OpenOffice.org sotto la lente degli analisti

Le aziende non hanno motivo di spendere soldi per i programmi da ufficio Microsoft, perchè esiste una validissima alternativa open source. Gli appassionati di informatica lo hanno sempre detto, ma ora lo affermano anche le (costosissime) ricerche di mercato. Quindi è diventato vero.
3 novembre 2004
DataManager.It

Screenshot di OpenOffice.Org OpenOffice.org è finito sotto la lente degli analisti di settore – primo fra tutti Forrester Research, che attribuisce alla suite per ufficio libera una quota di mercato del 14% nel settore delle grandi aziende – grazie alla recente lista di annunci di migrazione verso il software libero e l'ambiente open source da parte di aziende private ed enti pubblici in ogni parte del mondo. Tra gli ultimi, in ordine di tempo, il Ministero della Difesa di Singapore con 20.000 utenti e il Comune di Monaco di Baviera con 14.000 utenti.

In particolare, CSC Consulting, la più grande azienda al mondo di servizi di consulenza e outsourcing IT, e Soreon Research, una società tedesca di analisi di mercato nel settore delle tecnologie, hanno dedicato due lunghi studi all'ambiente open source, in cui openOffice.org viene analizzato sia sotto il profilo delle funzionalità sia sotto quello del “costo totale di gestione” (total cost of ownership, TCO).

Lo studio di CSC, dal titolo “Open Source: open for business” (open source: aperto alle aziende, disponibile all'indirizzo http://www.csc.com/features/2004/48.shtml), prende in esame anche le suite per ufficio libere, e rileva sia che la tecnologia di OpenOffice.org è migliorata in modo significativo nel corso degli anni sia che il pacchetto è disponibile in un numero di versioni linguistiche largamente superiore a quello delle soluzioni proprietarie.

Screenshot di OpenOffice.Org Secondo Bill Koff, Vice President di CSC: “Stiamo per assistere a una migrazione verso i desktop Linux. Le aziende, infatti, sono ormai abituate ad avere il software open source nella loro infrastruttura, per cui vedono meno difficoltà nell'adottarlo anche sui desktop, anche se in quest'area c'è un forte radicamento delle soluzioni Microsoft che rende più difficile il compito per la comunità open source”.

Una suite per ufficio libera consente dei risparmi sia per il minor costo d'acquisto sia per l'assenza di aggiornamenti a pagamento. In una grande organizzazione, il costo della suite per ufficio è nell'ordine dei 300 Euro per postazione, pari a 3 milioni di Euro per 10.000 PC, e quello degli aggiornamenti – seppur inferiore – si ripresenta ogni 18-24 mesi. La suite per ufficio libera elimina completamente sia i costi d'acquisto delle licenze sia quelli degli aggiornamenti.

Lo studio Soreon Research si intitola “Saving cash: a comparison of open source and proprietary software” (risparmiare denaro: un confronto tra software open source e proprietario, disponibile sul sito www.soreon.de solamente in tedesco) ed è focalizzato sulle aziende europee e sul costo totale di gestione. Esso rileva come l'adozione di OpenOffice.org consenta un risparmio del 20% rispetto alle soluzioni proprietarie, e come un ulteriore risparmio del 30% possa derivare dall'adozione di Linux rispetto a Windows.

Il logo di OpenOffice.Org Lo studio introduce un “fattore di rischio” legato alla mancanza di know-how sul software libero, che penalizza le aziende in modo inversamente proporzionale alle loro dimensioni, per la necessità di affidare a strutture esterne la formazione e il supporto. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi OpenOffice.org continua a offrire dei vantaggi rispetto al software proprietario.

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