Microsoft/Apple

Vista e Leopard, fine della corsa

11 gennaio 2007
Constance Fels
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

A fine mese debutta nel mercato di massa il nuovo sistema operativo di Microsoft. Si chiama Vista, ha richiesto anni di progettazione e collaudi, e sostituisce il precedente Windows, il quale chiude così una carriera lunga una dozzina d'anni. A ruota seguirà la discesa in campo del rinnovato sistema operativo della Apple, detto Leopard. Ma non andavano già abbastanza bene i software di base? Davvero c'era bisogno di nuove piattaforme? La risposta sta nel bisogno assoluto delle case di informatica di dare una scossa al mercato. Nel caso di Apple la speranza è di travasare nei computer l'eccezionale fama conquistata nella musica con il suo iPod. Per Microsoft si tratta di riproporre la centralità dei suoi software, così universalmente diffusi da essere percepiti da molti come una commodity di scarso valore. Così famosi e tuttavia così minacciati da avversari recenti.
Infatti Windows soffre la concorrenza di quel famoso sistema aperto chiamato Linux, in continua crescita. Sembrava una meteora ma, come Steve Ballmer, il capo operativo di Microsoft temeva, si è rivelato un virus contagioso, capace di propagarsi.
L'altra minaccia è meno immediata, ma il suo arrivo è sicuro. Oggi gran parte del fatturato di Microsoft, oltre che dal sistema operativo, arriva dall'insieme di applicativi per il lavoro d'ufficio incapsulati nella suite chiamata appunto Office. Di essa, contemporaneamente a Vista, viene ora offerta l'ultima e migliorata versione, Office 2007. Sono essenzialmente i programmi per scrivere, per gestire tabelle elettroniche, archivi e presentazioni con diapositive. Hanno due grandi pregi: 1) vivono in un ambiente perfettamente integrato, grazie al quale, per esempio, ogni operazione di copia e incolla da un programma all'altro è possibile e immediata; 2) sono così diffusi che viene spontaneo adottarli, dato che tutti gli altri usano quei formati.
Da due anni almeno le cose però stanno cambiando. Ecco come: Constance, giornalista free lance, usa un computer come tutti, ma per lei il sistema operativo non ha alcuna rilevanza; è solo quella cosa con cui parte il suo Pc, dopo di che lei va subito in rete. Nemmeno il software con cui navigare, il browser, per lei è troppo importante, dato che ormai sono tutti quasi identici, che si tratti di Internet Explorer, di Firefox o dell'ultimissimo Flock. Ma per scrivere, da qualche mese, non usa più Office, e nemmeno il concorrente aperto OpenOffice. Sono ancora installati sul suo Pc, ma giacciono inutilizzati in un angolo del disco rigido. Per scrivere un articolo va sul sito writely.com (qualche mese fa acquisito da Google) e lì trova un'interfaccia per scrivere che è una versione rozza ma efficiente di Microsoft Word. Su quel sito, in qualche hard disk lontano che Constance ignora dove sia, salva i suoi file. Quando va in un'altra città non porta più con sé il computer portatile e nemmeno una pennina Usb con i suoi file di lavoro, perché ovunque trova un Pc in rete con cui andare su writely e riprendere a lavorare da dove era rimasta. Con un ulteriore vantaggio: che i documenti li può eventualmente condividere con altri, i quali potranno intervenire e correggere, in un lavoro a più mani. Finora questo si faceva mandando dei file .doc, via posta elettronica, ora invece con writely, o con uno dei molti servizi web analoghi, non c'è alcun file da spedire e ricevere, ma un accesso comune a un'area web riservata.
Quanto appena descritto per i file di testo, si può fare anche con altri formati come le tabelle elettroniche tipo Excel. Un servizio del genere viene offerto per esempio, e sempre gratuitamente, dal sito numsum.com. Servizi del genere stanno diffondendosi velocemente anche se hanno alcuni punti deboli: 1) per usarli occorre avere sempre a disposizione la rete, e a banda larga. 2) bisogna fidarsi del fornitore lontano, dove si depositano i propri materiali. 3) le prestazioni sono ancora rudimentali. Anche così tuttavia gli utilizzatori crescono: non c'è solo Constance, ma anche molte piccole e piccolissime imprese attratte dalla possibilità di avere un server aziendale in rete la cui gestione e manutenzione non tocca a loro ma al fornitore del servizio. È quello che da tempi fanno molte grandi aziende, affidando in outsourcing all'esterno tutte le loro operazioni informatiche, anche se a costi elevati.
La stessa Microsoft è ben consapevole del rischio rappresentato da questi servizi web e ha preparato la contromossa, basandosi su di un sistema misto: installa comunque Office sul tuo Pc, ma contemporaneamente potrai utilizzare i miei servizi in rete (Office Live). In questo caso la colla interattiva e di web è data soprattutto da un altro programma Microsoft, chiamato SharePoint (punto di condivisione). È un panorama in completo movimento, ma anche da queste scelte di Bill Gates si ricava la conferma che Vista e Office 2007 sono forse gli ultimi esemplari di una storia dell'informatica centrata sul Pc, quella futura essendo più Open e certamente webcentrica.

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