La confusione pericolosa della "missione di pace" in Iraq
Per chi non l’avesse già capito, la recente inchiesta de l’Espresso mette in chiaro come la missione in Iraq non sia una “missione di pace”
http://www.osservatorioiraq.it
Il rapporto di 1 a 100 tra spese in aiuti e costi militari è la prova evidente dell’inganno subito dal parlamento e dal popolo italiano. Non solo: ma perché mai i militari dovrebbero occuparsi di aiuti umanitari e per la ricostruzione?
Che senso ha affidare a truppe straniere, ambiguamente schierate all’interno di una forza occupante che ha illegalmente invaso un paese, il compito di costruire scuole o fognature? Per queste cose esistono le ONG, le Nazioni Unite, le imprese e, soprattutto, gli iracheni stessi.
Cinquant’anni di cooperazione allo sviluppo e un secolo e mezzo di aiuto umanitario ci hanno insegnato ormai bene come si debbano fare certe cose, e se la stampa si impegnasse un po’ più seriamente ad informare i cittadini e i politici su come funzionano gli aiuti internazionali, probabilmente sarebbe stato molto difficile far passare questa manovra, che viola la Costituzione, espone il paese ad attacchi terroristici e ha portato alla morte inutile di trenta nostri connazionali. Non eroi, ma vittime di un raggiro.
Purtroppo, da dieci anni in qua il dilettantismo dei leader occidentali e la loro miopia politica, hanno portato al fallimento di tutti i processi di ricostruzione e pacificazione avviati nel mondo. L’idea bizzarra che possa esistere una guerra “buona” si è rivelata un’illusione priva di fondamento. Rimpiazzare il peacekeeping con le operazioni cosiddette “other than war” (diverse dalla guerra), come quella in Afghanistan, ha annichilito la capacità della comunità internazionale di intervenire con efficacia per fermare stragi e conflitti. Sostituire le Nazioni Unite con le “coalizioni di volenterosi” ha imposto la deriva perversa dello scontro tra Occidente e Islam.
Il risultato è che anche coloro che in buona fede e con le competenze adeguate vogliono intervenire per portare aiuti alla popolazione civile - le organizzazioni umanitarie - si ritrovano adesso nel mirino dei terroristi.
Adesso tocca al nuovo governo definire la strategia italiana in questo campo. E già si cominciano a sentire voci inquietanti: “ritiro graduale concordato con le autorità irachene”, “non si possono abbandonare gli iracheni in questa situazione”, “lasciare un nucleo di militari per proteggere i tecnici della ricostruzione”, ecc.
Sarà bene chiarire alcuni punti fondamentali:
1. Le autorità irachene non possono dirlo troppo esplicitamente ma lo hanno fanno intendere chiaramente: prima se ne andranno gli stranieri, meglio sarà per tutti. La presenza di truppe occupanti non fa altro che alimentare la guerriglia ed offrire pretesi al terrorismo, e configura una situazione di piena legittimità della resistenza armata, anche in termini di diritto internazionale.
2. Le forze occupanti, Italia compresa, sono costrette a concentrarsi sulla propria difesa, trascurando quella degli iracheni. Le truppe sono asserragliate nei loro compound, escono il meno possibile e quando lo fanno pensano soltanto a proteggersi dagli attacchi ostili.
3. Se si vogliono costruire scuole ed ospedali, la cosa migliore è fornire le risorse agli iracheni e lasciare che facciano il loro lavoro. Controllando – ovviamente – che nessuno rubi e che il lavoro sia ben fatto, Ma i militari non hanno nessuna competenza per farlo.
4. I tecnici non hanno bisogno della protezione militare, che li espone anzi ad ostilità ed aggressioni. Soprattutto, l’Iraq non ha bisogno dei nostri tecnici: da quarant’anni produce ottimi quadri, ingegneri, medici, architetti e quant’altro serve per eseguire le opere elementari che servono a riportare in efficienza i servizi e le strutture del paese.
5. Lasciare anche solo pochi soldati stranieri nel paese significa comunque perpetuare lo stato di occupazione, sia pure a livello simbolico. Se il problema è proteggere gli investimenti dell’ENI in Iraq, si ricorra alle tante private security, molte delle quali serie e di qualità, che operano in tutto il mondo. L’esercito nazionale non è fatto per fare la guardia agli investimenti delle imprese.
E’ ora che il nostro paese imbocchi la strada di una politica estera etica e coerente, nel campo delle crisi e dei conflitti.
Sociale.network
L’#Europa ha “un piano piuttosto preciso” per l’invio di truppe in #Ucraina. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der #Leyen nel corso di una intervista al Financial Times.
Il Fatto Quotidiano
#ILVA #benzene #tumori
#Ucraina #analisimilitare
https://youtu.be/0RghmgxNRfM
#Gaza #nogenocidio
In 40 mila sfilano a #Genova per la partenza della Global Flottilla
https://youtube.com/watch?v=kHFSBqj3Xmw
#Ucraina
Anne #Applebaum: «Gli ucraini sono incredibili. Sono il nostro esercito migliore, i soldati più innovativi al mondo. La loro capacità di resistenza, l’utilizzo avveniristico dei droni, le loro vittorie sul Mar Nero, adesso gli attacchi sulle raffinerie russe: sono episodi bellici da studiare nelle accademie. Le industrie militari ucraine sono all’avanguardia, hanno imprenditori, ingegneri, tecnici-soldati eccezionali».
https://www.corriere.it/esteri/25_agosto_31/anne-applebaum-intervista-ac6a1c70-2000-4444-b0c0-a5f66557fxlk.shtml
#Ucraina
Anne #Applebaum: "I russi devono capire che non possono vincere la #guerra. Purtroppo ad ora #Trump fa credere a #Putin di avere il coltello per il manico".
https://www.corriere.it/esteri/25_agosto_31/anne-applebaum-intervista-ac6a1c70-2000-4444-b0c0-a5f66557fxlk.shtml
#Ucraina #Russia #Usa #vittoria
Anne #Applebaum: «#Trump ha convinto #Putin che può vincere sul campo. Ora l'Europa è sola» | Corriere.it
«Trump aveva steso il tappeto rosso per Putin il 15 agosto in Alaska. Gli aveva prospettato trattati economici bilaterali molto convenienti. Ma in verità è stato un completo disastro: ha convinto Putin che gli conviene continuare la sua offensiva militare e ha rafforzato la sua certezza che può vincere sul campo».
https://www.corriere.it/esteri/25_agosto_31/anne-applebaum-intervista-ac6a1c70-2000-4444-b0c0-a5f66557fxlk.shtml
#Putin accusa l'#Occidente di ignorare la #storia e promuovere la #militarizzazione | laRegione.ch
"Vediamo - ha detto Putin - che in alcuni Stati occidentali i risultati della Seconda Guerra Mondiale vengono di fatto rivisti e le sentenze dei tribunali di #Norimberga e Tokyo vengono apertamente ignorate".
https://www.laregione.ch/estero/estero/1864034/putin-storia-cina-europa-presidente
#Russia #India
#Putin e i tappeti rossi, vertice in #Cina con #Xi e #Modi
https://www.agi.it/estero/news/2025-08-31/cina-vertice-putin-xi-modi-32944832/
#Israele #Gaza
L'esercito israeliano vuole completare l'occupazione entro l'inizio del Capodanno ebraico, il 22 settembre. Sul fronte diplomatico fa discutere la decisione degli #Usa di revocare i visti ad alcuni diplomatici #palestinesi.
Guerra Israele, la situazione a Gaza di oggi 31 agosto. DIRETTA | Sky TG24
https://tg24.sky.it/mondo/2025/08/31/guerra-israele-palestina-gaza-31-agosto-diretta
#Putin da #Xi Jinping per il vertice Sco: «Relazioni #Russia-#Cina mai così forti». Gli #USA finiti nel dimenticatoio: il leader russo non li cita mai - Open
https://www.open.online/2025/08/31/putin-xi-jinping-vertice-sco-relazioni-russia-cina-forti/
#Ucraina
La #Russia ha mostrato una linea dura verso ogni intervento militare occidentale vicino ai suoi confini e all'interno del contesto del conflitto ucraino.
#Ucraina
Donald #Trump si è dichiarato disponibile a fornire "supporto aereo" americano per le garanzie di sicurezza all'Ucraina, ma ha escluso l'invio di truppe americane sul campo. Questo supporto aereo potrebbe includere il possibile impiego di caccia Usa per difendere #Kiev dopo un accordo di #pace, mentre la presenza militare sul terreno verrebbe lasciata agli europei. La sua portavoce ha definito il supporto aereo un'opzione al momento.
Corriere della sera
#ILVA #teatro #calendario #Bologna