Voce di chi non ha voce
La musica di sottofondo tenta di smorzare i pensieri, le immagini, le parole via via intrecciate, pagine di bit dal cuore del mondo.
E il ricordo rimane, flash di memoria che le note del jazz che ascolto non rimuovono.
Le notizie dai giornali online.
I blogs di chi - umano tra le bombe - racconta e, nel suo raccontare e raccontarsi, cerca di sdrammatizzare il proprio presente.
Le mails di un amico mio - italiano in terra d'Israele, Haifa a un tiro di schioppo e zona obbligata del suo quotidiano, e i missili Hezbollah che giocano a rimpiattino con la sua esistenza.
E le opinioni, le decisioni, le paure.
La terra di Mesopotamia che non riesce a trovar pace.
La crisi del "nucleare" in Corea.
La crisi del "nucleare" in Iran.
L'intuizione mentale nel vedersi dipanare una matassa, con tutti i nodi sopra descritti che, messi in fila, sembrano dipingere una soluzione, una terribile soluzione.
E l'impressione che anche questa volta "c'è sotto qualcosa", e lo stesso governo israeliano, chissà se è davvero il protagonista...
E un terribile pensiero si affaccia, è davvero l'inizio di "qualcosa di grosso"?
E intanto persone come noi
Finché l'elettricità arriva
Finché possono essere online
Finché sarà loro concesso di raccontare
Persone come noi, gli orrori del presente
la propria vita
sfilacciato
ciò che finora erano ideali
pur cose semplici, una famiglia, il lavoro, gli studi
e l'angoscia del futuro, abisso di conoscenza che non si svela.
Persone come noi
urlo dal cuore, voce sommessa
di chi non ha voce
Nel deserto d'intorno
giocato a dadi
dai potenti del mondo.
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