Conflitti

lettera aperta

Vai e prendili tutti George!

«Caro Bush, devi mostrare più coraggio, devi mandare 28 milioni di soldati in Iraq»
13 gennaio 2007
Michael Moore
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Caro Presidente,
intanto grazie per il tuo discorso alla Nazione, è bello sapere che ci parli ancora dopo quello che ti abbiamo combinato a novembre. Ascoltami, posso essere franco? Mandare ancora 20.000 uomini non mi pare sufficiente a sistemare le cose. Vorrebbe dire soltanto riportare il numero di soldati ai livelli dell'anno scorso. E noi già perdevamo l'anno scorso! Abbiamo già spedito in Iraq più di un milione di uomini dal 2003. Poche migliaia in più non sono lontanamente sufficienti a trovare le armi di distruzione di massa che cerchiamo! Cioè, voglio dire... a trovare i colpevoli dell'11 settembre e portarli alla giustizia! No scusami, dimentica anche questa... vediamo.. ah ecco: a portare la democrazia in medio oriente! Ottimo, proviamo questo..
Presidente, devi mostrare molto più coraggio, vecchio mio. Questa la devi vincere. Caspita, hai beccato Saddam, no? L'hai appeso all'albero più alto! Non male il video, pareva di essere tornati nel buon vecchio west col boia più delinquente del ladro di cavalli, con linciaggi e tutto il resto. Guarda, lo devo ammettere, sono imbarazzato per il guaio in cui ti sei infilato. Come ha detto una volta Ricky Bobby se non sei primo, sei l'ultimo. E, sinceramente, il fatto che tu venga umiliato di fronte a tutto il mondo in questo modo, non porta niente di buono a noialtri americani.
Capo, dammi retta. Tu ci devi mandare milioni di soldati in Iraq, non migliaia. L'unico modo per sfangarla stavolta è inondare l'Iraq con milioni di noialtri! Ok, ho capito che sei a corto di soldati, allora guardati un po' in torno. Devi farti entrare in zucca che l'unico modo per far fuori un paese di 27 milioni di abitanti, l'Iraq, è mandarci almeno 28 milioni di americani. Ecco, così funzionerebbe...
Facile: i primi 27 milioni accoppano un iracheno ciascuno, così la ribellione si sistema in quattro e quattrotto, L'altro milione si ferma lì e ricostruisce il paese, facile,
no? Ora, prevedo la tua domanda: dove li trovo 28 milioni di americani pronti a partire per l'Iraq? Considera qualche suggerimento:
1.Oltre 62 milioni di loro ti hanno votato due anni fa(ed eravamo già da un anno e mezzo in una guerra che sapevamo di perdere...). Ho fiducia che almeno un terzo di loro sia disponibile a mettere il proprio corpo là dove già ha messo il proprio voto e a firmare come volontario. Conosco un sacco di loro e sono certo che non sia il tipo di gente che chiede ad altri di combattere la battaglia che loro giudicano necessaria, standosene nascosti in America.
2.Inizia una campagna di feste col titolo «Accoppa un Iracheno party» e lanciala per tutto il paese. Lo so che suona tanto come un'idea stile 21° secolo ma sono già stato a qualche festicciola del genere e, ti assicuro, ti stupiresti di quante idee innovative comincino a spuntare fuori dal terzo mojito in avanti... io dico che un bel 5 milioni li tiri su così.
3.Manda in Iraq tutti i giornalisti dei grandi media. Dopo tutto ti hanno dato una mano a cacciarci in quella guerra e un bel po' li hai già addestrati a fare gli embedded! Se poi, a questo punto, non siamo ancora ai 28 milioni, arruola obbligatoriamente tutti i telespettatori di Fox News e dovresti avercela fatta.
Presidente Bush, non è il momento di mollare! È il momento di essere duri e portare a casa il risultato! Quindi non fare la femminuccia lesinando coi soldati. Parti col tuo popolo e guidali tu personalmente come un vero comandante in capo! Che nessun moderato rimanga indietro! Avanti a tutta forza! Per quanto riguarda noi di sinistra prometto che saremo vicini, scriveremo spesso.
Vai e prendili tutti George!
Tuo affezionato Michael Moore
(traduzione di Mauro Sabbadini)

Articoli correlati

  • Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta
    Editoriale
    Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran

    Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta

    Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale
    16 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone
    Cultura
    Sean Ono Lennon sul palco degli Oscar 2024

    "War is Over!", il corto di animazione ispirato alla celebre canzone

    La guerra, gli scacchi, due sconosciuti che si affrontano in una partita a distanza
    La storia si preannuncia toccante e potrà servire a stimolare dibattiti e passi in avanti nella risoluzione dei vari conflitti, piccoli e grandi, "if you want it"
    18 marzo 2024 - Maria Pastore
  • «Occorre chiamare le cose col loro nome»
    Pace
    L’intervista al ministro degli Affari esteri palestinese

    «Occorre chiamare le cose col loro nome»

    Come fermare la guerra? Il ministro Riyad al-Maliki ripone le sue speranze nella comunità internazionale e resta fedele alla soluzione dei due Stati
    20 febbraio 2024 - Daniel Bax e Lisa Schneider
  • "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"
    Economia
    Intervista a Jeffrey Sachs sulla guerra in Ucraina, la Nato, l'Europa, gli USA e la Cina

    "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"

    "Gli Stati Uniti hanno chiamato il primo ministro Meloni e hanno detto di uscire dalla Via della Seta. Pensate che abbia avuto da sola quell’idea? L'idea statunitense è che nessuno debba rivaleggiare con la potenza degli USA. Dovremmo invece puntare a costruire un mondo multipolare e cooperativo".
    6 febbraio 2024 - Jeffrey Sachs
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)