Coca-cola? No grazie. Giornata mondiale di boicottaggio della multinazionale

La Reboc ha annunciato l’estensione della campagna ai marchi di acqua minerale Lilia e Lilia Kiss
22 luglio 2006
Graziarosa Villani
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Avelino Chicanoy fu il primo, nel 1989. Seguirono poi nel 1994 Jose Elaseasar Manco David e Luis Enrique Giraldo Arango, Luis Enrique Gomez Garado (1995), Isidro Segundo Gil Jose e Librado Herrera Osorio (1996), Oscar Dario Soto Polo (2001) e Adolfo de Jesus Munera Lopez (2002).
Sono gli otto sindacalisti uccisi in Colombia dai paramilitari su mandato della Coca Cola, secondo le denunce del Sinaltrainal, il sindacato nazionale dei lavoratori del settore alimentare. Una vicenda nera come la bevanda che produce che pesa come un macigno sulla multinazionale simbolo dell’“american life style” oggi accusata di violazione di diritti umani.

Misfatti dell’ottavo gruppo alimentare al mondo ai quali si aggiungono la sottrazione d’acqua nello stato indiano di Kerala, i comportamenti razziali nei confronti di afroamericani in Usa, reati ambientali, concorrenza sleale. La sopraffazione è planetaria come è mondiale la diffusione di questa bibita commercializzata per la prima volta nella farmacia Jacobs di Atlanta come “un tonico reale per il cervello e per i nervi”. Ma oggi quell’elisir miracoloso che si cela dietro la misteriosa formula 7x (sette gli ingredienti della polverina consegnata agli imbottigliatori in tutto il mondo) è al centro di una vasta campagna di boicottaggio mondiale che cresce di giorno in giorno. Dopo le denunce del Sinaltrainal, a Porto Alegre nel 2004 il Forum Sociale Mondiale ha proclamato il 22 luglio Giornata Mondiale del Boicottaggio della Coca Cola. L’iniziativa e stata rilanciata dal Forum Sociale Europeo di Atene. E oggi la Rete di Boicottaggio Coca Cola (Reboc) dà il via all’“Operazione Verità e Giustizia su Coca Cola in Colombia”. L’intento è fare luce sulle connivenze in Colombia tra la company e gli squadroni della morte che uccidono, sequestrano, minacciano i lavoratori per cancellare il sindacato dalle fabbriche e perpetrare lo sfruttamento. «In Colombia - denuncia Reboc - nelle imprese imbottigliatrici Coca Cola, un lavoratore dipendente sindacalizzato al quale viene applicato il contratto nazionale guadagna circa 360 dollari al mese, un lavoratore precario, non sindacalizzabile, viene pagato invece 80 dollari al mese per 12 ore di lavoro al giorno». Una situazione che ben lontana dall’immagine che Coca Cola, a livello mass-mediatico, vuole dare di sé sponsorizzando eventi clou mondiali tra i quali le Olimpiadi invernali di Torino 2006.

La Reboc torna alla carica ed è riuscita a smuovere l’inerzia del sindaco di Roma Valter Veltroni che, all’indomani delle polemiche per il mancato consenso al passaggio nel Municipio XI retto allora da Smeriglio della fiaccola olimpica sponsorizzata dalla Coca Cola, assicurò il suo impegno a promuovere una commissione di inchiesta. «Veltroni - ha detto l’assessore regionale Nieri in una nota letta alla conferenza stampa di ieri indetta da Reboc - si è impegnato a definire entro agosto le modalità della visita che dovrebbe svolgersi tra settembre e ottobre». Nel corso dell’incontro la Reboc ha presentato le iniziative in programma in tutta Italia per oggi e ha annunciato l’estensione della campagna ai marchi di acqua minerale Lilia e Lilia Kiss, recentemente acquisiti dalla Coca-Cola. All’incontro c’erano, tra gli altri, Rina Gagliardi, Massimiliano Smeriglio, Nando Simeone, Adriana Spera, Sandro Medici (presidente Muncipio X), Andrea Catarci (presidente Municipio XI), Giangiacomo Mondovì (Cobas), Andrea Ferrari Toniolo (Fim Cisl) e Fabio Marcelli (Giuristi Democratici). E’ nato così il Comitato Verità e Giustizia su Coca-Cola in Colombia, che a settembre individuerà 15 persone di fiducia da inviare in Colombia per portare avanti l’inchiesta autonoma e indipendente.

La Reboc attende poi Veltroni alla prova dei fatti e annuncia, «affinché il percorso sia dotato di credibilità», che «anche il Sinaltrainal parteciperà alla costruzione dell’inchiesta». Intanto il sindacato è riuscito a portare alla sbarra le imprese di imbottigliamento colombiane per violazione di diritti umani in relazione all'omicidio del leader sindacale Adolfo de Jesus Munera Lopez. La Corte Federale di Miami ha sentenziato l’ammissibilità del processo in base all’“Alien Torts Claim Act” del 1789 e che, allo scopo di «garantire la reputazione internazionale della nuova nazione», permette ai cittadini stranieri di ricorrere in giudizio contro statunitensi per violazione di leggi internazionali. Il Sinaltrainal ha poi fatto ricorso, poiché la company detiene il 40 per cento della proprietà degli stabilimenti, per opporsi all’esclusione dal giudizio della Coca Cola. La multinazionale deve oggi poi anche giustificare l’impiego di fruttosio derivante da mais transgenico prodotto in Usa per addolcire la propria bevanda.

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