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Cina, colpo spaziale

Proteste mondiali dopo il primo test militare nello spazio della storia cinese: un satellite in orbita distrutto da un missile. Ma c'è chi ricorda la nuova «strategia spaziale» Usa voluta da Bush
20 gennaio 2007
Ester Nemo
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

La Cina non smentisce né conferma di aver compiuto il suo primo test missilistico di distruzione di un satellite nello spazio. Alle proccupazioni di escalation militare espresse soprattutto da Stati uniti, Giappone e Australia Pechino ha risposto attraverso un portavoce del ministero degli esteri, Liu Jianchao, che ha dichiarato di non essere informato sulla vicenda e di aver letto al riguardo solo i rapporti stranieri. Ha tuttavia comunicato la certezza che la Cina non minaccia nessuno, «difende l'uso pacifico dello spazio e si oppone a ogni forma di corsa al riarmo».
L'esperimento cinese è avvenuto l'11 gennaio scorso ma se n'è avuta notizia solo quando, mercoledì, la rivista American Aviation Week and Space Technology lo aveva descritto sulle sue pagine, citando fonti di intelligence. Secondo l'articolo un vecchio satellite meteorologico cinese in orbita dal 1999 sarebbe stato colpito a 800 chilometri di altezza nell'atmosfera da un missile balistico a medio raggio lanciato dal centro spaziale di Xichang. Il giorno dopo, il report della rivista è stato confermato dal portavoce del National Security Council, Gordon Johndroe, che ha ufficialmente espresso la preoccupazione americana perché «lo sviluppo e la sperimentazione di simili armi non sono consone allo spirito di cooperazione cui aspirano entrambi i paesi nell'uso civile dello spazio». Hanno fatto eco subito Australia e Canada e ieri è intervenuto anche il Giappone preoccupato per due aspetti «l'uso pacifico dello spazio e la prospettiva della sicurezza». Il capo segretario di gabinetto, Yasuhisa Shiozaki, ha anche fatto sapere di aver inoltrato il messaggio ai cinesi che hanno risposto: «Pechino tiene conto delle preoccupazioni giapponesi e vuole mantenere l'uso pacifico dello spazio».
Le congetture sono però ufficialmente aperte sul perché la Cina abbia proceduto per la prima volta a un test per la distruzione di veicoli spaziali che finora era stato condotto solo da Unione sovietica e Usa, e da questi ultimi effettuato per l'ultima volta a metà degli anni '80. Un tipo di attività militari abbandonate perché producevano troppi detriti che ostacolano il funzionamento dei numerosi satelliti ormai in orbita. E l'esperimento cinese, sotto questo aspetto, lascerà il segno per decenni.
I pareri di analisti ed esperti sottolineano la volontà di Pechino di dimostrare la propria capacità di colpire nello spazio anche piccoli oggetti come i satelliti spia. Dopo aver fatto vedere al mondo di essere in grado di mandare in orbita propri astronauti, il test, dicono molti , sembra porre con chiarezza una nuova sfera di competizione militare in cui la Cina intende essere presente. In questo senso l'esperimento sarebbe anche una sorta di sparo in aria per segnalare la necessità di negoziare i nuovi equilibri che si stanno determinando nell'uso dello spazio, indicato ormai come il prossimo teatro dello scontro geopolitico mondiale. Una mossa da guerra fredda, insomma. Soprattutto dopo che gli Stati uniti, nell'ottobre dello scorso anno, hanno elaborato e reso nota la loro «Politica spaziale nazionale» nella quale Washington ha fatto intendere, con l'usuale chiarezza dell'amministrazione Bush, di voler ignorare ogni appello alla proibizione globale della militarizzazione dello spazio. Nella nuova dottrina spaziale gli Usa affermano infatti di «voler mantenere il diritto, la capacità e la libertà di azione nello spazio» e che «dissuaderanno o scoraggeranno chiunque vorrà impedire loro l'esercizio di questi diritti o svilupperà capacità con l'intenzione di farlo». Se necessario, poi, gli Stati uniti «negheranno agli avversari di esercitare attività spaziali ostili agli interessi nazionali Usa».
E' anche a questo fine che, segreto di Pulcinella, gli americani stanno conducendo ricerche ed esperimenti di armi laser che dalla terra accechino o mettano fuori uso i satelliti altrui. Una tecnologia che fa apparire primitivo il lancio cinese.

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