
Cluster bomb, bombe a grappolo, bomb-bomblets. Chiamatele come volete ma sono forse l'arma peggiore (o migliore a seconda dei punti di vista) che la tecnologia militare abbia inventato. In questi giorni all'Aja è partita una campagna internazionale per contrastarle. Un'ottantina tra associazioni e organizzazioni non governative si sono unite nella Cluster Munition Coalition (CMC) e hanno deciso di dare battaglia, è il caso di dirlo, all'ennesimo mostro bellico. Strettamente imparentato con le mine terrestri che una lunga campagna è riuscita, almeno in parte, a mettere al bando. «Le armi a grappolo contengono submunizioni dette bomblets, proiettili esplosivi (anche 200 in una sola ndr) disegnati per spargersi quando vengono rilasciati. Quando esplodono, frammenti di munizioni penetrano il corpo, mutilando o provocando letali emorragie interne. Questo effetto frammentazione è un obiettivo volutamente disegnato. Circa il 30% delle vittime muore». La descrizione è tratta dal rapporto di Medact di qualche giorno fa e che ha assemblato una diverse fonti per ricostruire quanto di questi sistemi d'arma sia rimasto nel terreno in Iraq. Secondo Landmine Action, Gran Bretagna e Usa ne avrebbero usate circa un milione e a dicembre, Human Rights Watch dovrebbe fornire una stima più precisa. Intanto molti degli effetti delle bomblet, si possono prevedere. Molte infatti non esplodono e diventano di fatto mine terrestri. La nuova L20 usata dai britannici è pensata per autodistruggersi se non esplode, ma la sua probabilità di errore è pari al 2%. Quanto alla vecchia BL-755 non ha alcun meccanismo di auto-distruzione e ha una probabilità d'errore di circa il 10%. Gli Usa hanno impiegato la loro nuova bomba CBU-105 a guida di precisione e non hanno ammesso l'uso di tipi più vecchi di bombe a grappolo, che però sarebbero state individuate nella zona di Bassora. Per altro, ricordava Medact, i militari Usa rifiutano di fornire informazioni relative a munizioni a grappolo lanciate da terra e usate in grandissime quantità. HRW ha però identificato e denunciato l'uso del Multiple Launch Rocket System (Sistema di lancio multiplo per cluster). Avrebbe un margine di errore del 16%.

Di solito questa «probabilità di errore», questo «effetto collaterale», viene confortato dalle statistiche di donne e bambini che si feriscono anche mortalmente nel dopoguerra. Non solo perché in generale categorie a rischio, ma anche perché le bomblet appaiono come innocui luccicanti giocattoli.

La campagna mette ben in chiaro che il problema non sono solo le armi a grappolo. Un problema ancora più vasto è costituito in generale dai residuati bellici, particolarmente appetiti per la ricerca dei metalli. Si tratta degli Explosive Remnants of War (ERW), che sono di quattro tipi: mine e inesplosi d'ordinanza; veicoli militari abbandonati; armi piccole e leggere con relative munizioni; stoccaggi di esplosivi e munizioni abbandonate o danneggiate. La campagna si prefigge dunque di controllarne uso, produzione e commercio a cominciare dalle cluster e di imporre agli utilizzatori responsabilità di sminamento, bonifica, informazione sui rischi e assistenza alle vittime. Battaglia difficile ma con un appiglio nel diritto internazionale: il Protocollo 1 delle Convenzioni di Ginevra all'art icolo 51.4 proibisce attacchi indiscriminati e prescrive la protezione dei civili (art.51.1). L'uso di tali armi indiscriminate, specialmente in aree costruite, può dunque essere considerato controverso o, per lo meno, di dubbia legalità.

«L'Iraq è infestato da decine di migliaia di pezzi di artiglieria, bombe inesplose, sub-munizioni cluster, che si vanno ad aggiungere alle mine, molte ancora di produzione italiana, già nascoste nel terreno a milioni e seminate fino all' ultimo dall'esercito iracheno in fuga», dice Simona Beltrami di Campagna mine. «Grave pericolo per la popolazione civile, ma anche ipoteca sul futuro del paese. Nei dintorni di Bassora, Intersos ha già distrutto circa 650 ordigni e munizioni e ne ha rimossi quasi altrettanti». L'Italia però ha appena dimezzato il suo contributo allo sminamento nella prossima Finanziaria. Altro che missione militare umanitaria.

Articoli correlati

  • Nuova condanna al carcere militare per tre obiettori di coscienza israeliani
    Pace
    Oryan, Itamar e Yuval

    Nuova condanna al carcere militare per tre obiettori di coscienza israeliani

    Nonostante il clima di guerra nel paese, Mesarvot, la Rete israeliana di obiettori di coscienza israeliani, continua a sostenere chi rifiuta di servire nell'IDF, l'esercito israeliano. Itamar Greenberg si è detto convinto di appartenere a una generazione che porrà fine all’occupazione dei territori
    9 settembre 2024 - Mesarvot
  • Disarmare la Rheinmetall: affondare l'industria bellica!
    Disarmo
    L'alleanza antimilitarista Disarm Rheinmetall

    Disarmare la Rheinmetall: affondare l'industria bellica!

    Appello per un campo d’azione antimilitarista dal 3 all’8 settembre 2024 a Kiel nella Germania settentrionale
    5 agosto 2024 - Rossana De Simone
  • Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta
    Editoriale
    Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran

    Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta

    Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale
    16 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone
    Cultura
    Sean Ono Lennon sul palco degli Oscar 2024

    "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone

    La guerra, gli scacchi, due sconosciuti che si affrontano in una partita a distanza
    La storia si preannuncia toccante e potrà servire a stimolare dibattiti e passi in avanti nella risoluzione dei vari conflitti, piccoli e grandi, "if you want it"
    18 marzo 2024 - Maria Pastore

Sociale.network

loading...
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.25 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)
Caricamento...