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Tsunami: e i bambini dell’Iraq?

8 gennaio 2005
Jack Dalton
Fonte: Alternative Press Review


La settimana appena trascorsa ha rivelato come persone di diversa religione, nazionalità e background etnico siano capaci di unire le proprie forze per prestare aiuto durante un periodo di crisi – in questo caso specifico quella relativa alle vittime dello Tsunami.

Il maremoto ha reso orfani decine di migliaia di bambini, con centinaia di migliaia in più, se non milioni, che a dir poco si ritrovano adesso nella condizione di rifugiati. Il tributo di morte, che va oltre le 156.000 persone, sta ancora aumentando. Nessuno sa quale vetta raggiungerà alla fine, ma una cosa è praticamente certa, ossia che finirà per essere un numero gigantesco.

È bello vedere la gente del mondo impegnarsi a fare quello di cui sono in grado per soccorrere le vittime dello Tsunami.

Ma la mia domanda è semplicemente questa, dov’è invece la preoccupazione del mondo per le decine di migliaia di bambini Iracheni che sono stati decimati in maniera così totale dall'invasione degli Stati Uniti e dalla seguente occupazione dell'Iraq?

Durante i 12 anni di sanzioni economiche che gli Stati Uniti imposero all'Iraq prima dell'invasione, morirono più di 500.000 bambini -- come risultato diretto di quelli sanzioni. Dove erano allora la cura e la preoccupazione del mondo? Dove erano finiti allora i cosiddetti "conservatori compassionevoli" degli Stati Uniti? Oops! L’avevo dimenticato per un istante, sono gli stessi che sostengono la guerra in Iraq.

Attualmente in Iraq oltre 100.000 (e il numero va velocemente crescendo) Iracheni sono stati uccisi dalle bombe degli Stati Uniti, bombe "intelligenti" – che continuano ad essere scagliate all'indirizzo sbagliato e ad uccidere ancor più bambini -- e armi a mano usate per l’omicidio ravvicinato e personale. È stato stimato che i bambini costituiscono ben oltre la metà di quel numero.

I "danni collaterali" a cui gli Stati Uniti continuano a riferirsi, quelli in larga misura sono bambini Iracheni. Dov’è che è finita la pietà per loro? O forse meritano di morire semplicemente perché sono i bambini dell'Iraq?

Le sanzioni che erano state imposte all'Iraq, e quindi l'invasione, sono state responsabili, direttamente, dello sterminio dei bambini Iracheni. Il tasso di mortalità infantile in Iraq è adesso più elevato di quello che era 40 anni fa. Anche questo è il risultato diretto delle azioni degli Stati Uniti in Iraq.

Ci sono poi tutti quei bambini che periranno di una lenta morte, col tempo, dovuta all’esposizione all’uranio impoverito – al momento ce ne sono oltre 4.000 tonnellate in tutto il paese -- che ha contaminato l'Iraq grazie alle armi degli Stati Uniti fatte di uranio impoverito. Questa è stata e altro non è che un tipo di guerra nucleare, pura e semplice.

Devo ancora vedere, o sentire, reportage dai media corporativi Statunitensi, dalla Casa Bianca, dal Dipartimento della Difesa, o dal Pentagono riguardo i bambini dell'Iraq che sono stati uccisi a decine di migliaia dalla “politiche” della amministrazione Bush e dalla sua guerra con l’Iraq.

Che cosa sento venire da quel gruppo e dalle sue talking heads è, "Bombardateli tutti in nome del Signore." Non troppo tempo fa a Madeline Albright -- Segretaria di Stato durante la fase terminale della amministrazione Clinton -- era stato chiesto, "Sapendo che le sanzioni sono state responsabili della morte di oltre 500.000 bambini Iracheni, ne è davvero valsa la pena?" Gli ci vollero dieci secondi per rimuginarci sopra e poi dire, "Sì, ne è valsa la pena." Questa affermazione praticamente la dice tutta, non è vero?

Così mentre Bush e compagnia bella si danno da fare nel business di politicizzare il raccapricciante disastro causato dallo Tsunami, lo sterminio di bambini che è stato causato dall'invasione dell'Iraq continua e continuerà; sono i bambini dell'Iraq che hanno e che continueranno a pagare, il costo ultimo e più alto – con le loro vite.

Come nota a piè di pagina, il mese prossimo Bush chiederà al suo esaltato congresso repubblicano di concedere 100 miliardi di dollari in più in modo da poter continuare il massacro in Iraq per un altro anno ancora. I suoi garanti e affaristi di guerra corporativi si avvantaggeranno notevolmente – tutti gli altri ne pagheranno il costo -- particolarmente i bambini dell'Iraq che continueranno ad essere i destinatari delle bombe “intelligenti” degli Stati Uniti fatte di uranio impoverito.

Jack Dalton è un veterano disabile del Vietnam e il Co-Redattore della pubblicazione web “Project for the Old American Century”.

Note: Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando le fonti, l'autore e il traduttore.

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