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10 gennaio 2004
Fonte: Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix"
http://www.olografix.org - 22 dicembre 2003

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Cittadini con la «e»
L'e-government avanza e in Italia il ministero dell'innovazione lancia progetti e finanziamenti, alcuni dei quali riguardano la cosiddetta e-democracy, per lo sviluppo della «cittadinanza digitale» ovvero, per dirla con l'Onu, la promozione «di una genuina partecipazione dei cittadini alla politica», che a un livello più alto potrebbe diventare «democrazia continua», intervento permanente nella cosa pubblica, controllo e influenza sui decisori. Un fronte tutt'altro che tranquillo
FRANCO CARLINI

E-Government, fase due. Per quanto appaia discutibile (e insopportabile) l'uso e l'abuso della e- con il trattino davanti alle parole, vale comunque la pena di guardare più da vicino i progetti e i finanziamenti che il ministro dell'Innovazione Lucio Stanca ha appena lanciato.
Si dividono in cinque linee di azione, prevedendo tra l'altro l'estensione delle innovazioni digitali ai piccoli comuni (meglio se si consorzionano) e dei servizi elettronici ai cittadini; su questo secondo fronte l'aspetto significativo non è solo la razionalizzazione delle pratiche burocratiche, quanto l'effetto all'indietro che le tecnologie possono avere sulla pubblica amministrazione. Essa viene stimolata a cambiare la propria organizzazione, ma anche a darsi una mossa di fantasia, provando a mettersi dalla parte del cittadino e dunque a proporgli nuovi servizi interattivi. Ma c'è un altro segmento dei nuovi progetti che, per quanto sottofinanziato (in tutto 10 milioni di euro, contro i 185 del totale) sembra interessante. E' quello che va sotto il nome di e-democracy (rieccoci con la «e-»), meglio definito come «L'avviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale». Va detto che la scelta appare in linea con l'analisi appena pubblicata (agli inizi di novembre) dalle Nazioni Unite. Quel rapporto si intitolava «E-Government at the Crossroads e osservava del tutto ragionevolmente che oramai sono tantissimi i paesi che offrono informazioni ai cittadini attraverso gli strumenti di rete, ma che
«solo pochi governi hanno optato per applicazioni di e-government per servizi di transazione o di networking e che ancora meno sono quelli che le usano per promuovere una genuina partecipazione dei cittadini alla politica».

In questa frase c'è il succo di tante discussioni sull'e-Gov che talora sembrano complesse ma che, a ben vedere, si riducono a soli tre filoni: (a) processi di trasparenza (più ce n'è, meglio è), (b) servizi interattivi ai cittadini («transazioni, tipo pagare le tasse o fare le pratiche online) e (c) partecipazione politica. Il primo blocco è oggi abbastanza soddisfacente, ma solo fino a un certo punto, perché tutti i governi amano la riservatezza e anche gli Stati uniti, paese leader della libertà di informazione, hanno per così dire approfittato dell'allarme terrorismo per ridurre la quantità di informazioni liberamente accessibili. In Italia poi la resistenza delle amministrazioni - magari di singoli burocrati - ad aprire gli archivi è tuttora altissima, specialmente quando si tratti di questioni calde. Il secondo blocco si va sviluppando e l'Italia non è affatto tra gli ultimi. Qui le difficoltà sono anche tecniche: basti pensare cosa significhi collegare tra di loro banche dati diverse per effettuare le prenotazioni sanitarie: sono software storici, archivi costruiti con criteri talora incompatibili, e riunificare il tutto è ovviamente opera faticosa e costosa.
Il terzo blocco, quello della partecipazione, è suggerito anche dalle Nazioni unite come quello oggi più importante, cui dedicare un'attenzione particolare, se non altro perché ovunque sono evidenti le mancanze di democrazia o il deterioramento della stessa: disaffezione e abbandono da un lato, professionalizzazione, affarismo e spettacolarizzazione dall'altro. La speranza (ma quanto sia fondata è esso stesso elemento di discussione) è che l'uso delle ICT (Information and Communication Technologies) possa «promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita delle amministrazioni pubbliche e alle loro decisioni». Da tempo sono cadute, per fortuna, le illusioni che assegnavano alle tecnologie la possibilità di rivoluzionare totalmente il mondo e quello della politica in particolare. Questa visione utopico-tecnologica era sbagliata in sé e tale si è rivelata alla prova dei fatti. Ma qualcosa è successo: effettivamente le tecnologie digitali si sono dimostrate un valido utensile messo a disposizione di chi aveva voglia di prendere la parola e di influire sull'agenda politica. E' avvenuto sia sviluppando visioni e modalità del tutto alternative e antagoniste (il vasto movimento di Seattle e per la pace, o quello ambientale), sia ponendosi più moderatamente il problema di migliorare i meccanismi politici più tradizionali.

A questo secondo filone appartiene il progetto del ministro Stanca, così come quelli di altri paesi, ma questo moderatismo non deve essere considerato poca cosa, se lo si facesse davvero. Tra le righe si leggono comunque diverse propensioni. La prima, più banale e non molto interessante è quella espressa per esempio nel Rapporto del Censis sulle Città Digitali (Roma, 24 febbraio 2003) dove si legge: «Creare communities online tra gli utenti del sito di una P.A. locale significa offrire loro la possibilità di interagire con le istituzioni locali in modo diverso, recuperare e sviluppare un senso di appartenenza e di fidelizzazione con il contesto territoriale e istituzionale». In questo caso si punta a riaffezionare il cittadino alle istituzioni, senza prendere atto che la sua delusione forse ha qualche buon motivo e che esso andrebbe affrontato in radice anziché «lenito».

Un altro livello è quello che alcuni studiosi, e in particolare Stefano Rodotà, chiamano la «democrazia continua» intesa come un intervento permanente dei cittadini nella cosa pubblica: essi non si limitano a votare i rappresentanti, punendoli o premiandoli per la loro gestione amministrativa, e nemmeno si accontentano di essere informati sulle decisioni prese durante il ciclo amministrativo, ma hanno la possibilità di intervenire, singoli o organizzati, anche nella fase di formazione delle opinioni che poi diventeranno delibere. Perché questo avvenga è necessario che tutti i materiali istruttori siano visibili e criticabili e che altre opinioni possano formarsi e farsi considerare.

Dunque un processo che è insieme di controllo e di influenza sui decisori, come teorizzava nell'anno 2000, a Santa Margherita Ligure, Edoardo Garrone, allora presidente dei Giovani Industriali: «attraverso la rete oggi i cittadini, le imprese, i consumatori, tutti i gruppi sociali, hanno una possibilità in più per comunicare le proprie idee, le proprie valutazioni e il proprio scontento». Un ulteriore passo in avanti, collegato alla democrazia continua, sta nel permettere ai cittadini, singoli e organizzati in associazioni, di far emergere dal basso problemi e punti di vista che il mondo della politica, di solito privo di orecchie e di volontà di ascolto, non avverte nemmeno come tali. E' la famosa questione dell'«agenda setting», ovvero dell'elenco dei problemi che la politica è chiamata ad affrontare e delle priorità da assegnare loro.

Questo fronte della democrazia è tutto fuorché tranquillo, anche indipendentemente dagli strumenti usati. Anzi è per definizione luogo di conflitti perché la politica a breve termine (quella degli amministratori che mirano essenzialmente alla loro riconferma elettorale) privilegia, per sua natura e per sua miopia, i gruppi sociali che «appaiono» più forti e strutturati, in grado di esercitare adeguate pressioni di opinione. E' indubbio che questo è anche il terreno di sperimentazione democratica più interessante; per esempio alcuni comuni di centro sinistra si attrezzano per far votare i migranti residenti sul loro territorio, il che è cosa ottima, ma quale percezione hanno gli amministratori dei problemi degli ecuadoregni o dei senegalesi che abitano le loro città? Non sarebbe questa l'occasione di un ascolto e di una sollecitazione intensi? Con vecchie e nuove tecnologie, ovviamente, anzi con una saggia miscela delle due.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art65.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Dicembre-2003/art65.ht

ml

LINK
Dal ministero all'Onu
Documento del ministero per l'innovazione sulla seconda fase dell'e-Government locale:
www.innovazione.gov.it/ita/egovernment/entilocali/egov_Fase2.pdf.
Rapporto dell'Onu «E-Government at the Crossroads»,
http://unpan1.un.org/intradoc/groups/public/documents/un/unpan012733.pdf)
Rapporto del Censis sulle Città Digitali.
http://db.formez.it/fontinor.nsf/0/E05E5F14DF748302C1256D060076F216/$file/Rapporto Censis.pdf
Stefano Rodotà sulla «democrazia continua»,
www.nextonline.it/archivio/02/14.htm.
Un saggio di Anna Carola Freschi:
«L'attuazione dell' e-government nel sistema regionale toscano»,
www.rete.toscana.it/comunita/egovernment/convegno13gennaio/interventi/AnnaCarolaFreschi.pdf

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art64.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Dicembre-2003/art64.html
Prove tecnologiche di democrazia
In un libro, l'intreccio fra crisi della politica e «rimedi» info-telematici
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art66.html
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Dicembre-2003/art66.html

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.: TECNOLOGIA&INTERNET :.
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MENO OSTACOLI PER I DISABILI IN RETE
Con la legge sull'accessibilità dei siti della pubblica amministrazione, l'Italia ha messo a segno un punto che la fa risalire nelle classifiche internazionali. Ma dalla teoria alla pratica il passo non è così immediato.
di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010050686.jsp

"Dall'addio a Jennicam al kamasutra di Guerre Stellari"
In questa quindicesima puntata si parla di rifacimenti di copertine di dischi, webcam, isole artificiali, architettura dell'informazione, un kamasutra per amanti di Star Wars e di calcolatori che vengono dall'Est. di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010050577.jsp

BOLLICINE MUSICALI
Si amplia l'offerta di musica on line grazie a una new entry: la Coca-Cola. L'avversario da battere è sempre lo stesso, quell'iTunes di Apple che festeggia 20 milioni di brani venduti e che ha già al suo fianco la Pepsi. di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010050538.jsp

"Attenti, col digitale non si tramanda" - di Paolo Attivissimo
I sorprendenti risultati di alcuni test sulla longevità dei supporti informatici mettono a rischio la conservazione dei nostri dati di famiglia: foto, musica, video, e-book e giochi non saranno accessibili ai nostri figli, se non prendiamo in tempo precauzioni.
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/12/11/01/200312110101

SPECIALE/ LINUX 2.6 E' QUI
Dopo un lungo ed estenuante parto, il nuovo e attesissimo kernel 2.6.0 di Linux ha finalmente raggiunto la maturita' e si appresta, spalleggiato da importanti nomi, a rinnovare la sfida ai sistemi operativi proprietari
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46366

PILLOLE HI-TECH IN FINANZIARIA
Nella legge che dispone le spese di bilancio non c'e' rimasto molto per informatica e dintorni ma qualcosa c'e'. Ecco un breve quadro di quanto c'e' da attendersi
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46362

IL DESTINO DELLA NAMING AUTHORITY
Ospitiamo un intervento del presidente dell'associazione NewGlobal.it, Ettore Panella, sulle recenti decisioni intorno alle strutture di naming italiane. Tra domini internet e liberta'
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46359

ARRESTATO CYBERDISSIDENTE CRISTIANO
Accade in Cina dove un 23enne voleva sostenere le proprie attivita' religiose cristiane parlandone su internet. L'ingenuo... e' ora nelle mani della Giustizia pechinese
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46361

ACCESSIBILITA', APPROVATA LA LEGGE
L'Italia si dota di una normativa che impegna all'accessibilita' la PA e solo quella. Pur con molti limiti, la nuova disposizione viene descritta come un importante passo avanti. Bollini blu per i siti piu'ppiu'
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46344

E-LEARNING CONTRO IL DIGITAL DIVIDE
C'e' anche questo nel progettone varato dalla Organizzazione mondiale della Sanita' per esportare conoscenza nei paesi in cui e' disponibile l'accesso alle tecnologie dell'informazione. Si parte dalla salute
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46347

DVD JON E CRISI DELLA CIVILTA' GIURIDICA
di Giovanni Ziccardi (IP Justice) - Si e' chiuso l'appello di Jon Johansen, autore del DeCSS finito da tempo nel mirino delle major. Un quadro della situazione per capire l'enorme rilievo di questo processo
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46327

SCANSIONE DEL VOLTO, SCUOLA PIU' SICURA?
Sono sempre di piu' le scuole americane nelle quali vengono installate telecamere e sistemi di riconoscimento del volto collegati ai database federali. Non funzionano granche' ma arrivano ovunque
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46314

ADSL DI NUOVO IN PRIMA LINEA
In un giorno solo Gasparri annuncia fondi per la banda larga, Tiscali lancia sconti con soldi pubblici non ancora stanziati e Telecom stuzzica parlando di banda ADSL piu' larga. La Finanziaria s'infila negli animi e nei portafogli
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46308

WSIS, I DELEGATI ERANO SPIATI
L'accusa e' di scienziati che hanno individuato chip RFID nei badge di accesso forniti a chi ha partecipato alla conferenza. L'azione viola leggi svizzere e norme internazionali. Qualcuno teme per l'incolumita' di certi delegati
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46310

ACCESSIBILITA': APPELLO AI SENATORI
Per ricordare ai parlamentari che dovranno approvare la legge che i siti privati che godono di finanziamenti pubblici per il momento non sono tenuti ad essere accessibili
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46291

IL WI-FI CINESE NON PIACE ALL'OCCIDENTE
Lo standard appena approvato in Cina non e' compatibile con quello internazionale per un differente protocollo di sicurezza. Produttori occidentali in rivolta
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46306

P2P E CANADA, QUANDO IL DOWNLOAD E' LEGALE
Lo sostengono quelli dell'Ufficio copyright, secondo cui scaricare da internet non puo' essere considerato illegale. La cosa non va giu' alle major che annunciano: non decide l'Ufficio, decideranno i tribunali. Ma il DMCA in Canada non c'e'
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46293

IL WSIS AFFOGA NELLE BELLE PAROLE
Passa un Fondo per la solidarieta' digitale internazionale e dentro ci mettono la bellezza di un milione di dollari. Ci vorranno due anni per capire se funzionera' e come. Passa anche una dichiarazione molto ispirata che non tutti firmano
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46292

WINDOWS 98 VA IN PENSIONE
Fra un mese Microsoft cessera' del tutto il supporto a Windows 98, sistema operativo ancora discretamente diffuso soprattutto sui client aziendali. Gli esperti incoraggiano la rottamazione
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=46280

COME FUNZIONA, SE FUNZIONA, IL DIGITALE TERRESTRE
Il nuovo sistema introdurr? un'offerta televisiva più ampia e l'uso di servizi innovativi da un punto di vista tecnologico. Ma tra la teoria e la pratica c'è sempre una certa differenza...
>> di Francesco Cisternino
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2708

L'EREDITA' DI JOHN CONNOR
Combattere gli effetti perversi della tecnologia utilizzando la tecnologia stessa. E' questo l'insegnamento di John Connor, forse il migliore hacker del cinema. Altro che quella mezza
calzetta di Neo...
>> di Michele Bottari
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2706

L'INDUSTRIA DEL PORNO SU INTERNET
Non girano poi così tanti soldi come si crede, ma c'è molto da imparare.
>> di Lorenzo Maggiolini
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2711

L'INFORMAZIONE CHE NON C'E': QUELLA ECONOMICA
Bilancio del 2003: nel panorama dell'informazione del nostro Paese l'unica informazione che non esiste ? quella economica.
>> di Pier Luigi Tolardo
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2697

ITALIA E INTERNET, DUE "I" CHE VANNO A BRACCETTO
La rete italiana vola verso il milione di domini. Secondo le statistiche elaborate dall'Iit-Cnr il www del Belpaese ? la terza realt? d'Europa dopo Germania e Inghilterra. Regione per regione, provincia per provincia, ecco le classifiche dei siti .it, aspettando quelli .eu
>> di Silvia Amerighi
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2709

SENZA PAURA E SENZA RICERCA
Un tentativo di fare chiarezza sulla "questione SCO". L'azienda tenterebbe di accrescere il proprio valore di mercato a spese degli sviluppatori del software libero, dei propri distributori
e degli utenti, attraverso esotiche teorie legali e presunzioni di prove senza sostanza.
>> di Emmanuele Somma
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2704

IL GOVERNO SUDCOREANO SCEGLIE L'OPEN SOURCE
Lo ha annunciato il Ministero dell'Informazione, spinto dal notevole risparmio conseguente pari a 300 milioni di dollari l'anno.
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2683

Disabili: approvata definitivamente la "LEGGE STANCA" per l'accessibilità  alle nuove tecnologie
Il Parlamento ha definitivamente approvato all'unanimità la "Legge Stanca", che consente ai disabili l'accessibilità  alle nuove tecnologie digitali ed informatiche, Internet compreso, superando l'attuale divario digitale. Dopo la Camera anche al Senato, infatti, le forze politiche hanno espresso pieno consenso al provvedimento che pone l'Italia al primo posto in Europa su questo fronte, con la normativa più completa, proprio mentre si sta concludendo "l'Anno Europeo del Disabile". Il voto è stato espresso dalla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni di palazzo Madama in sede legislativa il 17 dicembre 2003.
Approfondimento (http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.1.0505712.

Prossima tappa Tunisi 2005
Conclusa la I fase del Vertice mondiale delle Nazioni Unite sulla Società  dell'Informazione che si è tenuta a Ginevra dal 10 al 12 dicembre scorso e che ha visto la partecipazione di 180 Paesi, 50 tra capi di Stato o di Governo e oltre 16.000 delegati. Al termine dei tre giorni di lavori, il Summit ha prodotto una Dichiarazione dei Principi che ha ribadito la sfida del nuovo millennio, quella che ha come obiettivo il superamento del divario digitale tra Nord e Sud del mondo, lo sviluppo democratico e responsabile di tutti tramite il libero accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e un Piano d’azione che si propone di tradurre i principi portanti in concrete linee d’azione. Il Vertice si concluderà  con la seconda fase, che si terrà  a Tunisi nel 2005. In occasione dell’evento, il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, a capo della delegazione del nostro Paese e rappresentante dell’Unione europea per il semestre italiano di presidenza, e Mark Malloch Brown, amminitratore dell'UNDP (il Programma dell'ONU per lo Sviluppo), hanno firmato un accordo che prevede lo stanziamento italiano di un contributo di 2,3 milioni di dollari per promuovere l'applicazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict) alla Pubblica amministrazione dei Paesi del Medio Oriente, Mediterraneo e Balcani.
Documentazione(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.6.0505712.

Direttiva 2002/58/CE sulla privacy
La Commissione europea ha approvato le procedure sanzionatorie contro i nove Stati membri che non hanno recepito la Direttiva europea 2002/58/CE sulla Privacy e le Comunicazioni elettroniche, il
cui termine di recepimento scadeva il 31 ottobre 2003. La Commissione, dunque, come primo passo della procedura, ha notificato a Belgio, Germania, Grecia, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Finlandia e Svezia una lettera formale cui i nove Stati interpellati dovranno dare risposta entro due mesi.
Approfondimento(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.8.0505712.

Il sorpasso della Spagna
Secondo una ricerca, condotta da Jupiter Research, la Spagna è il Paese europeo che vanta la più alta percentuale di collegamenti a larga banda nelle famiglie. L'indice di diffusione di questo tipo di collegamenti, sempre secondo la ricerca, si attesterà  attorno al 48% nel 2003. Il sorpasso sulle linee dial-up è previsto per il 2004 quando, secondo le stime, la percentuale di collegamenti a larga banda raggiungerà  il 55%, in netto anticipo rispetto agli altri Paesi europei dove il sorpasso non avverrà  prima del 2008. Secondo i ricercatori questi dati sono da attribuire alle strategie intraprese dagli operatori nazionali che hanno offerto attivazione, modem e pacchetto di configurazione senza nessuna tassa per gli utenti. Altro motivo per spiegare le rilevazioni è che la diffusione nel Paese iberico dei collegamenti tradizionali è stata inferiore rispetto ad altri Paesi, consentendo ai servizi a larga banda di trovare meno ostacoli alla loro espansione. Il sito di Jupiter Research (http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.16.0505712.

UK: i giovani contro l'esclusione digitale
In Gran Bretagna è partita Internet Rangers, una nuova campagna di informazione per l'alfabetizzazione digitale. Destinatari dell'iniziativa ragazzi e genitori, i primi arruolati come "rangers della rete" e i secondi come apprendisti. Approfondimento
(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.17.0505712.

L'impatto di Internet in Cina
Uno studio, svolto nell'arco di due anni dalla Markle Foundation in collaborazione con la Beijing's Chinese Academy of Social Science, analizza l'impatto della diffusione di Internet nel Paese asiatico. Lo studio si basa sull'analisi di dati statistici ed inchieste condotte sulla popolazione di 12 città . Il documento identifica i catalizzatori principali dello sviluppo della rete in Cina e la loro incidenza nel tessuto sociale. La Cina come numero di utenti (68 milioni nel luglio 2003) è seconda solo agli Stati Uniti e le percentuali di diffusione aumentano costantemente. Dai dati dello studio emerge anche la consapevolezza degli utenti cinesi nella
visione di Internet come mezzo utile per esprimere le loro opinioni e che offre maggiore accesso ai canali informativi. Approfondimento (http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.21.0505712.

Il fenomeno degli spyware
Il Center for Democracy and Technology ha pubblicato il rapporto Ghosts in Our Machines: Background and Policy Proposals on the 'Spyware' Problem. Il rapporto mira a fare luce sul problema della diffusione dei programmi "spyware", un problema la cui risoluzione chiama in causa aspetti legali e tecnici. Approfondimento
(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.24.0505712.

Ocse: un portale per la sicurezza
L'OCSE ha presentato nei giorni scorsi un nuovo portale il cui obiettivo è quello di sensibilizzare e sviluppare una cultura globale della sicurezza e di fungere da punto di raccolta e di scambio di tutte le proposte nazionali e internazionali per l'implementazione delle Linee Guida dell'Ocse per la Sicurezza dei Sistemi informativi e delle reti. L'iniziativa si inserisce
al centro di un dibattito quanto mai attuale e importante, come testimonia anche la recente decisione del Consiglio UE sulle Telecomunicazioni relative alla creazione dell'Agenzia Europea
per la Sicurezza della Rete e dell'Informazione. Approfondimento
(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.28.0505712.

IDA: un osservatorio sull'Open Source
Il sito dell'IDA, Interchange of Data between Administrations, dedica un nuovo spazio all'Open Source, un osservatorio che approfondisce tematiche relative al software a codice sorgente aperto e promuove la diffusione delle Best Practices. In particolare, la nuova sezione introduce il concetto di Open Source per gli utenti e presenta notizie interessanti per gli esperti del web.
Approfondimento
(http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=671967.12655.29.0505712.

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Castells, il maratoneta della Network Society
di Carlo Formenti

L'affermazione secondo cui l'analisi sociologica sarebbe ormai incapace di far fronte alla rapidità con cui evolvono i suoi oggetti, travolti dal turbine della rivoluzione informatica e della globalizzazione economica, è ormai divenuta luogo comune. In base a tale pregiudizio, per scrivere qualcosa di sensato bisognerebbe diventare degli "sprinter" dell'industria editoriale, e produrre esclusivamente istant book concepiti come istantanee che ritraggano "in tempo reale" i
processi evolutivi, per poi essere buttati via a pochi mesi dalla pubblicazione. A questo cliché non corrisponde certamente Manuel Castells, "maratoneta" della sociologia che confessa di avere impiegato dodici anni per completare la sua trilogia (millecinquecento pagine in tutto) sulla Network Society. Un'opera monumentale che, grazie alla Università Bocconi Editore è ora integralmente disponibile in italiano: dopo il primo volume (La nascita della società in rete, uscito nel 2002) sono infatti arrivati in rapida successione gli altri due (Il potere delle identità e Volgere di millennio) che hanno completato l'impresa negli ultimi mesi.

Tutto già vecchio, visto che le ultime pagine sono state scritte prima del crollo del Nasdaq, avvenuto nella primavera del 2000? Assolutamente no: anche se suona esagerato il giudizio di chi definisce questo lavoro come "il Capitale della Information Age", non c'è dubbio che ci troviamo
di fronte a una pietra miliare che influenzerà per decenni il dibattito sulla rivoluzione di fine secolo. Per cui si rassegni chi spera di cavarsela scorrendo il pur utile Galassia Internet (una specie di sintetico aggiornamento uscito quest'anno da Feltrinelli): per capire davvero qualcosa dell'epoca in cui stiamo vivendo tocca smazzarsi l'opera maggiore, di cui ci limiteremo qui a riassumere le tesi di fondo, compendiate nel capitolo conclusivo del terzo e ultimo volume.

Il nuovo mondo in cui siamo entrati a partire dagli anni '60-'70 del Novecento, scrive Castells, è il frutto della convergenza fra tre processi indipendenti (punto di vista, notiamo per inciso, che implica il ruolo accordato da Castells alla contingenza dei processi evolutivi, spazzando
via qualsiasi interpretazione deterministica della sua analisi):
1) la rivoluzione della ICT,
2) la crisi economica che ha colpito contemporaneamente (ma con esiti ben diversi) capitalismo e socialismo,
3) l'esplosione di movimenti diversi fra loro (rivolte antiautoritarie, femminismo, ambientalismo, ecc.) ma accomunati da una medesima ispirazione libertaria.

Il primo effetto dell'incontro fra queste tre potenti forze (che Castells non inquadra in un rigido ordine gerarchico) è la nascita di una nuova forma di capitalismo: il capitalismo informazionale. Si tratta di un capitalismo "indurito negli scopi ma incomparabilmente più flessibile nei mezzi", un "modo di produzione" (anche se Castells usa la categoria in modo un po' diverso da Marx) caratterizzato dalla globalizzazione dei flussi economici (soprattutto finanziari), da una eccezionale flessibilità organizzativa e dal rafforzamento del potere del management nei confronti della forza lavoro. A tale evoluzione corrisponde una rapida e radicale trasformazione del panorama geopolitico del pianeta:
1) segmenti sociali, territori e interi paesi - privi di interesse per le nuove dinamiche del capitalismo globale guidato dagli Stati Uniti - vengono "disconnessi" dall'economia dei flussi governata dalle reti informatiche e precipitano nella miseria, dando vita a una sorta di Quarto Mondo;
2) il sistema statalista guidato dall'Urss collassa di colpo, consegnando centinaia di milioni di esseri umani allo sfruttamento selvaggio da parte di un neocapitalismo criminale, mentre lo statalismo cinese sopravvive integrandosi nel capitalismo globale e candidandosi al ruolo di potenza alternativa agli Stati Uniti.

Alla rivoluzione del capitalismo informazionale fa eco - pur senza esserne in alcun modo un "rispecchiamento sovrastrutturale" - la rivoluzione culturale dei movimenti. Benché indossassero - soprattutto nella fase aurorale - panni ideologici neo marxisti, i movimenti antiautoritari degli anni 60' e 70' non avevano, sostiene Castells, nessun reale rapporto con la tradizione della sinistra e del movimento operaio. Al contrario: la loro carica libertaria li proiettava (basti pensare a certi temi della cultura femminista e ambientalista) al di là dell'orizzonte definito dalla contrapposizione destra/sinistra, ed essi hanno potentemente contribuito a mettere in crisi idee, principi, valori e comportamenti della sinistra tradizionale e di quelle istituzioni della democrazia rappresentativa che erano state la "casa" di conquiste come l'estensione del welfare e il riconoscimento del ruolo istituzionale dei sindacati.

Le tre rivoluzioni - tecnologica, economica e culturale - hanno provocato una progressiva frantumazione del legame sociale, innescando processi, da un lato di individualizzazione dei percorsi biografici, dall'altro di polarizzazione alto/basso. Verso l'alto si è assistito alla formazione di una elite che corrisponde a un terzo della forza lavoro. Si tratta soprattutto di produttori di informazione, dotati di istruzione elevata e della capacità di adattare rapidamente le proprie competenze ai mutamenti tecnologici. Attivi e culturalmente autodeterminati, questi lavoratori, benché esposti a rischi di ritmi di lavoro ossessivi e supersfruttamento, si considerano - sia in quanto hanno parziale accesso alle opportunità generate dalla globalizzazione del capitale finanziario, sia in quanto detengono risorse cognitive ndispensabili al funzionamento dell'economia della conoscenza - parte integrante delle nuove classe dirigenti. Verso il basso, precipitano viceversa i due terzi della forza lavoro, vale a dire quei lavoratori generici che si vedono sempre più privati di informazioni, risorse e potere. Questi gruppi sociali, sempre più insicuri a causa del declino del welfare, si attestano su trincee di isperata resistenza a tutela dei valori della sinistra tradizionale - screditati e sconfessati dagli ex
ribelli degli anni '60, oggi cooptati nell'elite vincente del capitalismo informazionale.

Completa il quadro della crisi epocale l'indebolimento di un sistema politico che appare sempre più svuotato di potere a causa dell'irreversibile declino dello stato-nazione. Oggi le battaglie che contano davvero si combattono nell'arena dei media, il che non significa, sottolinea Castells, che siano i media a detenere il potere: le nuove reti della comunicazione globale

si limitano a mettere in scena il potere che circola nelle reti, redistribuendo le carte di un gioco in cui vinti e vincitori si scambiano spesso le parti.
Non resta dunque altra via d'uscita che restare fuori dal gioco? In effetti, tale sembra essere la scelta, da destra, di nazionalismi, localismi, separatismi etnici, da sinistra delle comuni culturali generate dai movimenti. Il fatto è, scrive Castells, che questo tipo di scelte tendono a generare ulteriori spinte alla frammentazione sociale piuttosto che all'integrazione.

Ma allora, che fare? Pur sottraendosi a quest'interrogativo che suscita il ricordo di tante, infauste "traduzioni" pratiche della teoria sociale, Castells non rinuncia a enunciare il suo punto di vista in merito alla porta stretta da cui, nel prossimo futuro, potrebbe venire uno spiraglio di speranza per un tentativo di trasformazione sociale. La scommessa è che le aspirazioni di partecipazione dal basso sostenute dai movimenti possano trovare una almeno
parziale attuazione nell'esperimento di stato a rete che oggi sta nascendo in Europa. E' vero che le istituzioni governate dalla tecnocrazia europea soffrono di un pauroso deficit di rappresentanza democratica, ma è altrettanto vero che, nel tentativo di colmare tale deficit, si è esteso sempre più il principio di sussidiarietà, delegando una quantità crescente di decisioni politiche alle istituzioni locali. Così il potere si distribuisce fra una serie di nodi di
peso e dimensioni diverse, le cui relazioni appaiono inevitabilmente asimmetriche, ma questa pluralità di poteri sovrapposti e in competizione (Castells parla in proposito di neomedievalismo istituzionale) genera rapporti di interdipendenza che possono riequilibrare le regole del gioco.

Spetta ai movimenti sfruttare le opportunità di trasformazione create da questi spazi.

http://www.quintostato.it/archives/000516.html

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Titolo Revolution OS - Voci dal codice libero
Editore Apogeo
Autore Mari Alberto, Romagnolo Salvatore (a cura di)
Pagine 143
Supporto 1 DVD
ISBN 88-503-2154-6
Livello Per Tutti
Lingua Italiano
Pubbl. Ottobre 2003
Prezzo Euro 29,00
Web: http://www.revolution-os.com/
Nel libro: il Dizionario del codice libero, da Apache a Zope, a cura di Alberto Mari e Salvatore Romagnolo
Nel DVD: un film di 85 minuti. Nelle interviste a Linus Torvalds, Richard Stallman, Bruce Perens, Eric Raymond, Larry Augustin, Brian Behlendorf e Michael Tiemann, la storia, i nomi, le aziende della rivoluzione Open Source

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.: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta dalle ore 21,00 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare. Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in via Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara
Riferimenti utili alla pagina
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Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix"
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

Hanno collaborato a questo numero:
Nicola "nezmar" D'Agostino
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Massimo "manray" Politi
Alessio "isazi" Sclocco
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