Repressione in Kurdistan: aggiornamenti e appello della società civile
APPELLO DI ARCI, UN PONTE PER..., DONNE IN NERO, ASSOCIAZIONE NAZIONALE AZAD-PER LA LIBERTA’ DEL POPOLO KURDO
SIT IN A ROMA - AMBASCIATA TURCA
Da giorni è in atto una durissima repressione dell'esercito turco contro la popolazione civile kurda: arresti in massa, uccisioni, repressioni al di fuori di ogni legalità.
Rispondiamo all'appello lanciato al movimento per la pace proveniente dal Kurdistan turco.
Invitiamo a promuovere iniziative di protesta, a sensibilizzare i mezzi di informazione, a fare pressione sui politici italiani ed europei e sulle istituzioni locali perché i gravissimi episodi di repressione e violenza in corso non rimangano oscurati dalla censura dello stato turco.
Invitiamo Comuni, Province, Regioni ad approvare Ordini del Giorno per chiedere alla Turchia l'attuazione di riforme democratiche ed il rispetto dei diritti umani.
Invitiamo ad inviare fax ed e-mail al governo turco, all'ambasciata turca in Italia, all'ambasciata italiana ad Ankara.
SI FERMI LA REPRESSIONE E LA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE KURDA CHE CHIEDE PACE, GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA.
Primo Ministro Recep Tayyp Erdogan fax: +90 312 417 0476 e-mail: rte@akparti.org.tr
Ambasciata turca di Roma fax: 06 488 24 25 e-mail: turchia@turchia.it
Ambasciata italiana ad Ankara fax: +90 312 4265800 e-mail: ambasciata.ankara@esteri.it
SIT IN A ROMA
MERCOLEDI‚ 5 APRILE ORE 16 - VIA PALESTRO
Facciamo appello ad una ampia partecipazione democratica per far cessare l'ennesimo atto di guerra nascosta nei confronti della popolazione kurda in Turchia.
NOTIZIE DIFFUSE DALL'ASSOCIAZIONE AZAD PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO KURDO
ESCALATION MILITARE CONTRO
LA POPOLAZIONE KURDA NEL SUD - EST DELLA TURCHIA
Dopo l'uccisione di 14 guerriglieri dell'HPG Forze di Difesa Popolare, avvenuta il 25 marzo durante un'operazione militare delle forze armate turche, con uso massiccio di armi chimiche, nelle montagne del sud - est del Paese, sono esplose manifestazioni di protesta al divieto delle polizia
turca di svolgere i funerali ad Diyarbakir.
Ad oggi si contano, nella sola città di Diyarbakir 7 morti, di cui 3 bambini, centinaia gli arresti, i feriti e gli scomparsi. Scuole e negozi sono stati chiusi. La polizia turca impedisce ai
giornalisti l'accesso nelle zone della rivolta in quanto accusati di diffondere false notizie mentre carri armati e nuove truppe continuano ad arrivare da tutte le città del Kurdistan turco. L'esercito e la polizia turca hanno posto sotto assedio molte città, le rivolte non si fermano ma si propagano ovunque.
Il 29 marzo un manifestante è stato ucciso dalle forze di polizia ad Istanbul.
ULTIM'ORA 31 marzo 2006
Batman: colpito a morte dalla polizia un bambino di 3 anni, Fatin Tekin. Il bambino è stato colpito in viso durante un'irruzione della polizia nella casa dei genitori.
Manifestazioni e scontri si registrano a Istanbul,Van, Mus, Adana, Kiziltepe, Izmir, Bismil, Sirt, Yuksekova, Batman
A Diyarbakir questa mattina sono state liberate le 24 Madri per la pace arrestate nei giorni scorsi; fuori dal tribunale la polizia ha aggredito gli avvocati difensori.
Diversi giornalisti sono stati feriti dall'esercito, un reporter dell'agenzia DIHA è stato ferito alle gambe.
Sempre oggi il sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir, durante una conferenza stampa ha esortato il governo turco e i militari a porre fine alla violenza e ha invitato la popolazione alla calma. "Il governo deve affrontare la questione kurda in una prospettiva di pace e non con la repressione militare".
Il DTP (Partito della società democratica) ha diramato un appello alle forze armate e alla popolazione per fermare le violenze.
Bruxelles (DIHA) Commissione dell'Unione europea L'Unione europea segue con apprensione gli eventi di Diyarbakir (sud - est della Turchia) e critica Ankara. L'U.E. chiede ad Erdogan di adoperarsi per una soluzione del problema Kurdo.
Mentre il numero dei morti negli incidenti di Diyarbakir continua a salire, la Commissione EU condanna le violenze. Krizstina Nagy, portavoce di Olli Rehn, Commissiario per l'allargamento U.E., ha dichiarato: gli sviluppi sono preoccupanti" (.) e critica il governo turco di non fare i necessari passi per una soluzione del problema.
APPELLO DIFFUSO DALL'ARCI:
DAL KURDISTAN A TUTTI I DEMOCRATICI E LE DEMOCRATICHE ITALIANI:
CIASCUNO FACCIA QUALCOSA CONTRO LA REPRESSIONE DI QUESTE ORE
NASCOSTA AL MONDO DALLA CENSURA DEL GOVERNO TURCO
A pochi giorni dalla conclusione dei festeggiamenti del Newroz, il capodanno kurdo -appena dopo la partenza delle delegazioni internazionali che numerose hanno partecipato agli eventi- si è scatenata la repressione dell'esercito turco a Diyarbakir, la capitale del Kurdistan turco.
Dopo l'uccisione di 14 guerriglieri del Kongra-gel avvenuta il 25 marzo durante una operazione militare delle forze armate turche con il massiccio impiego di armi chimiche, a Diyarbakir sono esplose manifestazioni di protesta quando la polizia turca ha impedito ai familiari di quattro guerriglieri uccisi di svolgere il corteo funebre.
La popolazione è insorta proseguendo la protesta e la città è ora militarizzata. Da ieri a Diyarbakir sono state arrestate più di duecentocinquanta persone e circa centottanta sono i feriti. Durante i cortei di protesta sono stati uccisi sei manifestanti, fra cui un bambino di soli dieci anni.
Molte persone si stanno recando presso l'Associazione dei diritti Umani per avere informazioni sugli arresti e sulle persone irreperibili, di cui parecchi sono bambini. Scuole e negozi sono chiusi. La polizia turca impedisce l'accesso ai giornalisti accusati di diffondere notizie false mentre carri armati e nuove truppe continuano ad arrivare da tutte le città del Kurdistan.
Siamo in contatto diretto con i compagni e le compagne dell'Associazione dei Diritti Umani di Diyarbakir, che chiedono a tutti e tutte i democratici un impegno a diffondere con tutti i mezzi possibili le notizie, per impedire che i gravissimi episodi di repressione e di violenza in corso rimangano imprigionati ed oscurati dalla censura dello stato turco.
Chiedono che si facciano pressioni sulla politica italiana ed europea per interventi di pressione sullo stato turco affinché cessi la repressione.
http://www.uikionlus.com
http://www.kurdishinfo.com
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