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Sentinelli: «L'acqua come diritto e bene comune. L'Italia lo proporrà al Consiglio dei diritti umani dell'Onu»

A Madrid la conferenza sulla desertificazione e siccità. La Convenzione sta per approvare una strategia decennale corredata da un piano d'azione mondiale contro questi fenomeni
13 settembre 2007
Fabio Bonanno
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

L'Italia si fa protagonista nella difesa dell'acqua a livello internazionale. La scorsa settimana si è avviata a Madrid l'ottava riunione degli Stati aderenti all'UNCCD, il trattato delle Nazioni Unite finalizzato alla lotta alla siccità e alla desertificazione e che vede partecipare oltre 100 Stati, la maggioranza dell'Africa Sub-Sahariana. Si è in una fase particolare della Convenzione, che sta per approvare una strategia decennale corredata da un piano d'azione mondiale per affrontare i gravi temi connessi alla desertificazione.
Ieri pomeriggio, la discussione fra i Ministri sul tema dei collegamenti tra desertificazione, siccità e cambiamenti climatici globali è stata arricchita dalla proposta del Governo italiano, avanzata nell'intervento della Viceministra degli Esteri Patrizia Sentinelli.
L'Italia ha proposto agli altri Paesi di iniziare a lavorare su uno strumento giuridico aggiuntivo alla convenzione dell'UNCCD, che sia vincolante per i diversi Stati, e che fissi obiettivi misurabili rispetto alla lotta alla siccità, per il diritto all'acqua come bene comune degli esseri umani e indispensabile per la sopravvivenza degli stessi equilibri dell'ecosistema.
«Questa proposta - ha precisato Sentinelli - è la prima di una serie di iniziative concomitanti sul tema dell'acqua che il nostro Governo sta portando avanti. L'obiettivo più alto e generale è quello di far dichiarare in modo solenne in sede Nazioni Unite l'acqua come bene comune e diritto umano. A questo scopo la nostra diplomazia è già al lavoro dentro al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, di cui l'Italia è stata eletta membro con diritto di voto dal maggio scorso e in cui rimarrà fino al 2010».
E' un impegno che si colloca nel solco aperto dalla Risoluzione approvata all'unanimità lo scorso 14 giugno dalla Commissione Esteri della Camera e accolta dal Governo. La risoluzione impegna il Governo ad intervenire proprio in ambito UNCCD per promuovere un Protocollo in grado di stabilire meccanismi ed obblighi precisi e vincolanti rispetto alla difesa dell'acqua e alla garanzia del suo accesso per ogni Paese e nelle relazioni fra Paesi. Tra l'altro contiene l'impegno a non promuovere alcun processo di privatizzazione dell'acqua nelle sedi internazionali. Già all'inizio dell'anno, peraltro sempre su iniziativa della Sentinelli il Ministero degli Esteri era uscito - sulla scia di quanto fatto dal Governo norvegese - da un Fondo fiduciario della Banca Mondiale che promuoveva, attraverso consulenze internazionali, la privatizzazione delle infrastrutture comprese quelle dell'acqua.
Inoltre, la risoluzione della Commissione Esteri ha rinsaldato una proficua collaborazione tra il Ministero degli esteri e quello dell'Ambiente, per lavorare alla proposta italiana nel quadro della Convenzione UNCCD. La riunione di ieri è stata inoltre occasione per il nostro Paese di rendersi disponibile ad ospitare nel 2008 in Italia una Conferenza Mondiale sulla lotta alla desertificazione e il diritto all'acqua come bene comune per tutti gli esseri viventi, umani e non umani.
Nel suo intervento a Madrid Sentinelli ha sottolineato come riscaldamento globale, degrado del suolo e desertificazione minaccino la qualità e la quantità delle risorse idriche rendendone più gravosa la gestione e l'accesso per milioni di esseri umani. Questo significa in molte aree del pianeta un aggravamento della povertà e delle già difficili condizioni di vita, colpendo spesso i soggetti più deboli, quali le donne e i bambini. Il dimezzamento della percentuale di popolazione mondiale che non ha ancora oggi accesso all'acqua (oltre un miliardo di persone, mentre due miliardi e mezzo sono coloro che non dispongono di servizi sanitari) è del resto uno degli Obiettivi del Millennio sanciti dalle Nazioni Unite come impegni della cooperazione internazionale. L'accesso all'acqua è poi - da sempre e sempre più spesso - al centro di dispute e conflitti internazionali su cui la comunità internazionale dovrebbe avere un ruolo di conciliazione più incisivo.
L'obiettivo finale sull'acqua è ben impegnativo, perché intorno a questo tema girano poteri e interessi economici forti e globalizzati, oltre a costituire uno dei paradigmi del divario esistente tra i Nord e i Sud del mondo. Ma far dichiarare l'acqua bene comune e diritto umano a livello globale è una delle condizioni di base perché la stessa venga gestita nel mondo in maniera equa a garanzia di questa e delle future generazioni, nonché degli stessi ecosistemi minacciati.

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