Dopo il newroz, la delegazione incontra il TES-IŞ, la ‘’Piattaforma Democratica’’ per la Pace ed i Diritti Umani di Diyarbakir
I commenti sono ancora nei nostri sguardi e lo stupore accompagna le ore nel nostro girare per le strade dı Diyarbakir mentre ci rechiamo ad incontrare le associazioni per i diritti umani e la Pace della città.
La militarizzazione di questa parte della Turchia è evidente ad ogni angolo di strada: blindati della polizia e dell’esercito, mitra spianati e reparti antisommossa pronti e mobilitati per le strade.
Incontriamo la ‘’Piattaforma Democratica’’ (il TES-IŞ), nata nel 1990 da una sinergia di tutte le agenzie (pubbliche amministrazioni ed associazioni) della regione di Diyarbakir. L’obıettivo comune è quello di promuovere attenzione alle questioni sociali: salute, immigrazione e povertà.
La Piattaforma Democratica nasce in un periodo di grandissime conflittualità: il territorio dichiarato zona di guerra (lo è ancora oggi) e la guerriglia kurda sulle montagne particolarmente attiva.
Il TES-IŞ, pone come questione principale la ‘’pacificazione’’ nazionale ed il ripristino dei diritti civili edu mani in Turchia.
Dall’incontro è emerso l’iniscindibile legame tra questione economica e demografica e rispetto della Pace e dei Diritti Umani, senza le quali non potrà essere avviato un reale percorso democratico in Turchia.
Negli ultimi 20anni la Turchia ha speso una cifra astronomica (20 miliardi di dollari) in armamenti e per tenere, in maniera massiccia, il controllo militare del territorio kurdo.
Ma è proprio attraverso la via democratica che passa l’ingresso della Turchia in Europa.
Oggi, ci hanno spiegato i responsabili della ‘’Piattaforma Democratica’’, il governo turco subisce forti pressioni dall’Europa (diritti civili e umani, risoluzione della questione kurda, ecc.) e in senso opposto dalle sfere militari che vedrebbero ridursi fortemente il proprio potere da una risoluzione pacificata della questione kurda. Lo stesso presidente del consiglio turco Erdogan, che pure aveva per la prima volta parlato di un ‘’problema kurdo’’, alcuni mesi fa proprio a Diyarbakir, ha dovuto fare marcia indietro per la forte reazione dei gruppi nazionalisti turchi e le forti formazioni politiche di destra.
Ma dal newroz il messaggio è stato chiarissimo: o si affronta in maniera seria la questione kurda, con l’amnistia delgi oltre 10.000 guerriglieri nelle carceri turche e si lavora per il reinserimento nella società civile dei guerriglieri che ancora combattono sulle montagne (oltre 10.000 uomini e done in armi), o lo scontro sarà sempre più duro.
È giunto il momento della pacificazione in una Turchia dove i kurdi hanno finalmente piena cittadinanza.
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