Diritti Animali

Uno studio internazionale rivela che oltre un terzo delle specie di anfibi - rane, rospi, salamandre... - è a rischio di estinzione

Ci sono più principi che rospi

22 ottobre 2004
Marinella Correggia
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.10.04

disegno di rospo Sarà sempre più difficile trovare il principe azzurro: i ranocchi stanno sparendo. Oltre un terzo delle specie di anfibi - rane, rospi, salamandre... - è a rischio di estinzione, spia del cattivo stato di salute planetario, oltre che degli attentati alla biodiversità. Lo rivela lo studio internazionale realizzato da scienziati delle organizzazioni protezioniste Conservation International, Nature Serve e Iucn che hanno analizzato le ricerche sul campo condotte da 500 specialisti di oltre 60 paesi. Ai primordi, gli anfibi hanno traghettato le specie animali fuori dall'acqua, sono stati i primi esseri con colonna vertebrale a camminare sulla terraferma; ma adesso, il 32% delle 5.743 specie conosciute potrebbe estinguersi presto, 427 sono in una situazione talmente critica che potrebbero sparire domani e 122 si sono già estinte dal 1980 a oggi; una sola specie al mondo è in crescita numerica. Tutti i gruppi animali sono sottoposti a un tasso «naturale» di estinzione ma, per gli anfibi, la perdita attuale di specie equivale al numero totale di estinzioni delle molte decine di migliaia di anni precedenti. Un declino così precipitoso indica un trend verso un numero potenzialmente epidemico di estinzioni. Il dottor Simon Stuart del World Conservation Union, coordinatore della ricerca pubblicata pochi giorni fa sulla versione on line della rivista Science e ripresa dal quotidiano britannico The Independent, ha detto che «il fenomeno è straordinario e grave perché gli anfibi risentono degli effetti dell'inquinamento prima di molte altre forme di vita; il loro rapido declino ci dice che molti ecosistemi si stanno distruggendo». Questi animali sono indicatori ambientali preziosi, sia perché la loro pelle umida e porosa è più esposta alle tossine e alle infezioni causate dall'acqua, sia per il fatto che dipendono da due habitat - quello terrestre e quello dell'acqua dolce - il che li rende più vulnerabili alle turbative che si verificano nell'uno o nell'altro.

Gli scienziati hanno suggerito diverse possibili ragioni del drammatico fenomeno: l'inquinamento dell'acqua e dell'atmosfera, lo sfruttamento umano per ricavarne medicinali tradizionali e cibo e la distruzione degli habitat. Gli anfibi spariscono perfino negli habitat un tempo a loro più congeniali. In un'area protetta del Costarica, ad esempio, circa il 40% delle specie sono scomparse in poco più di venti anni. Simili fenomeni si sono verificati in Ecuador e Venezuela, nello stesso periodo. Ma sta succedendo anche ad Haiti (la situazione peggiore: il 92% delle sue specie anfibie sono a rischio di estinzione), Brasile, Peru', Repubblica Dominicana, Spagna, Tanzania, Australia, Nuova Zelanda, Stati uniti (dove gli sforzi per salvare la salamandra tigre della California hanno provocato conflitti fra agenzie di sviluppo, proprietari privati delle terre, protezionisti e agenzie governative per la fauna selvatica). In Australia, Usa e Caraibi gli anfibi si ammalano anche perché attaccati da un fungo (la cui presenza peraltro sembra esacerbata dal riscaldamento globale); nella maggior parte del pianeta, però, lo stesso fungo non crea particolari problemi e le cause dell'estinzione sono da ricercarsi nell'inquinamento, nella distruzione degli habitat e/o nel prelievo eccessivo. Secondo gli autori dello studio, sono urgenti la creazione di nuove aree protette, maggiore ricerca, l'impegno di comunità e istituzioni a proteggere i sistemi di acqua dolce.

Gli anfibi sono il terzo gruppo di specie a essere valutato su scala globale; in precedenza, altre ricerche hanno mostrato che sono minacciate di estinzione il 12% di tutte le specie di uccelli e il 23% di tutte quelle di mammiferi. Si è conclusa a Bangkok la Conferenza annuale della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di fauna e flora (Cites), l'unico meccanismo internazionale di protezione della biodiversità contro il traffico illegale di vita protetta. Fra le 5.000 specie animali comprese nel meccanismo Cites, vi sono 16 specie di anfibi nell'Appendice I (specie di cui è assolutamente vietato il commercio internazionale) e 90 nell'Appendice II (strettamente regolamentato).

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