Conflitti

La guerra fredda è finita, ma l'olocausto nucleare fa ancora paura.

Corea del Nord: l’assurdità di un regime, l’irresponsabilità di una guerra

La Corea del Nord rappresenta l'ultimo residuo della guerra fredda, un esempio di sopravvivenza di una specie ormai estinta già dagli anni '50. L'unico regime stalinista ancora in piedi, dove vige un controllo ferreo di ogni aspetto della vita del popolo. e dove tutto ruota intorno alla figura mitica del suo "caro leader" Kim Il-Sung. Un culto della personalità che rasenta il ridicolo, ma che è alla base di un paese che dal 1953 ha avuto un solo obiettivo, prepararsi alla guerra.
24 marzo 2005

Corea del Nord: l’assurdità di un regime, l’irresponsabilità di una guerra

Il secondo mandato presidenziale di Gorge W. Bush si è aperto con un discorso abbastanza particolare, da una parte la celata volontà di collaborare e riallacciare i contatti con gli alleati europei, dall’altra la nuova condanna ai paesi dell’asse del male, ora ribattezzati “avamposti della tirannia”. La novità è anche l’allargamento dei cosiddetti stati canaglia, ora composti oltre che da Iran, Cuba, e Corea del Nord, anche da Birmania e Siria. Il secondo mandato di Bush lascia più di una perplessità, per il pericolo che una nuova politica aggressiva americana possa scatenare ben peggiori conseguenze rispetto a quelle già disastrose causate dalla guerra in Iraq. In questo senso il pericolo maggiore è rappresentato proprio dalla Corea del Nord, paese ormai isolato internazionalmente ma capace di generare più di un problema in caso di conflitto con gli Stati Uniti. La Corea del Nord, da parte sua, augurandosi vivamente una vittoria del democratico Kerry (e non era l’unico paese al mondo) alle ultime elezioni, sperava in un cambiamento di rotta della politica americana, e anche dopo la vittoria di Bush ha assunto una posizione ambigua. Infatti, se all’inizio Pyongyang annuncia di valutare le nuove politiche americane, poi davanti ai proclami di Bush non esita a tornare a quella che molti analisti definiscono la “diplomazia dell’estorsione”, ossia brandendo a diverse riprese la minaccia delle armi nucleari per ottenere un patto di non aggressione. Tra annunci di ritiro dai colloqui diplomatici a sei e ritorni improvvisi, l’unica costante dell’azione nordcoreana è la politica di guerra, giungendo ad affermare e ad ammettere quello che ormai tutti temono, la Corea del Nord è in possesso di armi nucleari e in caso di conflitto non esiterebbe ad utilizzarle.
Nonostante il clima a volte pare rasserenarsi, Bush sostiene che se la diplomazia dovesse fallire si userà la forza, ma un conflitto appare estremamente improbabile, specie rispetto ad altri obiettivi che appaiono anche essi poco perseguibili dagli Stati Uniti nel breve termine, come Iran e Siria.

Le origini della contesa
La crisi con gli Stati Uniti ormai è in corso da almeno tre anni, da quando l’assistente del segretario di stato James Kelly nel 2002 denunciò che la Corea stava perseguendo programmi missilistici per lo sviluppo di un arsenale nucleare. Da quel momento in poi è un susseguirsi di aperture e dichiarazioni di quasi guerra tra i due paesi, che passano per alcuni punti essenziali: ammissioni celate di possesso di armi nucleari; il ritrovamento di un missile scud nordcoreano su una nave diretta nello Yemen; la riattivazione dei reattori nucleari di Yongbyon il 22 dicembre 2002 e la successiva espulsione degli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica; il ritiro della Corea della Nord dal Trattato di Non Proliferazione delle armi atomiche (NPT); fino alla recente ammissione di avere le armi nucleari da parte ella Corea del Nord.
Oltre a questi dati di fatto la crisi è anche una guerra di parole, Bush in un famoso discorso agli Stati dell’Unione nel 2003 afferma: “Il regime nordcoreano è oppressivo, un paese nel quale le persone vivono nella paura e nella fame”. La risposta di Pyongyang non si fece attendere: “Il discorso di Mr. Bush è una chiara dichiarazione di aggressione per rovesciare il sistema della Repubblica Democratica Popolare della Corea del Nord”, e definiscono il presidente “uno spudorato ciarlatano”.
Durante questo tempo non sono mancate le dimostrazioni di forza, che reali o non, sono una sorta di dimostrazione, per evidenziare le forze e scoraggiare ogni ulteriore passo dell’avversario, così per esempio gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno più volte avviato esercitazioni militari congiunte, mentre la Corea del Nord ha lanciato almeno due missili nel mare tra Sud Corea e Giappone, sostenendo che erano solo missili per satelliti. Nonostante ciò appare chiaro che una guerra sarebbe un suicidio, così c’è spazio anche per una soluzione diplomatica, nella forma dei colloqui a sei, con Corea del Nord e Stati Uniti affiancati da Cina, Russia, Corea del Sud e Giappone. I colloqui, che hanno permesso almeno di intavolare qualche discussione, per ora sono falliti miseramente, sia Stati Uniti che Corea del Nord appaiono irriducibili nelle proprie posizioni, i primi nel chiedere un disarmo incondizionato, i secondi nel volere un patto di non aggressione con gli Stati Uniti e colloqui bilaterali. In questo senso i veri pilastri che tengono in piedi la fragile casa sono proprio i restanti paesi, e specialmente Cina, Corea del Sud e Giappone, non entusiasti di avere una guerra alle porte di casa e sostenitori di una soluzione diplomatica. In definitiva ciò che emerge è l’impossibilità e la scelleratezza, sia per motivi politici che militari, di una possibile guerra in questa parte del mondo.

Le ragioni che rendono impensabile un conflitto
Uno scontro militare con la Corea del Nord tuttavia appare poco probabile, mancano dei presupposti di legittimazione del conflitto, non ci sono fattori ideologici per creare una coalizione, il contesto internazionale è delicato, e non si può trascurare il peso militare di Pyongyang.
In primo luogo sarebbe difficile, se non impossibile, per l’amministrazione Bush convincere non solo l’opinione pubblica americana, ma anche gli alleati europei, ad imbarcarsi in una nuova avventura militare. A parte i costi finanziari, che già sono esorbitanti nel conflitto iracheno, e i rischi di una nuova carneficina, per molti la Corea del Nord appare lontana e sconosciuta, e nonostante venga percepito il carattere autoritario del regime, di certo manca quello spauracchio legato al terrorismo internazionale di matrice islamica. La Corea del Nord in passato si è resa responsabile di atti di terrorismo internazionale, ma erano per lo più legati a matrici ideologiche della guerra fredda, che ovviamente oggi non sussistono più. Non esiste neanche la minima possibilità per l’amministrazione Bush di poter anche farcire una notizia che veda la Corea del Nord legata a Al Qaida, tanto più per un regime che come fanatismo religioso ammette solo il culto del caro leader Kim Il Sung, scomparso nel 1994 e ora sostituito dal figlio Kim Jong Il.
In secondo luogo, condurre una guerra per motivi ideologici appare fuori luogo, la Corea del Nord è l’unico vero ultimo residuo del comunismo e della guerra fredda, una sorta di reperto, un fossile dell’era staliniana, dove da anni l’unico calendario appeso riporta la data del 1953, con un regime fuori da ogni logica e isolato dall’esterno. In questo senso parlare oggi di contagio comunista all’esterno farebbe sorridere anche i più tenaci oppositori del regime di Pyongyang.
Il conflitto sarebbe impensabile inoltre per questioni internazionali, l’area è particolarmente delicata, Sud Corea e Giappone appaiono molto cauti e sanno che in caso di guerra verrebbero coinvolti direttamente, specie nel caso si usassero le armi nucleari. La Corea del Sud ha già avviato con Kim Jong Il un processo di distensione, ma rimane pur sempre il vecchio nemico, e le tentazioni di un’unificazione con la forza non sono del tutto sparite a Pyongyang, e la guerra potrebbe solo riaccenderle. Il Giappone ha avviato anche esso un processo di riconciliazione, come nel caso dei rapimenti effettuati dai servizi segreti nordcoreani di cittadini giapponesi negli ‘70 e ’80, e sicuramente a Tokio non vogliono una nuova Hiroshima. La Cina, vecchio alleato della Corea del Nord, appare a sua volta poco propensa a lasciare spazio agli Stati Uniti, primo perché avrebbe la guerra alle porte di casa, secondo la nuova amministrazione cinese non sembra tanto disposta a concedere agli Stati Uniti altro terreno, specie in un’area di sua influenza, inoltre per gli stessi Stati Uniti c’è il rischio di riaccendere la questione taiwanese che, con il recente voto del parlamento cinese che approva l’uso della forza in caso di proclamazione ufficiale d’indipendenza dell’isola, appare ancora come un obiettivo principale del regime di Pechino. Infine la Russia di Putin, uno dei membri dei colloqui a sei, che ha già subito amare sconfitte in Georgia e Ucraina, e nella sua politica di ricostruzione dei fasti di un tempo, c’è da contare che non darà altre chance agli Stati Uniti di agire unilateralmente, del resto si è visto anche con riguardo alla politica russa verso l’Iran.
Infine ciò che più preoccupa è il piano militare, in questo caso formare una coalizione disposta a rischiare una guerra dagli esiti incerti è impossibile. Se già la guerra in Iraq solleva molte perplessità, ha visto una coalizione traballante e non legittimata dal diritto internazionale, in questo caso è probabile che si privilegerà la soluzione diplomatica. L’amministrazione Bush ha costruito il conflitto iracheno puntando sulla supposta presenza di armi di distruzione di massa, che poi non sono mai state trovate, ma nel caso coreano le armi ci sono, chimiche, batteriologice e nucleari, senza contare il peso dell’esercito regolare, che non può essere minimamente paragonato alla neve sciolta al sole dell’esercito di Saddam Hussein, il famigerato terzo esercito del mondo. Un eventuale conflitto comporterebbe enormi perdite di vite umane, devastazioni immani, e anche nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero riuscire nel lungo termine a vincere, ci si chiede quanto sono disposti a rischiare nell’immediato di fronte ad un possibile conflitto nucleare.

Quale è la forza militare del regime di Pyongyang?
La Corea del Nord è un paese che si prepara alla guerra fin dal 1953, anno dell’armistizio dopo la guerra con la Corea del Sud e l’intervento americano, continuando ad armarsi in previsione di un possibile conflitto con i nemici di sempre. L’Esercito del Popolo Coreano è l’ “ala armata rivoluzionaria del Partito dei Lavoratori”, come recita l’articolo 46 della costituzione; nato sotto l’influenza sovietica e cinese, l’esercito nordcoreano ha sviluppato nel tempo una propria linea di crescita, modificando per lo più le tecnologie a sua disposizione dai derivati di questi due paesi. Si tratta certamente di un esercito tecnologicamente meno avanzato rispetto a quello statunitense e sudcoreano, ma capace di creare comunque una forte resistenza e di causare danni serissimi in caso di attacco, tanto più che nonostante il tempo il suo apparato di difesa viene giudicato efficiente.
L’esercito si compone di forze di terra, marina e aviazione, dispone sicuramente di un arsenale missilistico di grande livello, armi chimiche e biologiche, e probabilmente le tanto temute armi nucleari, e del resto le cifre in campo sono spaventose per un paese come la Corea del Nord: oltre un milione di uomini secondo le stime più attendibili; un enorme numero di riservisti e forze popolari; può contare su un nutrito numero di commandos, almeno 80.000. La Corea del Nord ha forse il più efficace dispiegamento di forze di intervento rapido, solo nella Zona Demilitarizzata (DMZ) sono concentrati oltre 700.000 uomini, 8.000 pezzi di artiglieria, più di 2.000 tanks, a soli 90 km dal confine, e in grado di colpire Seul in poche ore. Si stima che dal 1984 al 1992 abbia costruito più di 1.000 tanks, 2.500 mezzi corazzati e 6.000 pezzi di artiglieria; solo sui carri armati ha un vantaggio doppio rispetto a Stati Uniti e Corea del Sud, e un rapporto di 1.5 a 1 per il personale.
Questi soldati, istruiti in 7 anni di servizio militare, sono poi addestrati continuamente alla guerra, capaci di mangiare solo una tazza di riso al giorno, dormire per terra al gelo, camminare per oltre 40 km al giorno, ancora sono nella memoria le ondate di soldati nordcoreani che si lanciano contro i soldati americani nella guerra del 1950, tutto ciò evidenzia la determinazione ma anche il fanatismo che domina questo esercito.
Esercito: si aggirerebbe tra i 900.000 e oltre 1 milione di uomini, divisi in 153 divisioni, ma oltre l’esercito regolare importanti sono anche le milizie popolari divise in Unità Militari di Riserva; Milizie Operaie-Contadine; e Giovani Guardie Rosse. La prima categoria comprende almeno 1.7 milioni di persone, uomini tra i 17e i 45 anni e donne non sposate tra i 17 e 30 anni, addestrate per 40 giorni all’anno sotto il controllo delle unità militari provinciali; la seconda categoria è composta da uomini tra i 45 e i 60 anni, giovani tra i 17 e i 45 anni e donne non sposate tra i 17 e i 30 anni, non compresi nel primo gruppo, e addestrati per 30 giorni all’anno sono almeno 4.1 milioni; il terzo gruppo è composto da almeno 1.2 milioni tra ragazzi e ragazze di età scolare secondaria tra i 14 e 16 anni, ed effettuano più di 450 ore di campus militare all’anno.
Aviazione: è stata istituita nel 1948 sotto l’egemonia sovietica, attraverso il Trattato Multilaterale di Cooperazione e Assistenza Militare, grazie al quale i sovietici fornirono i primi MIG16 e 19, e i primi sistemi missilistici. Dal 1980 arrivarono anche i MIG 23P e 23ML di supporto, mentre dalla Cina 150 Q5 Fanton per bombardamenti a terra. Il parco elicotteri è cresciuto nel corso degli anni da 40 a oltre 275. Le forze dell’aviazione sono divise in tre comandi:
Il primo si trova a nord-ovest a Kaech’n, e cura la difesa dello spazio aereo sul confine cinese e la capitale Pyongyang; il secondo si trova a Toksan per il nord-est, opera nel confine russo; il terzo a Hwangju, a sud e sud est, garantisce la copertura della costa e del confine con la Corea del Sud. In totale si stima ci siano almeno 70 basi aeree conosciute, ma molti sono i sotterranei dove sarebbero concentrate industrie militari, hanger, munizioni, riserve di carburante, e sistemi di difesa missilistici. Su questo punto va notato che il sistema di controllo dello spazio aereo è intensissimo: intercettori, radar, palloni di sbarramento, oltre 8.800 pezzi di contraerea, con missili terra aria SA-L-3-5, SA-16, SA-2, che rendono lo spazio aereo nordcoreano il più denso sistema di difesa antiaereo del mondo.
Marina Militare: ha come l’aviazione un peso modesto, ha tra i 40.000 e 60.000 uomini, il parco navi è abbastanza ridotto, anche se può contare su almeno 40 lancia missili e piccoli sottomarini. E’ suddivisa in due flotte: la Flotta del Mar Giallo, con 6 squadroni e 300 navi, ha sede a Nampo, ma altre basi sono a Pip’a-got, Sagat, Ch’o-do e Tasa-ri; la Flotta del Mare dell’Est, con 10squadroni, 470 navi ha sede a T’oajodong, altre basi a Najim, Wonsan, Ch’aho, Ch’angjin, Mayangdo e Puam-ni vicino alla DMZ. Il 60% della marina è dislocato lungo la costa, ridotte sono le capacità di lanciare bombardamenti sulle coste, ma può contare su un’ottima difesa a terra con missili Samlet e Silkwarm da 95 km di raggio, inoltre dispone di efficienti posamine.
Armi biologiche e chimiche: La Corea del Nord dispone anche di armi biologiche, ha scienziati e prodotti per produrre armi, e conduce ricerche fin dal 1960. Nel 1987 ha firmato il Biological Weapons Convention (BWC), ma secondo gli studi del National Defense Research Institute and Medical Academy (NDRIMA), avrebbe già prodotto agenti patogeni, antrace, colera, peste, febbre gialla.
Nel 1954 URSS e Cina trasferirono alcune tecnologie alla Corea del Nord, e agenti chimici strappati durante la seconda guerra mondiale al Kuomintang di Chang Kai Shek. Nel 1964 siglò un accordo con il Giappone per la fornitura di agenti chimici per l’agricoltura, diventa così plausibile che la Corea del Nord abbia sviluppato un arsenale chimico, specie dal 1988. Si stima abbia raggiunto un buon livello di maturazione, producendo gas nervini e soffocanti, munizioni con gasgene, adamsite e acido prussico. Secondo le stime avrebbe tra le 2.500 e 5.000 tonnellate di agenti chimici, non ha mai firmato il Chemical Weapons Convention (CWC) e chiaramente non ci si aspetta che lo faccia almeno nel breve periodo.
Il programma nucleare: Dal 1950, secondo alcuni la Corea del Nord iniziò la ricerca sul nucleare, ma è nel 1962 che diede avvio alla politica di potenziamento con ricerche su larga scala con i sovietici a Yongbyon. Nel 1965 i sovietici costruirono un reattore, l’IRT-2M, che fu assemblato al centro di ricerche e iniziò anche il processo di arricchimento dell’uranio, che all’inizio fu completo solo al 10%. Nel 1974 gli specialisti nordcoreani, in maniera indipendente, modernizzarono il Soviet IRT-2M, aumentandone la capacità di produzione, passando a 8MW e portando il processo di arricchimento all’80%. Nel 1977 la Corea del Nord sigla l’accordo con l’AIEA, anche se negli anni ‘80 iniziano le ricerche per la produzione di armi nucleari, con nuovi reattori a Taechon e Yongbyon da 200MW. Nel 1985 firma il NPT.
Difficile avere una stima chiara, precisa e attendibile sull’effettiva capacità nordcoreana di produrre armi nucleari, così spesso ci si affida alle poche informazioni captate da satelliti spia, dalle informazioni trapelate da profughi e dissidenti e dall’intelligence dei vari paesi, alle parate militari che celebrano il regime, ma di fatto la Corea del Nord come riferito dalla CIA “è un buco nero per l’intelligence”. La Corea del Nord ha comunque le capacità, le conoscenze e i mezzi per produrre armi nucleari, è in grado di purificare il plutonio, per lo più derivante dalle attività degli anni ’80 e ’90, e secondo le stime più attendibili avrebbe completato il processo di arricchimento delle 8.000 barre di plutonio reintrodotte a Yongbyon, abbastanza per avere 5-6 armi nucleari.
Questi sono i siti dove secondo l’intelligence americana si starebbero conducendo ricerche per produrre armi nucleari:
Yongbyon: 5MW, sperimentale con reattore nucleare che avrebbe completato il processo di arricchimento;
Taechon: 200MW reattore nucleare, in costruzione poi bloccato dopo gli accordi del 1994;
Pyongyang: laboratorio che può essere utilizzato per estrarre piccole quantità di plutonio;
Kumho: reattore idroelettrico, costruito sotto accordo del 1994 da 2100 MW, sarebbe per uso civile.

EFFETTIVI ESERCITO DEL POPOLO COREANO
ESERCITO MARINA AVIAZIONE
996.000/1.200.000 40-60.000 70-110.000

ORGANIZZAZIONE
ESERCITO
Corpi d’armata: 20
-Convenzionali: 12
-Meccanizzati: 4-
Corazzati: 2?-
Artiglieria: 2
Divisioni/brigate: 153-176
-Fanteria: 27-60
-Brigate meccanizzate: 25
-Brigate corazzate: 7-13
-Artiglieria: 20-30
-Forze speciali: 25
MARINA
Flotte: 2
AVIAZIONE
Divisioni: 16
-Comandi di combattimento: 3
-Divisioni aeree: 1
-Reggimento intercettatori: 12

EQUIPAGGIAMENTO
ESERCITO
Tanks: 3.800-4.000
-T54/T55/T59: 2.750
-T62: 800
-T34*: 250?
Mezzi corazzati: 2.270-2.800
Altri tank leggeri*: N.A.
Artiglieria: 11.200-13.800
-A propulsione autonoma: 5.500
-A rimorchio: +3.000
-Lanciarazzi multipli: 2.400-2.700
-Mortai (60-160 mm): circa 12.500
MARINA
Navi: 770
Sottomarini: 40-62
-Whiskey class 4
-Romeo class 19
-Missile Attack Boots (PTG): 39
Mezzi costieri: 400
-Motomissilistiche: 43
-Motosiluranti: 103
-Mezzi anfibi: 172
-Altri mezzi non specificati: 23
-Posamine: 23-30
AVIAZIONE
Aerei: 1.690
Elicotteri: 275-310
Note: Tutti i tanks T54/55/59/62 sono di derivazione sovietica.
*Il T34 è un vecchio modello sovietico che i nordcoreani hanno modernizzato.
*Tra i tanks leggeri ci sono PT76, il modello cinese del T62-63, e il nordcoreano NK m-1985.

MISSILI
TIPO GITTATA ANNO NUMERO DERIVAZIONE
Scud B 300 Km 1981 100?
Hwasong-5 330 Km 1984 150? Scud B
Hwasong-6 500 Km 1989 300? Scud C
No-dong 1,2 1.300 Km 1999 100 circa SS-N-5
No-dong B 2.750-4.000 Km 2004 10 circa SS-N-6
Taep’o-dong-1 2.000-2.900 Km 2000 15 circa Aka No-dong 3
Taep’o-dong 2 3.750-6.000 Km 2004? 5 circa Aka No-dong 4
NKSL-1 Orbitale 1998 Taepodong SLV
NKSL-X-2 Orbitale 1999 Taepodong SLV

Note: I missili SS-N-5 e SS-N-6 sono di costruzione sovietica.
I missili Aka No-dong 3 e 4 sono delle modifiche apportate a Scud B e C.
NKSL-1 è un missile sperimentale che deriva da Taepodong 1 con 3 stadi e un satellite aggiunto.
NKSL-X-2 è un missile sperimentale che deriva da Taepodong 2 con 3 stadi e satellite.

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