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I No dal Molin: siamo una rete, possiamo bloccare tutta l'Italia. Assemblea ieri a Vicenza

Nuova fase del movimento contro il raddoppio di Ederle. Zero divisioni ideologiche e unione delle forze
15 luglio 2007
Maurizio Pagliassotti
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Vicenza nostro servizio
Fine delle parole, fine delle speranze, fine delle suppliche. Il dado ormai è tratto, e la volontà di costruire la nuova base statunitense a Vicenza è davvero una certezza con cui confrontarsi da ora in avanti. Rombano le ruspe e si alzano le voci di chi con tono bonaccione ripete un mantra che dovrebbe placare gli animi ma in realtà non fa altro che buttare secchiate di benziana sul fuoco: la base si farà. Punto e basta.
E allora visto che spazio per la trattativa non c'è i vicentini hanno deciso di riunirsi per discutere il da farsi. Lo hanno fatto ieri pomeriggio dalle tre fino a tarda sera presso il presidio permanente No dal Molin, poco distante da quello che sarà il cantiere della base. Circa cinquecento persone provenienti da tutta la penisola hanno discusso della torrida estate che aspetta queste zone. Ha aperto la discussione Cinzia Bettone, portavoce del movimento antibase (di recente vittima di gravi minacce), seguita da un profluvio di discorsi. Toni decisi, contenuti spigolosi.
Il sole ha picchiato duro tutto il pomeriggio, un assaggio di quello che verrà per i molti che hanno giurato di dare una mano, di piantare una tenda e passare tutte le ferie a Vicenza. E infatti per chi ha occhi per guardare e orecchie per sentire quello che è avvenuto ieri pomeriggio è solo un assaggio di quello che accadrà. La fase della denuncia e della ricerca di solidarietà è finita, come del resto anche quella della protesta e della contro proposta.
Tutti gli interventi hanno sottolineato che ci si muoverà all'interno dei Patti di Mutuo Soccorso siglati tra le varie realtà che lottano contro gli scempi economico ambientali che minacciano il paese. Quindi zero divisioni ideologiche e unione delle forze su un unico obiettivo: no alla base. Le bandiere del cuore saranno tenute ben arrotolate a casa per riuscire ad incrementare la partecipazione popolare di tutti.
«Useremo un sistema a sciame e lavoreremo come un formicaio - sostiene Luca, ricercatore vicentino esperto di cibernetica - Nessuno di chi è venuto qui a Vicenza oggi necessita di ordini per sapere cosa fare e come. Il nostro obiettivo è uno solo e ognuno di noi risponderà automaticamente alle sollecitazioni esterne. Esattamente come uno sciame o un alveare. Siamo una rete, siamo sparsi sul territorio, possiamo bloccare tutta l'Italia quando vogliamo. Non passeranno».
Per chi invece crede meno nella auto organizzazione dei sistemi complessi e vuole avere qualcosa di pratico da fare l'appuntamento è dall'otto al quindici settembre per un mega campeggio anti base. Tutta Italia è invitata. Ma non sarà solo un camping troppo festoso. «Adesso è presto per dire quali azioni porteremo avanti. Dipende molto anche da cosa accadrà nelle prossime settimane?» sussurra sibillina Marina, la voce della radio No dal Molin.
L'aria che tira a Vicenza ricorda l'autunno 2005 in val Susa. La stessa paura per i tempi in arrivo, ma anche la stessa determinazione. A quel tempo Berlusconi mandò i reparti antisommossa a far pestare i vecchietti di notte. «Noi purtroppo dobbiamo confrontarci con un governo più astuto. Alla fine la demenzialità di quella scelta protofascista fu una pubblicità preziosa per i Notav. Con noi al posto del manganello vogliono usare la vasellina?» Roberta, attivista e presidiante No dal Molin.
La convinzione diffusa è che se gli statunitensi non forzeranno il governo proverà a tirarla ancora per le lunghe, fiducioso che prima o poi chi protesta si stufi. Speranza sempre più vana dopo l'incontro di ieri.
La sala dove si svolge l'assemblea è tappezzata di striscioni recanti i vari slogan che da sempre caratterizzano la lotta contro la base. Sotto questi teloni che fungono da serra si accalcano tutti gli starti sociali: dai fricchettoni alle signore che si tentano di trovare un po' di aria nell'incessante sventolio del loro ventaglio. Si conclude verso le dieci di sera. Il risultato che si voleva ottenere, il richiamo a tenersi pronti a serrare i ranghi in caso di bisogno, è stato raggiunto.

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