America Latina

I popoli latinoamericani verso la Nazione Umana Universale

Discorso Inaugurale del Forum Regionale Latinoamericano, 20 Ottobre 2006
17 novembre 2006
Fonte: Movimento umanista - 17 novembre 2006

Saluto di Benvenuto

Salutiamo tutti i fratelli dell'America Latina che oggi si sono dati appuntamento per lanciare questo incontro…

Salutiamo tutti gli amici di altri continenti, che venendo da tanto lontano, ci hanno dimostrato che le distanze ed i confini che esistono tra i popoli, sono ogni volta meno veri …

Salutiamo gli amici assenti che oggi più che mai sentiamo vicini a noi, molto presenti.

Salutiamo i nostri amici più vicini, che condividendo questa terra chiamata Ecuador, costruita su una linea immaginaria… oggi sono gli anfitrioni.

Cosa sarebbe il nostro immenso continente, senza la sua gente… una massa di terra tra due acque…. persa tra due oceani…

È grazie al fatto che esistiamo che questo continente acquista senso…

Cosa ne sarebbe di questo incontro, se non ci foste voi…

Oggi abbiamo dimostrato che le frontiere che ci dividono sono illusorie… oggi un sogno, un'utopia, quella dell'unità dei paesi sta diventando realtà …

L'America da sola non è niente….

L'America unita è un vulcano che ruggisce.

Benvenuti a tutte e a tutti!!!


Introduzione

Siamo prossimi alla nascita della prima civiltà planetaria. Per questo i popoli del mondo devono superare il flagello dello scontro di culture, la minaccia del terrorismo e la minaccia nucleare. La speranza di una Nazione Umana Universale, multiforme e diversa deve annidarsi nei cuori per trasformarsi in un progetto convergente dell'Umanità.

L’America latina, crogiolo di popoli e culture, continente privo di qualunque arma nucleare cerca la sua identità e la troverà nel futuro. Per questo la sua integrazione deve prendere il segno della giustizia sociale e della liberazione dei suoi individui e dei suoi paesi; così facendo porterà al mondo un nuovo significato e una nuova concezione.


La storicità della nostra regione

La nostra storia non è cominciata appena 500 anni fa. È cominciata più di 40.000 anni fa, quando alcune popolazioni dall'Asia, arrivarono al nostro continente attraverso lo stretto di Bering. Sebbene ci siano grandi lacune di informazione, non per quello la storia deve ridursi ad uno spazio temporale recente. Cinque secoli non sono niente di fronte a 30 secoli di esistenza di un popolo silenzioso.

Considerare la nostra ampia esistenza ci porta ad evidenziare l'assenza di conoscenza delle nostre proprie radici ed a sua volta il vuoto che ci lascia la tendenza ad interpretare la nostra realtà con schemi adottati, con modelli di pensiero estranei e con sguardi di una realtà straniera che non corrispondono a quello che viviamo.

Ricordare la nostra storia implica approfondire più in là quello che ci hanno insegnato come storia ufficiale nelle scuole. La nostra storia non comincia nella raccolta scritta dei "cronisti delle Indie", non è una semplice replica della civiltà occidentale, neanche una storia rivendicativa di lotte di resistenza.

L'America Latina deve approfondire le sue radici per concepire la sua immagine del mondo. Le culture che stanno in piedi sono quelle che si nutrono di radici mitiche. L'America ha un aspetto etnico che si è costituito per mezzo di uno sguardo esterno. Non si è ancora connessa alle sue radici profonde. L’etnico è visto dall’esterno.

Sebbene si sia perso il filo della storia, non per questo la ricerca è scomparsa. I racconti mitici sono una porta per recuperare parte dell'origine persa. Il mondo mitico è molto importante se vogliamo tentare di capire qualcosa della storia ed anche dei comportamenti e delle credenze che oggi operano. Già abbiamo cominciato a cercare simboli e radici culturali nella figura di certi eroi civilizzatori che cominciano a rivelarci il filo della nostra storia.

Miti di genesi che raccontano l'apparizione di messaggeri civilizzatori come Quetzalcoatl in Messico, percorrendo tutto il continente: Kukulkan, Yac Kuc Mo, Topiltzín in America centrale, Bochica in Colombia, Quitumbe nelle terre equinoziali, Wiracocha in Perù e Bolivia e tanti altri diffusi in tutto il Sudamerica. Le loro testimonianze litiche, le figure scolpite in piramidi, disegni e rappresentazioni segnano, a loro volta, i periodi di oscurità e di luce che attraversarono i nostri paesi nelle differenti epoche.

Sintomi di questa ricerca appaiono nel movimento zapatista del subcomandante Marcos in Messico che ha un’inclinazione poetica e mitica. Marcos è diventato forte nella zona maya ed è grazie a lui che si comincia a parlare della cultura nativa. Con Evo Morales e la sua cerimonia a Tiwanaku, osserviamo lo stesso fenomeno di ricerca.

L'Umanesimo: proposta di integrazione regionale verso la nazione umana universale

Ogni cultura è un’apparizione unica e diversa dell'essenza umana, ognuna è il superamento biografico e storico del dolore e della sofferenza. In ciascuno dei popoli, originari, europei, africani o asiatici che si intrecciano in America batte il profondo impulso di liberazione ed ognuno traduce quell'impulso ed il suo umanesimo nei suoi canti, nei suoi costumi, nella sua religiosità.

Comunicare l'atteggiamento umanista, le migliori virtù tradotte nel linguaggio proprio di ogni popolo è il senso del movimento culturale che creerà l'identità dell'America.

In questo stesso senso l'umanesimo avanza nella costruzione della nazione umana universale, passando per la regionalizzazione. Il suo sguardo è posto nell'integrazione delle regioni come passo previo a quello della mondializzazione.

L'integrazione regionale
DDi fronte alla minaccia delle multinazionali e dei mercati regionali che cercano di trasformare questo continente in un mercato per appropriarsi delle sue risorse, l'integrazione come blocco culturale e regionale è una risposta alternativa di adattamento crescente. Nella misura in cui i paesi della regione prendano coscienza delle proprie risorse naturali ed umane, potranno fortificarsi come nazione latinoamericana, avendo così capacità di relazionarsi a parità di condizioni con il resto del mondo.

Si potrà avanzare verso la costruzione di una regione latinoamericana se questa sorge dalla volontà dei popoli. Questa volontà, che si esprime in tutta la sua diversità, ha il suo spazio e potere di decisione. In questo modo si potrà avanzare verso una federazione regionale nella quale il potere di decisione stia nei centri locali e non in uno stato regionale al di sopra.

Verso l'incontro del movimento sociale latinoamericano

La diversità è una delle caratteristiche peculiari dell'America Latina. Il futuro di questa regione dipenderà dalla capacità del suo popolo di avanzare verso un obiettivo prioritario: la convergenza nella sua diversità regionale. Pretendere di ridurre questa diversità per classificarla in una sola proposta, si chiami questa bolivariana, sudamericana o andina, è uno sproposito. La nostra regione non è unicamente l'America del Che, né solamente quella degli indigeni. Siamo tutto quello e molto di più se lavoriamo per la convergenza regionale. La nostra regione non è patrimonio naturale né culturale di alcun organismo internazionale o, peggio ancora, ecosistema isolato dal resto del mondo. Non siamo la rivendicazione del passato, ma piuttosto un futuro aperto in costruzione ed avvertiamo la minaccia degli sciovinismi nazionalisti che mettono a rischio una vera integrazione dei paesi in un progetto umano di integrazione universale.

In America Latina sta nascendo una nuova sensibilità e, con essa, un forte movimento di liberazione sociale. Vogliamo entrare in contatto con questa sensibilità per costruire il futuro che vogliamo.

In questo Forum Regionale partecipano persone ed organizzazioni rappresentative dei movimenti sociali. Qui ci sono le proposte di integrazione dei movimenti che stanno lavorando in questa direzione: i bolivariani, i movimenti di integrazione andina, il movimento indigeno, la sinistra latinoamericana, i movimenti sociali progressisti ed il movimento umanista, tra tutti, che propizia in questa occasione un forum ampio, l'incontro del movimento sociale latinoamericano.

Il ruolo protagonista dei popoli nell'integrazione

Il futuro dell'America latina può costruirsi con la parte migliore di ogni popolo e cultura che la compone. La sua integrazione si deve concretizzare dai paesi stessi, dalla base sociale stessa. Fino a qui, la mal chiamata integrazione l’hanno proposta dall’alto, con la formalità dei governi, dall'istituzionalità degli stati e degli organismi internazionali; a partire da politiche artificiali di integrazione puramente economiche.

Osserviamo che è la gente stessa, spinta dal fenomeno di mondializzazione, che continua ad avanzare sul cammino dell'integrazione. Riteniamo che sia la stessa gente che debba farsi carico del futuro della regione. In questo forum i principali protagonisti saranno le persone che partecipano ai forum, alle conferenze e ai tavoli tematici di interscambio, applicati ai differenti temi che gli interessano e su cui vogliono fare proposte.

Proposta:

Qui di seguito i temi che saranno trattati con una visione regionale:

1) Salute
2) Educazione
3) Non Violenza Attiva
4) Cultura. Contributi alla costruzione dell'Identità latinoamericana
5) Crisi ecologica regionale e Ruolo delle Organizzazioni sociali
6) L'Arte per l'Integrazione
7) Le Organizzazioni sociali e la loro Direzione rivoluzionaria
8) Mezzi di Comunicazione alternativi
9) Donne. Costruzione della Pace ed Integrazione dei Popoli
10) Nuove generazioni e Movimento studentesco
11) Sviluppo economico e Giustizia sociale
12) Energie strategiche
13) Ruolo delle Forze armate nell'Integrazione (posizione di fronte al disarmo)
14) Partiti e Movimenti politici
15) Ruolo delle organizzazioni di lavoratori (corporazioni, sindacati ed associazioni)
16) Diritti umani
17) Religiosità e Spiritualità
18) Città umana
19) Disabilità e Sviluppo
20) Orientamento sessuale.

Accogliamo le proposte che abbiamo sviluppato nel 1° Forum Mondiale Umanista di Mosca (ottobre ’93), Messico (gennaio ‘94), Santiago del Cile (gennaio ‘95 e ’99), Buenos Aires (novembre 2002), San Paolo (luglio 2003), San José del Costa Rica (maggio 2004), Iquique (settembre 2004), Popayán (febbraio 2005), Asunciòn (marzo 2005), Leon Nicaragua (novembre 2005) e nei forum nazionali, di zona e comunali in tutti i paesi dell'America Latina, preparatori di questo Forum Regionale.

Queste proposte sono:

1) Risoluzione di tutti i conflitti storici tra i paesi.
2) Disarmo progressivo e proporzionale in tutti i paesi della regione e destinare le risorse in questione a salute ed educazione.
3) Libero transito di persone tra i paesi della regione.
4) Recupero delle risorse naturali, minerarie, della pesca, forestali ed energetiche.
5) Accordi di integrazione economica che favoriscano lo sviluppo della media e piccola impresa.
6) Democrazia diretta e plebiscitaria.
7) Interculturalità tra le nuove generazioni e le adulte alle quali si reclama un grande sforzo di apertura al di là della partecipazione nelle strutture partitarie.

In questo Forum Umanista Latinoamericano si sono riunite correnti umaniste di tutta l'America per avanzare nella costruzione di un movimento sociale, politico e culturale latinoamericano che dia impulso all'incontro dei popoli, delle culture, delle organizzazioni sociali, politiche e culturali, che convochi ogni organizzazione sensibile alla discriminazione che esercitano i poteri della globalizzazione e per concretizzare una piattaforma politica tra i partiti aderenti al Forum che contemplino questi 7 punti. Qui ci troviamo per configurare e fortificare le reti sociali, culturali e politiche che attraversano i paesi del nostro continente.

Sono momenti di cambiamento, di opportunità e di futuro ma la direzione del cambiamento dipenderà dalla forza che prenda il Movimento Sociale Latinoamericano.

Molte grazie

José Salcedo V.
Coordinatore Forum Regionale Latinoamericano

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