Conflitti

Il Ritiro delle Truppe Straniere dall'Iraq è l'Unica Soluzione Possibile

La Finzione Creata dai Media di una Cessione di Potere in Iraq e' Progettata per
gli Elettori degli Stati Uniti
26 agosto 2004
Tariq Ali (trad. M. Sesler)
Fonte: The Guardian

La maggior parte delle leggende si porta sempre dietro un piccolo frammento di
verita', ma nulla di tutto ciò puo' essere intravisto nelle immagini
fraudolente che ci vengono presentate ogni giorno dalla BBC (e dai network
degli Stati Uniti). Gli organi di stampa non si stanno comportando molto
meglio. La propaganda ufficiale viene costantemente ripetuta con frasi del
tipo: "Il 28 Giugno gli Stati Uniti e i suoi partner di coalizione hanno
trasferito il controllo sovrano dell'Iraq a un governo ad interim guidato dal
primo ministro Ayad Allawi. Il trasferimento della sovranita' ha posto fine a
piu' di un anno di occupazione guidata dagli Stati Uniti". Nel frattempo, i
servizi segreti Statunitensi hanno ammesso che la resistenza va crescendo di
giorno in giorno. Se Moqtada Al-Sadr dovesse essere catturato o ucciso nel
combattimento che sta avendo luogo a Najaf, il costante rivolo di nuove reclute
potrebbe trasformarsi in una inondazione. In una simile situazione e senza una
attiva opposizione ufficiale all'occupazione nella Camera dei Comuni, dovrebbe
essere responsabilita' dei media di fare si' che almeno una qualche verita'
venga regolarmente riportata.

La capitolazione della BBC e' stata un fatto evidente fin dal caso Hutton e dal
suo colpo di mano per nascondere gli errori commessi con l'Iraq. Questa non e'
soltanto una questione di giornalisti che censurano se' stessi. Agli inizi di
quest'estate hanno raccontato di come il nuovo direttore generale Mark Thompson
abbia fatto sapere ad una riunione della news board della multinazionale che si
era diffuso un "sentire" teso a descrivere le notizie della BBC come
eccessivamente inclinate a sinistra e troppo critiche del governo - un sentire
che bisognava correggere. Immagino che adesso si stia sentendo molto felice dei
cambiamenti apportati.

La nozione che l'Iraq e' adesso uno stato sovrano governato dagli Iracheni è una
finzione grottesca. Ogni cittadino Iracheno, senza alcun riguardo alle sue
posizioni politiche o all'affiliazione religiosa, è ben consapevole della
condizione reale in cui si trova il paese. E se la BBC continua a procedere in
questa maniera, la sua credibilita', che e' gia' al livello piu' basso di tutti
i tempi, potrebbe complessivamente sparire. Condoleezza Rice, la consigliera
per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, qualche mese fa ha dichiarato:
"Vogliamo cambiare la mentalita' Irachena." Ma la stazione televisiva Araba
finanziata dagli USA e chiamata Verita' si e' rivelata un lugubre fallimento. E
adesso, per impedire a tutte le immagini alternative di raggiungere gli
Iracheni e il resto del mondo, una coraggiosa marionetta al "Ministero
dell'Informazione" ha vietato ad Al-Jazeera di svolgere la propria attivita'
giornalistica dall'Iraq - una tradizionale ricetta presa da un autoritario
testo di cucina.

La messa in scena della "cessione di potere", che ha in gran parte la funzione
di convincere i cittadini degli Stati Uniti che adesso possono rilassarsi e
rieleggere Bush, e' stata pure un invito fatto ai media occidentali affinche'
riducessero la propria copertura giornalistica dell'Iraq, cosa che hanno fatto
in piena sottomissione. Come Paul Krugman ha fatto notare nel New York Times la
scorsa settimana: "Le storie dall'Iraq si sono trasferite nelle pagine interne
dei giornali e in gran parte sono sparite dagli schermi della televisione.
Molta gente ha avuto l'impressione che le cose siano migliorate. Come hanno
fatto poi i giornalisti: molti articoli di giornale hanno asserito che in Iraq
il tasso delle perdite Statunitensi e' andato sensibilmente calando dopo il
passaggio di consegne. (E invece questi sono i dati reali: 42 soldati Americani
sono morti in Giugno e 54 in Luglio)."

Come le precedenti strumentalizzazioni utilizzate per giustificare la guerra,
anche questa non sta funzionando. Dei due Iracheni che sono stati strappati
all'oscurita' per divenire gli uomini di punta dell'occupazione, il
"Presidente" Yawar e' un manager relativamente inoffensivo dei telecom
Saudititi. Era assolutamente felice di poter indossare indumenti tribali per le
funzioni ufficiali e per le foto con Rumsfeld e i ragazzi. Invece il "Primo
Ministro" Allawi un tempo lavorava come impiegato di basso livello nei servizi
segreti di Saddam, ed era incaricato di fornire informazioni riguardanti gli
Iracheni dissidenti che operavano a Londra. Successivamente, gli apparati
dell'intelligence Anglo-Americana lo hanno reclutato. Dopo la prima guerra del
Golfo venne inviato a destabilizzare il regime e i suoi mercenari fecero
saltare in aria un cinema e un bus che trasportava bambini.

Prima della guerra Allawi aveva dato una mano alla formulazione del minaccioso
avvertimento sui 45 minuti che erano presumibilmente necessari per la messa in
azione delle Armi di Distruzione di Massa Irachene, aiuto prezioso per gli
uomini che stanno al numero 10 di Downing Street, tanto indaffarati a costruire
dossier ingannevoli. Dopo l'occupazione e' stato ricompensato per l'aiuto
prestato e inserito nel "consiglio governante" Iracheno. Ha quindi pagato una
impresa specializzata nelle attivita' lobbistiche, la quale ha speso 370.000
dollari per promuovere la figura di Allawi a Washington affinche' fosse
nominato primo ministro, e guadagnandosi pure una colonna sul Washington Post.

Come "primo ministro" coltiva un'immagine omicida. Il 17 luglio in un notevole
dispaccio da Baghdad, Paul McGeough, il corrispondente Australiano, (ed ex
redattore del Sydney Morning Herald) ha dichiarato: "Iyad Allawi, il nuovo
primo ministro dell'Iraq, ha estratto una pistola in una stazione di polizia di
Baghdad e ha giustiziato almeno sei persone sospettate di far parte della
resistenza, solo pochi giorni prima che Washington trasferisse il controllo
del paese al suo governo ad interim, questo secondo la testimonianza di due
persone che dichiarano di avere presenziato alle esecuzioni".

"Dicono che i prigionieri - ammanettati e bendati - sono stati allineati contro
una parete in un cortile che e' adiacente al blocco delle celle di massima
sicurezza in cui erano rinchiusi al centro di sicurezza di Al-Amariyah...
Raccontano di come Allawi abbia detto ai presenti che le vittime avevano
ciascuno ucciso tanti quanti 50 Iracheni e che 'meritavano ben piu' della morte
'."

Il report di McGeough ha continuato dicendo: "In una dichiarazione scritta
l'ufficio del primo ministro ha negato la veridicita' dell'intera
testimonianza... affermando che Allawi non aveva mai visitato il centro di
detenzione e che non portava con se' una pistola. Ma gli informatori hanno
detto all'Herald che Allawi ha sparato alla testa di ogni giovane mentre una
dozzina di poliziotti Iracheni e quattro Americani della squadra di sicurezza
personale del primo ministro guardavano in attonito silenzio." McGeough appare
regolarmente in televisione e alla radio per difendere la sua storia, che non
va via.

La realta' è che oggi l'Iraq si trova immerso in un disordine molto piu' grande
di quello precedente alla guerra. La situazione e' stata riassunta da un ex
internato della prigione di Abu Ghraib: "Vogliamo l'elettricita' nelle nostre
case, e non essere presi per il culo."

I cittadini degli stati aggressori possono vedere tutto questo da loro stessi e
senza dare importanza al volere dei media, uno deve sperare, hanno la
possibilita' di punire i loro leader per averli trascinati in guerra -
nonostante poi che le alternative offerte siano cosi' deboli. Negli Stati
Uniti, il Senatore Kerry e' un politico che non convince. Diversamente da
alcuni dei suoi apologisti liberali, a lui non piace ritrarre i Democratici
come il partito fra i due consistentemente meno aggressivo. Furono, dopo tutto,
presidenti Democratici - e non Repubblicani - che lanciarono le guerre in Corea
e in Vietnam. L'appello elettorale che venne fatto dal Repubblicano Eisenhower
nel 1952 era incentrato sul fatto di volersi presentare come il piu' pacifico
dei due candidati. Nel 1960 Kennedy attacco' i Repubblicani per il "missile
gap", denunciando la loro debolezza di fronte alla minaccia Sovietica. Fu
Carter, e non Reagan, a lanciare la seconda guerra fredda. E nel 1992 Clinton
stava tuonando contro la debolezza di Bush Senior su questioni quali Cuba e la
Cina. Adesso Bush Junior ha superato qualunque rivale Democratico in quanto a
militarismo accelerato. Ma e' sufficiente ricordare di come alla vigilia
dell'11 Settembre, Hillary Clinton e Joseph Lieberman avevano organizzato la
formulazione di una lettera, firmata da quasi ogni senatore Democratico, che
denunciava le politiche in Medio Oriente di Bush. Quello che volevano era che
venisse fornito un maggior sostegno ad Israele.

È necessario tenere a mente questi dettagli, visto che negli Stati Uniti si e'
andata creando una notevole pressione affinche' tutti si mettano in riga dietro
Kerry. Molti, piuttosto naturalmente, voteranno per lui e questo per togliere
di mezzo un governo di guerrafondai. Se riescono in questo intento, Kerry
dovra' venire messo sotto pressione immediata affinche' ritiri le truppe
dall'Iraq. Se non ci fosse stata resistenza in Iraq, il trionfalismo dei
guerrafondai avrebbe fatto annegare le opposizioni di ogni possibile colore. La
sconfitta dei guerrafondai, se si verifichera', sara' una diretta conseguenza
di cio' che sta accadendo a Baghdad e Basra / Bassora, Falluja e Najaf. Anche
se provano a spazzare via i 37.000 civili Iracheni uccisi in questo conflitto,
questo secondo una stima recente da parte di una Organizzazione Non
Governativa, Bush e Blair non dimenticheranno i nomi delle città la cui gente
rifiuta di arrendersi. Esiste una sola seria opzione da prendere in
considerazione: il ritiro incondizionato delle truppe straniere dall'Iraq.

Note: Tariq Ali è un noto nonche' riconosciuto romanziere e regista. E' l'autore dei
recenti 'Bush in Babylon: Re-colonising Iraq' (Verso, 2003) e di 'The Clash of
Fundamentalisms: Crusades, Jihads and Modernity' (Verso, 2002). La sua e-mail:
tariq.ali3@btinternet.com .

Tradotto da Mauri Sesler - A Cura di Peacelink

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