Conflitti

La "vision" di Sistani per l’Iraq

Il cricket va bene; Ma gli scacchi sono "assolutamente proibiti"
11 febbraio 2005
Di Patrick Cockburn
Fonte: CounterPunch


Da Baghdad -- Il cricket è permesso ma gli scacchi sono "assolutamente proibiti”. Le donne non possono stringere la mano agli uomini. La musica è consentita ma soltanto se non è per puro divertimento. Gli uomini non possono pregare quando indossano orecchini.

Questi sono i punti di vista dell'uomo più potente in Iraq. Dopo l'invasione degli Stati Uniti, i vari funzionari e generali Americani hanno creduto di essere loro ad occupare questa posizione. Hanno dimostrato di essersi sbagliati. Come confermato dalla vittoria elettorale degli Sciiti, la figura più influente in Iraq, che veste una vecchia tunica grigia e un turbante nero, è il Grand Ayatollah Ali al-Sistani.

In politica è un moderato. Si oppone all'occupazione degli Stati Uniti ma non ha fatto alcuna chiamata affinché ci si opponesse ad essa ricorrendo alle armi. È stata la sua determinazione affinché agli Iracheni venisse permesso di votare che ha forzato gli Stati Uniti, dopo una prolungata tergiversazione, ad acconsentire alla organizzazione delle elezioni. È stato sotto i suoi auspici che è stata messa in piedi l’Alleanza Irachena Unita, che ha raccolto assieme vari partiti politici, principalmente Sciiti. Ed è probabile che l’Alleanza finisca per conquistare almeno la metà del voto.

I funzionari degli Stati Uniti sono stati molto rapidi nella loro insistenza a sottolineare la vasta differenza che corre fra il clero Sciita Iracheno e il suo equivalente Iraniano. Il Vice Presidente Dick Cheney ha detto lo scorso fine settimana che "gli Iracheni hanno guardato gli Iraniani operare per anni e dar vita ad una teocrazia religiosa che è stato un tetro fallimento". Cheney ha vagamente fatto intendere che le guide religiose Irachene Sciite credono nella separazione fra la chiesa e lo stato. È vero che l’Ayatollah e la sua scuola di pensiero religioso non credono che il clero dovrebbe governare direttamente, assumendo la direzione di determinate posizioni nel governo. Ma non è poi detto che debbano realmente farlo. I vittoriosi partiti religiosi, principalmente guidati da laici, sono abbastanza capaci di creare uno stato Islamico da soli.

L’Iraq potrebbe essere sul punto di vedere la più grande battuta d'arresto di tutto il Medio Oriente nei diritti delle donne sin dai tempi in cui l’Ayatollah Khomeini aveva assunto il potere in Iran nel 1979. Le leggi sul matrimonio, il divorzio e l'eredità potrebbero essere modificate a favore degli uomini. Sotto la legge islamica, le figlie ereditano meno dei figli.

L’orientamento dell’Ayatollah Sistani per quanto riguarda gli scacchi, il cricket, la musica, gli orecchini e praticamente qualunque altra questione sono pubblicati sul suo web site, che è altamente professionale (www.Sistani.org). Le sue opinioni rivelano un elevato grado di tolleranza nei confronti delle altre religioni. L'anno scorso era stato rapido a condannare gli attacchi a Baghdad contro le chiese Cristiane, che aveva definito "crimini ripugnanti". Aveva consigliato di trattenersi quando i leader Sciiti avevano richiesto atti di rappresaglia dopo i sanguinosi bombardamenti dei santuari e delle processioni Sciite.

Non c’è neppure alcun dubbio che l'Iraq si sta dirigendo verso la costituzione di una qualche forma di repubblica Islamica anche se in forma più liberale dell'Iran. Ciò è probabile che venga riflesso nella nuova costituzione che deve essere scritta da quell'Assemblea Nazionale che è appena stata eletta. "Richiediamo che sia l’Islam la principale e unica fonte di legislazione e rifiutiamo qualunque articolo che sia contrario alla legislazione Islamica," ha detto Ibrahim Al-Ibrahimi, il portavoce di un altro Grand Ayatollah, Ishaq Al-Faladh. "Invitiamo i funzionari Iracheni a preservare la faccia dell'Iraq e a non separare la religione e lo stato." L’Ayatollah Faladh non è influente quanto l’Ayatollah Sistani ma, quantunque appaia politicamente liberale quanto può essere quest’ultimo, i suoi punti di vista sono per la preservazione delle norme sociali Islamiche.

Anche se il clero Sciita prova a rimanersene in disparte, godrà in ogni caso di grande autorità sulla politica Irachena. Nessuno dei due maggiori partiti Sciiti è molto popolare, ossia il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (Sciri) e il Dawa, che furono lungamente perseguitati da Saddam Hussein. Sono visti da molti Iracheni come porta valigie, arrivati in Iraq a cavallo di un carro armato Americano. Lo Sciri e la Brigata Badr, la sua ala paramilitare, combatterono dal lato Iraniano nella guerra fra l’Iran e l’Iraq e si presume che abbiano torturato prigionieri di guerra Iracheni.

Senza il sostegno dell’Ayatollah Sistani, i partiti religiosi e coloro che si sono presentati come indipendenti avrebbero avuto molti meno voti. Devono quindi ascoltare il clero.

Iyad Allawi, il Primo Ministro ad interim, ha gareggiato per la conquista del voto secolare in una campagna elettorale che è stata finanziata pesantemente dagli Stati Uniti e da stati Arabi conservatori. Nondimeno anche lui finirà del tutto dietro la coalizione Sciita e l'alleanza Curda. Già sono visibili i segni che l'Iraq sta diventando un paese più islamico, specialmente nei distretti Sunniti. Sono molti i negozi che vendono alcool, solitamente di proprietà di Cristiani, che recentemente hanno chiuso. Alcuni sono stati attaccati. Nella strada Al-Rashid e in gran parte del distretto Sunnita di Dohra, i negozi che vendono CD sono stati distrutti. Le studentesse all'Università di Baghdad adesso hanno frequentemente la testa coperta, questo per renderle meno esposte al rischio di essere rapite.

Note: Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando le fonti, l'autore e il traduttore.

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