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I conti in tasca alla nuova base

Quanto costeranno gli americani? Un ingegnere vicentino ha fatto due più due. Scoprendo che...Spreconi d'acqua I militari Usa consumano come una città di 30 mila abitanti, da 60 a 260 litri al secondo per ognuno di loro. Il mega business del progetto edilizio: villette, scuole e un ospedale
20 gennaio 2007
Orsola Casagrande
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

L'ingegner Eugenio Vivian snocciola dati che sono solo all'apparenza ostici. In realtà diventano semplicissimi e dicono più di mille studi quando vengono tradotti in abitanti. Il progetto Dal Molin, come consumi, è pari a 30 mila vicentini per l'acqua, 5.500 per il gas naturale e 26 mila per l'energia elettrica. Cifre che da sole parlano chiarissime. Per Vicenza, la nuova base militare americana che il governo Prodi ha liquidato come un «problema urbanistico» rappresenterebbe un colpo assai pesante in termini di impatto ambientale e utilizzo delle risorse.
La situazione attuale per quanto riguarda l'acqua è presto detta: la società Aim fornisce il servizio idrico a circa 26 comuni vicentini, per un totale di 28 milioni di metri cubi l'anno e 270 mila abitanti. Il consumo è di 280 litri al giorno per abitante. Ma i funzionari della Ederle hanno chiesto, nel giugno dell'anno scorso, una fornitura di acqua da un minimo di 60 litri al secondo a un massimo di 260. «La città - dice l'ingegner Vivian - consuma 11,5 milioni di metri cubi l'anno. Pertanto, in relazione ai consumi idrici ipotizzati, è come se ci fosse un incremento di oltre 30 mila abitanti, e relative attività economiche, posti nel quadrante nord della stessa».
Per quello che riguarda l'energia e il gas, l'ingegner Vivian ha fatto i suoi calcoli basandosi sui dati forniti dagli stessi americani. I risultati sono un aumento di consumi pari a un improvviso aumento demografico di quasi seimila abitanti per il gas e di ben 26 mila per l'energia. «Fin da principio - dice ancora l'ingegner Vivian - si pensava che il grande interesse fosse solo per la struttura aeroportuale». Invece dai suoi studi l'ingegnere scopre che ci sono almeno altre quattro motivazioni. «Dal primo gennaio 2008 - dice - l'Aeronautica militare dismetterà il Dal Molin, per cui c'è da ritenere che l'area di 770 mila metri quadri diverrà anch'essa parte integrante della base». E ancora, c'è «un importante oleodotto che parte dalla raffineria di Genova, attraversa la pianura padana servendo anche l'attuale struttura militare. Inoltre, c'è un'ampia disponibilità di acqua che comunque si può rendere potabile». L'ultimo motivo di interesse per l'area dell'ex aeroporto è che la nuova «housing area nel comune di Quinto Vicentino ha incontrato il rifiuto dell'amministrazione comunale di Torri che era stata interpellata per l'ampliamento della stessa da 215 a 400 villette».
Insomma per gli americani l'affare Dal Molin è assai ghiotto. Del resto lo ha ribadito anche l'ex sindaco di Vicenza Achille Variati (Margherita). «Il Dal Molin - dice - era l'unica area che eravamo riusciti a strappare alle speculazioni. Ma la decisione del governo Prodi di dare il via libera alla nuova base scipperà i cittadini anche di questa risorsa che poteva essere utilizzata per il rilancio di Vicenza». In effetti di proposte di riutilizzo dell'aeroporto civile ce n'erano diverse. Si andava dalla realizzazione della direzione del Veneto per il corpo forestale e protezione civile alla costruzione di un vero e proprio polo sportivo e di un parco acquatico. In più c'era l'idea di un campus universitario e di un polo di ricerca e sviluppo che fornisca servizi alle imprese della zona.
L'ingegner Vivian è andato a fare i conti in tasca anche al progetto della base presentato dagli americani. L'intervento edilizio al Dal Molin consiste nel realizzare edifici per 707 mila mc, pari a 167 mila mq più 37 mila mq di sottotetti, il tutto su una superficie di 550 mila mq. C'è poi la realizzazione di un nuovo villaggio residenziale da realizzare a Quinto vicentino. L'obiettivo è costruire 215 villette prima e 400 poi per alloggiare le famiglie dei militari.
Ciò è necessario perché verranno demolite circa 100 residenze nell'attuale housing area della Ederle per far posto alla costruzione di scuole. Inoltre le nuove villette di Quinto Vicentino dovrebbero consentire l'azzeramento dei contratti di affitto in città. Il programma di costruzione del Dal Molin è di 150 mila dollari, in più ci sono gli altri pezzi (villaggio residenziale a Quinto, ospedale, ristrutturazione Ederle, ecc) per un totale di quasi 960 milioni di euro. Annualmente la caserma Ederle costa circa 180 milioni di euro. Dopo aver fatto i suoi calcoli Vivian ha stabilito che «bene che vada» alle aziende vicentine potrebbero arrivare qualcosa come 26 milioni di euro, cioè il 35% degli investimenti totali.
Ma lo scotto di tutto ciò? Sempre secondo Vivian, «nel 2002 il contributo del governo italiano a quello americano per le basi Usa presenti nel nostro territorio è stato di 326 milioni di euro, la "condivisione del peso", visto che non ci è dato di conoscere quanto versiamo per la Ederle, ma sappiamo che la cifra del 2002 era riferita ai 16 mila militari americani e relativi familiari in Italia, di cui 2.000 dislocati a Vicenza. Il contributo probabile è di oltre 40,75 milioni di euro all'anno». Con la stessa logica il Dal Molin (2.000 nuovi arrivi, militari e non) costerà qualcosa come 40,75 milioni di euro che, estesi fino al 2019 e cioè per 10 anni, danno un contributo complessivo attualizzato di 317,76 milioni di euro.

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Chi crede che col denaro si possa fare di tutto è indubbiamente disposto a far di tutto per il denaro.

H. Beauchesne

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