Italia nel codice sorgente di Windows

Firmato a Roma il protocollo tra Microsoft e Governo, che consente di dare un'occhiata al codice del sistema operativo dell'azienda, in nome della trasparenza. Secondo Stanca è un accordo strategico. Protesta FSF Europe
17 settembre 2003
Punto Informatico

Roma - Come previsto, anche l'Italia ha firmato il Government Security Program con Microsoft, che consentirà al Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA) di dare una sbirciatina al codice sorgente di Windows.

L'intesa, definita dal ministero all'Innovazione "importante anche per la collaborazione tra imprese private e Governi alla luce dello sforzo comune nella lotta al terrorismo", è considerata dal ministro Lucio Stanca "strategica". Si tratta, ha affermato, di "una tappa miliare per lo sviluppo delle nuove applicazioni tecnologiche di cui beneficerà anche il nostro Paese".

Il CNIPA, che sostituisce l'AIPA e che fa capo al Governo, potrà, secondo il protocollo, visionare il codice sorgente di Windows, la documentazione tecnica, gli strumenti di cifratura e altri dati considerati rilevanti. "Microsoft e CNIPA - si legge in una nota diffusa da Microsoft Italia - collaboreranno per verificare l'interoperabilità della piattaforma Microsoft in ambienti eterogenei e distribuiti, come ad esempio l'integrazione dei certificati di sicurezza per la firma elettronica, alla base dell'introduzione della carta del cittadino. Lavoreranno inoltre alla definizione di nuove interfacce e protocolli per la realizzazione dei progetti di eGovernment previsti dal ministero dell'Innovazione".

"Questo - ha affermato Stanca - consentirà soprattutto di poter compiere verifiche sui pacchetti informatici e, di conseguenza, aumentare la sicurezza ai massimi livelli della piattaforma Windows, ossia il DNA del sistema operativo più diffuso al mondo".

Secondo Stanca, che non ha però dettagliato la questione: "Questa possibilità di accesso favorirà l'interoperabilità e di conseguenza il dialogo tra software open source e non".

Come si ricorderà, il programma GSP di Microsoft è stato studiato dall'azienda per superare le diffidenze che si erano create attorno ai "contenuti" di Windows, piattaforma ampiamente utilizzata in ambito pubblico in molte parti del mondo. Ad esso hanno già aderito diversi paesi, come Regno Unito, Svizzera, Australia, Russia, Cina e Taiwan. Il GSP lo ha firmato anche la NATO.

Sull'intesa è giunta nel corso della giornata una dura presa di posizione di Free Software Foundation Europe. Secondo Stefano Maffulli, presidente dell'associazione: "Un governo democratico non avrebbe dovuto stringere un patto segreto con un'azienda americana, accusata dallo stesso governo Usa di monopolio nel proprio Paese, disattendendo così le aspettative della Commissione Open Source". Maffulli ha affermato che con queste operazioni "si rischia di consegnare l'infrastruttura informatica dell'e-government ad una terza realtà, gettando alle ortiche il lavoro ed i suggerimenti avanzati dalla Commissione open source". Per quanto riguarda l'accesso al codice di Windows, Maffulli è drastico: chi potrà accedervi finirà "ostaggio del gigante del software, perchè non potrà più scrivere il crittografico senza rischiare di essere accusato di utilizzare frammenti del codice".

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