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Wal-Mart, class action per 40.000

La compagnia accusata di illegalità sugli straordinari
11 ottobre 2004

Un giudice della King County Superior Court, Terry Lukens, ha autorizzato una class action contro Wal-Mart, che coinvolge circa 40.000 dipendenti ed ex-dipendenti del colosso americano della distribuzione al dettaglio nello Stato di Washington, dal 10 settembre 1995 ad oggi.
Lo ha annunciato l’8 ottobre lo studio legale Tousley Brain Stephens LLC, che ha avviato questa causa nel 2001. Wal-Mart è accusata di aver adottato uno schema di abusi sistematici, tra cui straordinari non pagati, pause pranzo e di riposo negate, falsificazione dei dati sugli straordinari effettuati.
I legali osservano che Wal-Mart ha una politica molto restrittiva sugli straordinari ma che il carico di lavoro per i dipendenti è eccessivo, per essere completato entro le 40 ore ordinarie. I lavoratori si trovano quindi a dover scegliere tra la perdita del posto o l’effettuazione di ore straordinarie non retribuite e il salto delle pause previste per il pranzo e il riposo.
Secondo gli avvocati, questi comportamenti illegali fanno parte della cultura di Wal-Mart, che incentiva i propri manager dei punti vendita a contenere i costi a tal punto che a farne le spese sono i dipendenti di livello più basso.
Wal-Mart ha dichiarato che “respinge con fermezza queste accuse” ma che non ha ancora deciso se presentare appello con la decisione del giudice Lukens. “La politica di Wal-Mart è quella di pagare i propri dipendenti per ogni minuto che lavorano. I manager che richiedono o tollerano il lavoro fuori orario violano la politica della compagnia”.
Wal-Mart è da anni al centro di molte vertenze legali per la sua politica sindacale e la violazione dei diritti dei lavoratori. La causa maggiore che la attende è la class action per discriminazione sessuale, autorizzata il 22 giugno da un giudice di San Francisco, e che riguarda un milione e seicentomila donne, che lavorano o hanno lavorato per la compagnia dal 26 dicembre 1998.

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