Conflitti

In mezzo alla gioia per la liberazione di Giuliana Sgrena, un'ombra cupa di tristezza per la sparatoria avvenuta "per errore" da una pattuglia statunitense contro l'auto che la riportava all'aeroporto di Baghdad.

Ombre di tristezza da "fuoco amico".

4 marzo 2005

No, non posso essere felice, nonostante l'epilogo in positivo della vicenda di Giuliana Sgrena, che ci ha messi in trepidazione per un mese.
Non posso essere felice perché, a contorno della sua liberazione, ecco a sorpresa la sparatoria, i ferimenti, la morte per beffa atroce, da lei schivata per un soffio e - a quanto sembra - proprio per il sacrificio del funzionario che si era prodigato nelle trattative.
Non posso essere felice quando il confine tra il riso e le lacrime, tra la vittoria e lo sconforto, tra la vita e la morte, è così labile da esser per scommessa giocato a dadi per l'errore, il sospetto, l'incognita che fa da regista - e lo farà per ancora chissà quanto tempo - nelle vicende di quel martoriato Paese.
Non posso essere felice quando un popolo è ancora in balia di forze più grandi di lui. Quando un popolo - che a maggioranza vuole la pace, e cerca di rimboccarsi le maniche per un barlume di ricostruzione - rimane ancora vittima dei terrorismi, minoranze violente o forze di occupazione che siano.

Intanto attendiamo l'arrivo di Giuliana. Confidando nella buona sorte - forse l'unica "forza" capace di riportarcela per davvero a casa sana e salva.
E confidando, poi, nella ragionevolezza, e nella forza della volontà nonviolenta delle tante moltitudini che in questi tempi non hanno taciuto, e si son manifestate per la pace, una pace vera.
Moltitudini che stanno maturando, e da tempo, una consapevolezza nuova, che travalica gli interessi imperiali e della potenza economica del Pianeta.
Moltitudini che sognano, e sperano, e costruiscono mano a mano un mondo diverso, mentalità nuove, condivisioni di cultura e di cuore.
Moltitudini, chissà, che son seme di vita diversa. Utopie realizzabili di cui anche Giuliana è ed è stata testimone e portatrice, nei suoi scritti e nella sua vita.

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