Gli animali in fuga dall’ecoturismo
«Colpa di infezioni e inquinamento portati dai gruppi di visitatori»
Maledetti ecoturisti. Se solo gorilla e pinguini potessero parlare.
Mettetevi nei loro panni. Perché andare a disturbare il pranzo di un leone, sgommando nella savana, scattando foto a non finire e filmando ore di inutili immagini tutte uguali? Perché spiare i delfini della Nuova Zelanda, costringendoli ad avvicinarsi a barconi trasformati in luna park galleggianti e a nuotare accanto a bambini chiassosi e pensionati perditempo?
Domande che si è posto un serio zoologo britannico - Nigel Dunstone, dell’università di Durham - dopo vent’anni di ricerche su una moda dilagante, l’ecoturismo. Alla fine, più che i decantati vantaggi di una certa propaganda verde, ha scoperto tanti danni e mali. Le specie e gli habitat che i volonterosi (e spesso danarosi) signori del «viaggio nella natura incontaminata» dovrebbero contribuire a proteggere sono le loro prime vittime. Dove arrivano le tribù dei visitatori umani il disastro è sempre alle porte.
Le manguste del Botswana sono piagate dalla tubercolosi, i pinguini del Polo Sud muoiono periodicamente a migliaia e migliaia, i gorilla del Ruanda soffrono di gravi disturbi all’apparato digerente. Un tempo, non molti anni fa, stavano benissimo. A contagiarli con germi e batteri umani sono stati proprio gli ecoturisti ficcanaso, colpevoli - secondo Dunstone - di violare ogni angolo ancora incontaminato e di inquinarlo, consapevolmente o no.
E quando non diffondono malattie (come fecero i progenitori colonizzando le Americhe), alle bombe biologiche ne sostituiscono altre, psicologiche: molti animali soffrono di umanissimo stress, comunicato dagli ancora più nevrotici curiosoni con fotocamera e guida ultima edizione.
Così molte popolazioni di delfini, dagli oceani al Mediterraneo, diventano frenetiche non appena avvertono l’arrivo dei turisti, tanto che, in alcuni casi estremi, riposano appena lo 0.5 per cento del tempo contro il 68 della media naturale, sconvolgendo sia i ritmi metabolici che i comportamenti sociali. Nella Baia di Hudson, in Canada, gli orsi polari sono non meno agitati: i periodici contatti con gli uomini li hanno messi sul chi vive, costantemente, e in questo modo bruciano energie preziose, che dovrebbero invece concentrare sulla caccia.
E ancora più alterati appaiono i dingo dell’australiana Isola di Fraser, davanti al Queensland: attaccano con crescente frequenza, manifestando un’aggressività che lascia stupefatti gli scienziati.
«Gli ecoturisti sono diventati troppi», sintetizza Dunstone. Le statistiche rivelano che a questa specie altamente invasiva appartiene il 20 per cento dei milioni di multiformi viaggiatori che si spostano senza sosta, dai villaggi «all inclusive» ai deserti di sabbia.
Sono passati appena 160 anni da quando il loro celebrato padre - l’americano Henry Thoreau - si muoveva solitario per i boschi e le colline del Maine e ora la febbre del profitto (a cominciare da quella delle nazioni più povere in Africa e Asia) ha cambiato tutto. Ai rari amatori si sono sostituite masse difficili da educare e soprattutto da gestire. A Washington gli studiosi del «Conservation International» hanno calcolato che il «nature tourism» continua a crescere, tra il 10 e il 30 per cento l’anno, contro il 5 di quello tradizionale. Se il trend non si ferma, chiunque - almeno una volta - potrà snobisticamente raccontare di aver vissuto l’emozione dell’ecoturismo.
La soluzione - per Dunstone - è drastica: limitare e autolimitarsi. Se le premesse sono buone (aiutare Paesi in bolletta a salvaguardare preziosi paradisi naturali), si devono mettere sotto controllo gli eccessi. Mai più «effetti Ibiza», con strusci collettivi. Secondo le sue osservazioni condotte nel Parco Manu, in Perù, «un gruppo non deve mai superare le trenta persone: oltre scattano gli effetti perversi sugli animali, su salute, comportamenti, migrazioni».
Da ieri a Lisbona, al meeting sul turismo sostenibile sponsorizzato dall’Onu, i delegati di cinquanta nazioni discutono anche di questo. E dovranno ascoltare i moniti di molti scienziati arrabbiati, come Rochelle Constantine dell’università di Auckland, Nuova Zelanda: «Aiutate gli animali. Non capite che senza di loro anche l’ecoturismo si estinguerà?»

Sociale.network
#spesemilitari #sondaggi
Italia: la maggioranza (57 per cento) si è dichiarata "in parte" o "fortemente" contraria all'aumento delle spese militari.
#Ucraina #UK
Il Regno Unito ha trasferito ulteriori missili da crociera #StormShadow all'#Ucraina, aumentando la capacità di attacco a lungo raggio contro obiettivi in profondità nella #Russia, ha riferito #Bloomberg il 3 novembre, citando fonti anonime.
https://kyivindependent.com/uk-supplies-ukraine-with-additional-storm-shadow-missiles-for-deep-strikes-into-russia-bloomberg-reports/
#Sudan
Ormai sono numerose le prove (riportate da ricerche, esperti ONU, da inchieste di media internazionali come Reuters, BBC, Associated Press, da ONG) che sottolineano con estrema chiarezza il sostegno diretto degli Emirati Arabi Uniti alle Rapid Support Forces (#RSF). Cioè alla milizia che sta devastando il Sudan con attacchi a civili, a infrastrutture di base, ai convogli di aiuti umanitari e che sta anche utilizzando la fame come arma di guerra.
https://retepacedisarmo.org/2025/rete-pace-disarmo-stop-armi-italiane-agli-emirati-arabi-basta-complicita-con-chi-alimenta-guerra-in-sudan/
"Aumentate i salari, non le #spesemilitari". A #Milano, un migliaio in piazza contro la #guerra
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/05/salari-spese-militari-protesta-piazza-milano-guerra/8185144/
#cappellanimilitari
#4Novembre – Mons. Saba: “Scrigno prezioso che custodisce il generoso impegno di sacerdoti, religiosi e religiose” – Ordinariato Militare per l'Italia
https://www.ordinariatomilitare.it/2025/11/04/4-novembre-mons-saba-scrigno-prezioso-che-custodisce-il-generoso-impegno-di-sacerdoti-religiosi-e-religiose/
#cappellanimilitari
Pusillanime a chi?
L'opinione di don Renato Sacco
Commento all’intervento dell’ordinario militare sul #4novembre.
“Il cristiano non è un pusillanime, non indietreggia di fronte alle sfide della storia, non evade dalla condizione del proprio tempo indossando maschere artificiose”. Mi hanno molto colpito le parole del Vescovo ordinario Militare, riportate dal SIR, in occasione del 4 novembre. Leggi tutto in: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/l-opinione-di/5475-pusillanime-a-chi
La radiotelevisione svizzera racconta con un po' più di libertà la realtà a #Pokrovsk. E la notevole distanza fra l'#Ucraina della #propaganda e quella drammatica di soldati intrappolati in una zona di morte.
#Ucraina #Pokrovsk
Kiev continua a mettere in rilievo la tenace resistenza delle sue truppe, ma ora ci sono pesanti timori che un eventuale ritiro dalle aree particolarmente sotto attacco possa rivelarsi già tardivo. Come avvenuto in passato in altre zone, con esito drammatico per i soldati.
https://www.rsi.ch/info/mondo/Si-complica-per-l%E2%80%99Ucraina-la-situazione-a-Pokrovsk-e-Kupyansk--3257138.html
#Ucraina #Russia
#Putin ha firmato una legge che prevede la possibilità di chiamare i cittadini riservisti volontari delle forze armate per partecipare a "esercitazioni speciali per proteggere le strutture critiche", che comprendono "infrastrutture energetiche e di trasporto", comprese #raffinerie di petrolio. Lo riportano le agenzie russe Tass e Interfax, secondo cui la norma "non prevede la loro coscrizione al servizio militare" e "non si parla di mobilitazione".
Tgcom24
Il Cremlino ha accusato Kiev di avere respinto la proposta russa di fare accedere #giornalisti stranieri alle aree di #Pokrovsk e #Kupyansk per nascondere "la difficile situazione" delle sue truppe in queste località, dove Mosca afferma che i soldati ucraini sono circondati. "L'interesse è molto grande - ha detto il portavoce, Dmitry #Peskov, citato dall'agenzia Interfax -. Sappiamo che un gran numero di giornalisti occidentali vorrebbe andarci".
Tgcom24
#Ucraina, #Bild: i russi hanno preso l'80% della città di #Pokrovsk
L'esercito ucraino avrebbe perso l'80% della città di Pokrovsk, secondo quanto rilevato dal quotidiano tedesco Bild dopo aver parlato con soldati e ufficiali ucraini al fronte. Il giornale tedesco ha rilevato oggi che un soldato di stanza vicino a Pokrovsk ha dichiarato che "la situazione è estremamente grave".
Tgcom24
Possiamo avere i dettagli di queste operazioni della #Russia?
L'infografica è stata pubblicata su Tgcom24 ed è frutto dell'agenzia WITHUB che così si presenta:
"WITHUB è un aggregatore di eccellenze al servizio della trasformazione e valorizzazione dei contenuti.
Questa capacità è garantita dalla combinazione unica di expertise nei seguenti ambiti: Giornalisti, Grafici, infografici, videografici, Data Jounalist,
Data Analyst".
Troppe domande su #Gaza, giornalista licenziato - Articolo21
https://www.articolo21.org/2025/11/troppe-domande-su-gaza-giornalista-licenziato/
Terzo step della procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Secondo step della procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Ed ecco la procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Ecco come #Facebook reagisce alla pubblicazione di un post sul #4novembre