Conflitti

Disertore americano cerca asilo politico in Canada

Arruolato nell'esercito il soldato Jeremy Hinzman si è rifiutato di
operare in Iraq.
13 dicembre 2004
Carole Duffrechou (trad. N. di Leonardo)
Fonte: Libération


E' un cittadino americano. Un soldato. E da quando lo scorso inverno si è
rifiutato di servire la sua bandiera, un disertore. Si è rifugiato a
Toronto con la moglie ed il loro bambino di due anni e mezzo. Jeremy
Hinzman è comparso ieri davanti alla Commissione per i Rifugiati canadese
che studierà la sua domanda di asilo politico. "Non volevo essere complice
di una guerra immorale ed illegale" ha spiegato il 25enne Hinzman che a
gennaio ha abbandonato la 82° divisione Airborne del North Carolina per
raggiungere l'Ontario.
Rifugiandosi in un paese che si oppone alla guerra in Iraq, Jeremy ha
riscosso la simpatia popolare, come accadde per le decine di migliaia di
soldati americani che attraversarono i confini rifiutandosi di combattere
in Vietnam.
"Volevo andare al college ed avevo bisogno di organizzare la mia vita"
spiega il giovane del Dakota che nel gennaio 2001 ha firmato un contratto
di 4 anni con l'esercito. "L'esercito sembrava la miglior soluzione per
me, ma è stata un'ingenuità." Durante l'addestramento, Hinzman è rimasto
shockato ed allora cominciarono i dubbi sulla sua capacità di uccidere.
Nell'agosto 2001 ha presentato richiesta di rinuncia come obiettore di
coscienza, due mesi prima di essere mandato in Afghanistan come assistente
cuoco, in seguito, ironia della sorte, come addetto alle armi. La sua
richiesta fu rifiutata. Quando tornò nel suo paese nove mesi più tardi,
aveva preso una decisione: non sarebbe andato in Iraq ed appoggiato una
"guerra criminale" che secondo lui non aveva una base legittima.
Considerando di aver fatto il possibile per arrivare ad un compromesso con
l'esercito, alla fine ha preferito la diserzione, pensando prima alla
Francia e poi al Canada, molti giorni prima la sua prevista partenza per
l'Iraq.
Jeremy Hinz deve convincere la Commissione per l'Immigrazione di aver
agito per convinzione morale e non per vigliaccheria, ma anche del rischio
di persecuzione se tornasse negli Stati Uniti ­ soprattutto sarebbe
arrestato. Le reazioni al suo abbandono e le e-mail ostili che ha ricevuto
pesano a suo favore, ne è convinto il suo avvocato Jeffrey House, il
quale sottolinea che, in virtù della Convenzione di Ginevra, un soldato
può rifiutarsi di eseguire gli ordini, quando si tratta di conflitti che
violano il diritto internazionale ­ invoca a questo riguardo le centinaia
di civili uccisi a Falluja ed agli abusi nella prigione di Abu Ghraib.
A gennaio la Commissione per l'immigrazione dovrebbe comunicare la sua
decisione sul primo caso di diserzione. Il legale, responsabile di 7 casi
di diserzione, dichiara di essere stato contattato da centinaia di
soldati. Hinzman sostiene che se la sua richiesta andrà a buon fine, altri
se ne aggiungeranno "Questo è il motivo che fa esitare il Canada".
Il Governo di Paul Martins, che per mesi ha espresso solidarietà ed
appoggio al suo vicino, deluso dal non intervento di Ottawa in Iraq,
vorrebbe soprassedere su questa questione. Qulche settimana fa Bill
O'Reilly, nel popolare show televisivo della Fox, ha minacciato di
boicottare i prodotti canadesi se i disertori non venivano rimpatriati.

Note: traduzione Noemi di Leonardo per4 www.peacelink.it
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